Delusione / 13 Luglio 2014 in Educazione siberiana
Completamente diverso dal libro, forse anche troppo.

Dall'omonimo romanzo di Nicolai Lilin. Tra il 1985 e il 1995, la storia cambia: la fine del comunismo e la caduta del muro di Berlino condiziona gli assetti politici e sociali dei Paesi comunisti, e non solo. In questo arco di tempo, l'URSS assiste ad una divisione del suo immenso territorio in Stati minori indipendenti. Tra questi, compare la Transnistria, una regione fino a quel momento destinata perlopiù ad accogliere i transfughi russi ed i deportati siberiani. Qui, vive una comunità criminale regolata da leggi secolari, ferree, che prevede l'educazione a tali immutabili principi fin dall'infanzia.
Stefania ha scritto questa trama
Titolo Originale: Educazione siberiana
Attori principali: John Malkovich
Arnas Fedaravicius
Vilius Tumalavicius
Eleanor Tomlinson
Peter StormareJonas Trukanas, Andrius Paulavičius, Donatas Šimukauskas, Vitalij Porshnev, Arvydas Lebeliūnas, Arnas Sliesoraitis
Regia: Gabriele Salvatores
Sceneggiatura/Autore: Gabriele Salvatores, Sandro Petraglia, Stefano Rulli
Colonna sonora: Mauro Pagani
Fotografia: Italo Petriccione
Costumi: Patrizia Chericoni
Produttore: Marco Chimenz, Giovanni Stabilini, Riccardo Tozzi, Gina Gardini
Produzione: Italia
Genere: Drammatico
Durata: 110 minuti
Completamente diverso dal libro, forse anche troppo.
Un film sicuramente da vedere, impegnativo originale e ben girato. Alcuni potrebbero ritenerlo particolare e impegnativo, come la penso io, ma senza dubbio una pellicola realistica e da comprendere. Non sottovalutatela. Il mio 6 è relativo perchè non sono riuscito a seguirlo per bene, ma merita una rivisitazione. Come sempre un grande Malkovich. Buona prova dei protagonisti.
Non mi è piaciuto sia come ha cambiato la storia sia su come ha girato il film.
Per certi versi il film, visto la filosofia del nonno (grande John Malkovich), risulta interessante ma nel complesso la delusione è più forte.
Tanta publicità è stata fatta per un film che risulta noioso.
Bocciato…
Ad maiora!
Devo ammettere che la mia curiosità di vedere questo film è legata anche ad una breve presentazione di Lilin che ho visto a Quelli che il calcio… qualche mese fa. Clima spensierato, giocoso, tipico della Caballo ma c’era quasi una sorta di timore reverenziale nei confronti dell’ospite. C’era sempre l’impressione che non fosse a suo agio o che si offendesse per gli scambi ironici che circolavano in studio.
La vera storia di un “siberiano” nudo e crudo, come si dice. Di un combattente che fin dall’infanzia ha imparato a colpire, a ferire ed a farlo nel modo più doloroso. Ma un combattente un codice criminale ben chiaro in testa.
La contrapposizione tra il rispetto di una tradizione feroce e la sregolatezza criminale incarnata dai due protagonisti non è una novità. Anche se è una storia vera, non è troppo originale, ma è forte la curiosità per un personaggio nato e cresciuto in quelle condizioni ghettizzate, da cui è però uscito con un codice di comportamento ben definito, un pò come un samurai della steppa. Il contorno di vecchi padrini (grandioso Malkovich…siberiano fin nello sguardo) e maestri tatuatori (un buon Stormare) accentua ancora di più l’interesse per una comunità ai limiti.
Inoltre, la regia di Salvatores, associata ad una buona fotografia, rende più che godibile il film che, un pò come La migliore offerta di Tornatore, è un ottimo prodotto da esportazine. Ben girato, con un buon cast, non ha nulla di quella parte di cinema italiano, che mira all’intrattenimento e che risulta insopportabilmente mediocre e artefatto (vedi le serie tv tipo Pupetta con l’Arcuri….).