Ecco un grandissimo esempio di splatter movie ! È il prototipo secondo me.
Se questo film non piaccia a qualcuno, è probabile che il perplesso in questione non potrebbe mai e poi mai apprezzare nessuno splatter.
Diretto da Lucio Fulci ed interpretato, fra gli altri, da Cinzia Monreale, Catriona MacColl e David Warbeck, questo film del 1981 ha parecchi pregi, non è mai stato così piacevole e meraviglioso vedere delle budella fuoriuscire da un corpo.
È un film visionario ed estremamente brutale…che si concede tutto.
Quest’opera rasenta il capolavoro, possiede un espressività cinematografica straordinaria, riesce ad essere reale, o meglio, rappresenta in modo selvaggio e fedele quella che è la nostra concezione dell’aldilà (anche a detta dello stesso Fulci).
È la raffigurazione del terrore e della morte in movimento.
La trama, anche se contiene alcuni elementi presi da romanzi (tipo il libro di Eibon) è quasi totalmente frutto della mente di Fulci che, a mio parere, fa questo nel modo giusto. E, questo, proprio perché c’era bisogno di creare una storia che si addicesse all’idea di base, che potesse generare un epilogo perfetto e, soprattutto, che si prestasse perfettamente ad alcune scene che il regista aveva in mente.
Di certo, non si può dire che il cast sia stellare (anche se è più che accettabile) però si può affermare che la recitazione è quantomeno accettabile e soprattutto mi è piaciuta Cinzia Monreale che ha reso il personaggio alla perfezione…ottima !
I truccatori, poi, sono d’eccezione…forse Giannetto De Rossi e Maurizio Trani in Italia sono i migliori (non che io me ne conosca tantissimi).
Se esiste un film Splatter che riesca ad essere sì geniale, sì tecnicamente buono (finora niente di speciale…nulla da invidiare ad altri film del genere) ma anche elettrizzante, visionario e, di conseguenza, terribilmente simile alla verità delle nostre concezioni di paura e morte (e qui allora capiamo che stiamo parlando di un grandissimo film).
Per me, questo è in assoluto il capolavoro di Lucio Fulci, è una pellicola indimenticabile, capolavoro incontestabile.
È penoso come il lungometraggio sia stato completamente snobbato dalla critica e dai critici, ma tanto si sa, quelli sono tutti solo buffoni e poco ci capiscono.
Coloro che già sono affermati, dall’alto delle loro poltrone, si divertono a giudicare con commenti pseudotecnici, mentre, quelli che studiano critica cinematografica e sono alle prime armi, si vantano, sono presuntuosi e interpretano quei ruoli alla Matt Damon in alcuni film…mi stanno proprio sul ca**o.
Di certo (anche se ho detto che sono tutti buffoni) non mi azzardo a fare di tutt’erba un fascio (è sottinteso). Ci sono sempre le eccezioni e dunque ci sono alcuni critici che valutano giustamente i film e con rispetto…perché, fondamentalmente, il modo migliore per capire se un film è buono, è comportarsi come un normale spettatore e capire quanto il film ti ha colpito ed emozionato.
Detto questo, se fosse per me, eliminerei tutti i critici e fare tabula rasa…soprattutto in Italia, un paese che non riesce a valorizzare mai nulla.
Tornando al film, ci tenevo a sottolineare anche il fatto che appartiene alla cosiddetta ” trilogia della morte” (bellissima, la consiglio a tutti…anche a chi non ama gli splatter…forse non li si ama solo per partito preso) ed è il secondo capitolo di essa (secondo me il più riuscito…il migliore in assoluto), preceduto da “Paura nella città dei morti viventi” e seguito da “Quella villa accanto al cimitero”…tutti e tre i film diretti da Fulci !
Gli altri due film badano di più al macabro, soprattutto per quanto concerne l’ultimo capitolo della trilogia che è forse quello che ho apprezzato di meno (nonostante sia comunque un ottimo film).
Il primo della trilogia, pure bada allo spettacolo e allo splatter assoluto…ma non è di certo un delirio come l’ultimo…forse lì lo splatter è solo un aggiunta…fondamentalmente conserva la maggior parte degli aspetti dei film horror normali.
Comunque, nel primo film sempre, è perlopiù la storia a farla da padrona ed è sicuramente uno dei più affascinanti di Fulci…ci sono delle scene geniali (vorrei ricordare quella della morte del personaggio Bob o quella in cui il personaggio Rose piange lacrime di sangue… sto parlando sempre di “Paura nella città dei morti viventi”, nel caso non si fosse capito).
Però, …e tu virai nel terrore! L’aldilà , (abbreviato spesso con il titolo L’aldilà, credo perché è stato riedito più volte…a proposito, il regista Quentin Tarantino ha restaurato la pellicola e l’ha distribuita nella versione integrale…è merito suo…credo che sia sempre stato molto affezionato alla trilogia della morte e ha più volte citato i film che ne fanno parte in molte sue opere) è IL film ! Che con grande efficacia riesce a scavare nella profondità della paura dell’uomo e del terrore del dubbio eterno che lo attanaglia. Per fare questo, Fulci non si serve di espedienti particolari volti a creare un film psicologico, nossignore, egli semplicemente si limita a pensare e ad immaginare l’aldilà (evidentemente lo vede più come l’inferno e le tenebre che come il paradiso), ciò che immagina, poi, lo tramuta in immagini e cerca di ritrarre il tutto nel modo più esplicito e spettacolare possibile.
È un criterio estremamente semplice…scontato…
ma credo che il cinema consista proprio in questo: ci mostra alcune cose della vita, cose che nella vita reale non sono successe e così sullo schermo possiamo vederle sotto forma di spettacolo e rimanerne estasiati. Il cinema è indubbiamente ispirato alla vita. Cedo che questo pensiero si avvicini molto allo scopo del film.
Più che scopo sono tentato da dire il fine del film…probabilmente perché cambiando l’articolo otteniamo “la fine” e si avvicina molto al termine “finale”…
l’epilogo, la fine di tutto. La fine del film…la fine dell’esistenza sulla terra.
E poi vaghiamo nelle tenebre e nell’oscurità e udiamo la voce fuori campo:
“E ora affronterai il mare delle tenebre, e ciò che in esso vi è di esplorabile”
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