Cinico e grottesco, confermo. Ma i personaggi e le situazioni questa volta non sono estremi, siamo tutti noi.
In fondo è davvero una storia di famiglia. Noi italiani siamo stati studiati per il familismo amorale, non siamo alla canna del gas perchè la rete famigliare sta mantenendo, più o meno, una generazione che non ce la fa, in nome della famiglia facciamo manifestazioni (abbiamo il family day no?), tengo famiglia è il nostro mantra, la nuova corruttela è tutta famigliare…
Ecco qui si guarda una famiglia e ciò che le accade, i suoi rapporti di forza, i suoi equilibri. Tutto avviene in famiglia, la morte della bimba è riconducibile ad un regolamento di conti della sua famiglia, il dispiegarsi della storia è tutta interna lla famiglia: alla base c’è una certa povertà, tre generazioni che si specchiano le une sulle altre (non a caso il figlio più giovane è più mantenuto che altro), il mutuo soccorso si basa su un vincolo di sangue che regola il sostentamento di tutti. Il miraggio del denaro cancella anche il solo ricordo di uno dei membri di quella famiglia, il potere del denaro esprime desideri decisamente semplici e totalmente effimeri, il denaro, tanto, non serve per qualcosa di concreto, ma per il superfluo. Perchè il superfluo è diventato segno identitario.
Bellissima la scena finale in cui la tragedia prende tutti i connotati dei grandi drammi greci con l’ergersi della figura della nonna a sottolineare il sopito, ma mai morto, matriarcato delle genti del sud: la legge della famiglia viene imposta; tutto accade al suo interno e finché accade al suo interno la colpa e la responsabilità seguono altri codici. E qui sì che il realismo e la concretezza si realizzano pienamente.
Al di fuori del perimetro famigliare c’è la conoscenza, tutto il percorso che porta Nicola dallo strozzino, ma anche quello che gli assicurerà il conto in banca viaggia lungo i percorsi della conoscenza e della rete informale che disegna il potere in Italia. Poi abbiamo la chiesa e stendiamo un velo pietoso. Poi c’è la burocrazia, non direi la legge, infine la polizia ed è gabbata in tutto e per tutto.
E’ un film davvero denso in cui tutti i personaggi sono caricaturali sì, ma molto veri, quasi simbolici
Fotografia e colonna sonora molto belle
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