È stata la mano di Dio

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È stata la mano di Dio

Napoli, anni Ottanta. La città è bella, intima, struggente. Maradona è il re di Napoli. Fabietto è un adolescente che coglie qualcosa di nuovo, doloroso e inaspettato, sotto la superficie della realtà.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: È stata la mano di Dio
Attori principali: Filippo Scotti, Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Luisa Ranieri, Marlon Joubert, Massimiliano Gallo, Betti Pedrazzi, Renato Carpentieri, Enzo De Caro, Sofya Gershevich, Lino Musella, Biagio Manna, Ciro Capano, Alessandro Bressanello, Birte Berg, Dora Romano, Monica Nappo, Cristiana Dell'Anna, Alfonso Perugini, Marina Viro, Daniele Vicorito, Mostra tutti

Regia: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura/Autore: Paolo Sorrentino
Colonna sonora: Lele Marchitelli
Fotografia: Daria D'Antonio
Costumi: Mariano Tufano
Produttore: Lorenzo Mieli, Riccardo Neri, Elena Recchia, Paolo Sorrentino
Produzione: Italia
Genere: Drammatico
Durata: 130 minuti

Dove vedere in streaming È stata la mano di Dio

Non ti disunire / 16 Luglio 2023 in È stata la mano di Dio

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“È stata la mano di Dio” è un capolavoro cinematografico diretto da Paolo Sorrentino, che ci offre un intenso e toccante viaggio nel passato dell’autore attraverso una storia personale e profondamente autobiografica. Ambientato nella Napoli degli anni ’80 e ’90, il film racconta la vita di un giovane ragazzo di nome Fabietto, interpretato con grande talento da Filippo Scotti.

La regia di Sorrentino è magistrale, offrendo una combinazione perfetta di immagini mozzafiato, scelte musicali incantevoli e una sceneggiatura ricca di dialoghi intensi e commoventi. Ogni scena è curata nei minimi dettagli, catturando la bellezza e l’anima di Napoli e trasportandoci in un’atmosfera di nostalgia e malinconia.

La storia si sviluppa attraverso gli occhi di Fabietto, un ragazzo che cresce in una famiglia eccentrica e travagliata. Il film esplora temi universali come l’amore, la perdita, l’adolescenza e il senso di identità. È un ritratto intimo e commovente di una giovinezza segnata da eventi tragici e da un ambiente difficile.

Le interpretazioni nel film sono straordinarie. Filippo Scotti porta sullo schermo una performance sorprendente e autentica, incarnando il giovane Fabietto con una fragilità e una forza che catturano l’attenzione dello spettatore. Ogni membro del cast offre una performance di grande impatto, dando vita a personaggi indimenticabili.

“È stata la mano di Dio” è un film che fa riflettere sulle esperienze di vita, sull’importanza delle relazioni familiari e sul potere salvifico dell’arte. Sorrentino mescola abilmente momenti di commedia e di tragedia, creando un equilibrio perfetto che tocca il cuore dello spettatore.

La colonna sonora è un elemento fondamentale del film, contribuendo a creare un’atmosfera emotiva e coinvolgente. Le canzoni scelte da Sorrentino si integrano perfettamente nelle scene, amplificando le emozioni e creando un legame emotivo con i personaggi.

In conclusione, “È stata la mano di Dio” è un film straordinario che trasmette il talento di Paolo Sorrentino nel raccontare storie personali e universali. Con una regia magistrale, interpretazioni superlative e una colonna sonora coinvolgente, il film ci affascina e ci emoziona. È una testimonianza potente dell’esperienza umana, che lascia un’impronta duratura nella mente e nel cuore dello spettatore.

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La Realtà è Scadente / 26 Settembre 2022 in È stata la mano di Dio

Mi piace questo nuovo Sorrentino. Spoglio di sentenze e che crea l’atmosfera del film prima di fartelo vivere. Ti fa sentire davvero a Napoli, ti fa sentire il calore della famiglia e l’atmosfera che si respirava prima della tragedia. Ti fa sentire la spensieratezza della fanciullezza. Le prime solitudini, le prime pulsioni e i primi amori. Primo amore atipico in questo caso per Fabietto che vede Maradona come Dio e Zia Patrizia come la Madonna.
Ci spiega anche la sua misoginia interiore, cresciuto da un padre potente e poco corretto con l’amata moglie, e con uno zio che spesso alza le mani sulla zia.
E’ un film semplicemente splendido e profondo, sulla realtà e su una realtà che è scadente, laddove il cinema non lo è. E’ una passione obbligata. E tanto basta.

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Bello eh / 10 Gennaio 2022 in È stata la mano di Dio

Bello eh, il dialogo con Antonio Capuano/Ciro Capano vale da solo tutto il film. Ma le critiche mosse all’attricetta di teatro le rivolgerei a Sorrentino stesso.

Dolore, arte e perseveranza / 17 Dicembre 2021 in È stata la mano di Dio

Attraverso il dolore si può raccontare il mondo. E’ l’inchiostro ideale quando apparentemente non si ha nulla da dire.
Sorrentino, con la sua opera più profonda, sembra suggerirci questo. E come sempre lascia che la poesia scorra libera, anche nella sua più grottesca forma, perché in fondo la bellezza è solo un modo più ingenuo e trasognato di vedere le cose.
L’eterea Napoli degli anni ‘80, con uno dei suoi interpreti più iconici ( e storici ) , che ho vissuto solo inconsciamente, perché ero troppo piccolo per percepirne l’essenza, così smaliziata, eppure oltremodo sincera, pregna di contraddizioni, ma allo stesso tempo mai satura di speranza; è la cornice ideale per quello che è a conti fatti un monologo interiore del regista, solo che al silenzio si alternano parole, caricature, costrutti e immagini, che hanno principalmente il compito di sottendere la realtà, perché triste, perché noiosa, o semplicemente poco artistica.
Sorrentino realizza quasi due film. Il primo, in cui la commedia si mescola al faceto, che rappresenta un po’ la quiete fanciullesca del regista. Non quella che si respira dopo una tempesta, ma quella che presagisce l’arrivo prepotente di un desiderio, anche se per riconoscerlo devi patire l’affanno, il patimento, il dolore. Dolore che nella seconda parte naufraga in una onirica ricerca di un’identità artistica.
Dopotutto dolore e arte hanno quasi la stessa forma mentis.

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Ma quant’è bella Napoli!!! / 17 Dicembre 2021 in È stata la mano di Dio

In questo film Sorrentino ne esalta le sue incongruenze, le sue follie, i suoi dolori e la sua leggerezza nel vivere la vita.
Fabietto è un adolescente con tanta confusione del suo futuro ma con una certezza: la sua famiglia pazza e unitissima.
Nello stesso periodo il Napoli acquista Maradona e questo fatto trasforma qualsiasi problema come secondario.
Ma un evento tragico porterà Fabietto a dover crescere e capire cosa vuole dalla sua vita.
Film diviso in due parti dove la prima è spassosissima mentre nella seconda si vive in pieno il dramma.
“La realtà non mi piace più. La realtà è scadente”
Perla finale: Napul’è di Pino Daniele.
Da vedere!
Ad maiora!
#filmaximo

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