8 Recensioni su

E.T. l'extra-terrestre

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3 Ottobre 2022 in E.T. l'extra-terrestre

Film di cassetta anni 80, modello Spielberg, che piu’ cassetta di questo non si puo’. Trasuda di americanita’ e melensaggine, colonna sonora strappalacrime tipica hollywoodiana, solito ritratto dei bambini (soprattutto maschietti) estremamente bambineschi ma che salvano sempre il mondo, cosi’ come il mago traumaturgo a fare i trucchi che dovrebbero lasciare il pubblico a bocca aperta, mentre l'”establishment” delle istituzioni non ci capisce niente e viene preso per fesso. Unico lato positivo, sembra piu’ moderno tecnicamente rispetto all’epoca.
Comunque, proprio non l’ho digerito, e non capisco se viene osannato e da chi.

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19 Febbraio 2017 in E.T. l'extra-terrestre

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“Ho atteso questo momento da quando avevo dieci anni…”

Questo è quello che dice uno dei personaggi del film, uno scienziato, alla vista dell’astronave che viene a riprendersi il piccolo naufrago spaziale del titolo, e questo è il senso di tutto il film: la realizzazione di un sogno fanciullesco di avere un amico straordinario e magico, un piccolo folletto, un extraterrestre buffo e saggio in questo caso, che magari sostituisca una figura genitoriale assente, come succede al piccolo Elliot, il bambino protagonista di questa fiaba, seguito ideale del precedente film del regista, Steven Spielberg, Incontri ravvicinati del terzo tipo.
Un piccolo extraterrestre è lasciato indietro alla partenza della nave con cui era giunto sulla Terra. Trovato da un bambino, Elliot (Henry Thomas), è da questi ospitato in casa sua all’insaputa della madre. Tra i due nasce una tenera amicizia. Mentre l’E.T. cerca di costruire un rudimentale sistema di comunicazione con la sua nave (“E.T. Telefono… Casa!”), uomini del governo vengono a sapere della sua esistenza e gli danno la caccia con lo scopo di studiarlo. La stessa creatura, complice gli effetti collaterali dell’atmosfera terrestre sul suo organismo, entra in coma poco prima di essere catturata. L’alieno sembra morire, in realtà si ristabilisce e con l’aiuto di Elliot e dei suoi amici, riesce a fuggire. Una folle corsa in bicicletta, inseguiti dai militari, li porta sul luogo dove un’astronave attende l’arrivo del naufrago. E.T. riprende così la via di casa, sotto gli occhi commossi e meravigliati dei bambini e del capo degli scienziati, arrivato anche lui sul posto (colui che pronuncia la frase della citazione sovrastante).
Il film ebbe un successo clamoroso, per molto tempo si è trovato in testa alla classifica dei maggiori incassi della storia del cinema. Il merchandising legato al film fece registrare introiti superiori agli stessi incassi cinematografici. Un film che nonostante tutto non aveva un grosso budget e che è costruito a misura di bambino, pubblico al quale era rivolto originariamente.
La parabola cristologica del piccolo alieno è palese. E.T. arriva sulla Terra dal cielo, fa miracoli, muore, risorge e assurge in cielo. Ma il tema principale del film è la purezza e l’innocenza dei bambini, che fanno da contraltare all’aridità e alla crudeltà degli adulti.
Rispetto a Incontri ravvicinati, che già viaggiava su territori più affini al misticismo religioso che fantascientifici, E.T. abbandona quasi ogni pretesa di realismo scientifico, diventando un’efficacissima fiaba sui buoni sentimenti e sul sense of wonder che una storia come questa non può non provocare. A questo proposito memorabili le scene dei ragazzi in bicicletta che volano letteralmente, grazie ai poteri dell’alieno, sullo sfondo di una meravigliosa Luna piena. Immagine che diventerà il simbolo della Amblin, casa di produzione fondata dallo stesso regista Steven Spielberg, e del suo modo di fare cinema in generale.

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A distanza / 22 Gennaio 2016 in E.T. l'extra-terrestre

Rivisto a 34 anni di distanza (nell’edizione del ventennale), di ET mi ha colpito soprattutto la qualità del ricordo che ne avevo: non c’è quasi nessuna delle scene originali che non mi sia tornata alla memoria immediatamente. Ma allo stesso tempo, mi rendo conto anche di quanto il film fosse diretto soprattutto a un pubblico infantile. Usando un’espressione abusatissima, si potrebbe dire che Spielberg abbia voluto parlare al bambino che è in ciascuno di noi; ma sarebbe vero solo fino a un certo punto. La distanza c’è – come c’era quando l’ho visto la prima volta al cinema. Ma non impedisce certo di apprezzare questo bel classico.
Grande prova di Drew Barrymore; una segnalazione per il cane Harvey.

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16 Settembre 2014 in E.T. l'extra-terrestre

A me questo film ha sempre fatto paura XD Da bambina ero terrorizzata da ET e mi sentivo pure in colpa (??) perché piaceva a tutti e a me no, mi sentivo diversa ahah
In sostanza però non mi è piaciuto, credo di essere tipo l’unica

:) / 19 Giugno 2014 in E.T. l'extra-terrestre

Ho resistito la bellezza di 32 anni senza vedere questo film (non perché non volessi ma perché non mi era capitato).
Ma prima o poi doveva capitare.
Steven Spielberg inventa questo personaggio che anche nel 2014 riesce ad affascinare i più piccoli. Pensavo che con i film di oggi questo piccolo extraterrestre potesse essere ormai considerato ridicolo ed invece lascia sempre il segno.
Molto carino.
Fatelo vedere ai piccoli.
Merita!
Ad maiora!

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24 Gennaio 2013 in E.T. l'extra-terrestre

Superlativo!

13 Gennaio 2012 in E.T. l'extra-terrestre

Capolavoro insuperabile. Un elogio della fantasia, dei sogni, della forza dell’amicizia e della bellezza di essere bambini. Stupendo.

Ha steso i Curtaz! / 15 Maggio 2011 in E.T. l'extra-terrestre

Dopo 25 anni rivedo questo film, cambiano gli spettatori e sul comodo divano casalingo che contrasta il duro sedile di legno, forse, della sala cinematografica anno 1985/86, ci sono sempre io ma un pò cresciuto, forse, e mia figlia di 7 anni. Ai tempi dell’uscita di questo film nelle sale cinematografiche ne avevo poco di più e siedevo in mezzo tra mio padre e mia madre.Fu la prima volta che vidi, o almeno la prima che ricordo, piangere…chi? Mia madre? ma no lei davanti allo schermo piange per qualsiasi cosa forse anche per il meteo, ma bensì mio padre!!! Così accigliato ai tempi capelli e barba lunga stile Mangiafuoco, ma dal cuore tenero, mi sembrava così forte e sicuro di se che nulla potesse emozionarlo a tal punto da fargli “cacciare a lcrima” ma un rugoso extraterrestre dal cuore luminoso riuscì nell’intento e io con lui abbracciati e con noi tutto il cinema…chissà cosa avrà pensato Camilla così tanti anni dopo quando suo padre,io, ho reagito allo stesso frame nello stesso identico modo di mio padre e lei con me abbracciati…beh potenza evocativa del cinema ma questo film ha “steso” tre generazioni di Curtaz!

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