18 Luglio 2012
A prescindere dal delittuoso stravolgimento fatto al fumetto della Bonelli, di cui -oltre al nome del protagonista ed ai suoi abiti, peraltro indossati solo da un quarto del film in poi- non viene rispettato alcunché (ambientazione, psicologia di DYD, Detroit al posto di Londra, Groucho sostituito da un onnipresente ed insipido assistente querulo…), si tratta di un film profondamente brutto: mal sceneggiato, pessimamente interpretato, con un make-up horror elementare ed effetti speciali ridicoli.
Perché, dico io, qualcuno ha sentito la necessità di produrre una pellicola del genere?
Non aggiunge nulla al mito “letterario” (anzi, lo depaupera, trasformando il tormentato indagatore dell’incubo in uno dei qualsiasi cacciatori di licantropi, zombie e vampiri che vanno tanto di moda), né al genere cinematografico di competenza.
Qui, non c’è ironia, non c’è divertimento, non c’è mai fascino.
Però, c’è Peter Stormare. E non capisco come sia potuto finire lì dentro.
Aridatece Rupert Everett…
😀 Guarda, un film capace di far rimpiangere perfino Dellamorte Dellamore! (comunque, io ho un debole per Rupert Everett 8) )
eppure poteva avere un senso…tentava di rivendere dailan agli americani…con tutti i loro clichè e moralismi e paradigmi. non è un film riuscito di sicuro, ma se non fosse ispirato a sclavi non sarebbe cosi male. comunque il dailan di Michele Soavi è un gioiellino!
Beh, io ho cercato di vederlo a prescindere dal fumetto. Ma l’ho trovato talmente indigeribile così, che -ad un certo punto- ho ripreso in mano il paragone.
Il film di Soavi era così evocativo, nella sua ingenuità, da avere davvero un perché 😉
Peter Stormare? c’è pure lui?? Avrà avuto bisogno di soldI! 😉
Guà, lo penso anch’io 😀 Un ruolo “strano” in un film simile, nei panni di Lucifero, l’aveva già rivestito in Constantine. Ha un mutuo trentennale, direi!