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Drive

/ 20117.5729 voti

La vulnerabilità del silenzio / 13 Luglio 2023 in Drive

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Drive, diretto da Nicolas Winding Refn, è un film straordinario che si distingue per la sua atmosfera unica, la sua colonna sonora e, soprattutto, per la performance magnetica di Ryan Gosling nel ruolo del protagonista senza nome.

Gosling offre un’interpretazione silenziosa ma potente, catturando l’essenza del personaggio con il minimo sforzo. Il suo volto impassibile e il suo sguardo intenso trasmettono un senso di mistero e determinazione. Il protagonista di Gosling è un uomo dai pochi dettagli, ma le sue azioni e la sua presenza magnetica parlano più delle parole.

La recitazione di Gosling in Drive è sottile e piena di sfumature, permettendo al pubblico di immergersi nella psicologia del personaggio senza bisogno di spiegazioni esplicite. La sua abilità di comunicare emozioni complesse con semplici sguardi e movimenti lo rende uno dei protagonisti più affascinanti e memorabili del cinema contemporaneo.

Il personaggio interpretato da Gosling in Drive è un mix affascinante di forza e vulnerabilità. È un guidatore di auto di giorno e un autista per rapinatori di notte, eppure mostra un’anima sensibile e un desiderio di riscatto. La sua connessione con Irene, interpretata da Carey Mulligan, aggiunge un ulteriore livello di profondità alla sua caratterizzazione, offrendo un accenno di speranza e umanità.

Drive è un film che mette in risalto le abilità di Gosling come attore e conferma la sua versatilità. La sua interpretazione silenziosa ma potente guida l’intera narrazione, creando un personaggio indimenticabile che rimane impresso nella mente dello spettatore.

In conclusione, Ryan Gosling offre una performance straordinaria nel film Drive, incarnando il protagonista senza nome con un’energia magnetica e una presenza inconfondibile. La sua interpretazione silenziosa e intensa trasmette emozioni complesse e rende il personaggio indimenticabile. Drive è un film che merita di essere visto per l’intero pacchetto di elementi che offre, ma la performance di Gosling è sicuramente uno dei punti di forza che lo rendono un’esperienza cinematografica unica.

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no titolo / 4 Agosto 2020 in Drive

Che film. Regia splendida. Ho amato molto i silenzi del film. Ryan Gosling gelido eppure perfettamente in grado di fare trasparire emozioni con lo sguardo e una grande umanità con pochi sorrisi, mi è piaciuto moltissimo. Gran film.

strepitoso / 9 Aprile 2020 in Drive

tecnicamente eccelso, uno dei migliori film degli ultimi anni.. onirico e spirituale nella sua cruda realtà. Masterpiece

Io guido e basta / 23 Giugno 2018 in Drive

“Io guido e basta.” Questa la risposta che Driver, il protagonista, concede a chi chiede della sua professione o anche ai criminali che chiedono il suo aiuto. Si, criminali, perchè Driver per guadagnare qualcosa in più presta le sue abilità da pilota a ladri di banche o rapinatori.
Ma non è cosi, Driver non guida e basta, ma commette omicidi, minaccia persone, assale brutalmente chi considera una minaccia e lo fa perchè questa è la sua natura.
Protagonista assoluto, Ryan Gosling interpreta un personaggio apatico, freddo, emotivamente distaccato ma solo all’apparenza, perchè in realtà il suo sguardo agghiacciante e le sue espressioni ruvide celano una grande sensibilità e la capacità di provare un amore profondo. Amore profondo che lo spingerà a mostrare altre caratteristiche della sua indole ovvero la parte più cinica, spietata, crudele della sua natura.
In seguito ad un tentativo di rapina fallito, dove come al solito la sua mansione era quella di assicurare la fuga ai rapinatori, la spirale di violenza precipita velocemente e l’istinto di sopravvivenza porta con se omicidi e vendette.
Antieroe dal cuore nobile, Driver si trova coinvolto in una storia di mafia solo per salvare Irene, donna conosciuta da poco, e suo figlio Benicio dai guai in cui il marito di lei, appena uscito di prigione, li ha impantanati, ma sarà a sua volta trascinato in una storia di violenza e brutalità.
Fotografia e soprattutto la colonna sonora, davvero superlativa, accompagnano la trama e i protagonisti in uno dei migliori film usciti negli ultimi anni che riesce ad essere, grazie alla mano di Refn e al volto di Gosling, un film tecnicamente perfetto ed emotivamente coinvolgente.

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Taxi driver 2.0 / 20 Agosto 2017 in Drive

L’opera più internazionale di Refn è uno splendido thriller ambientato nella notte della “città degli angeli”, espressione massima del suo cinema d’autore che immerge le basi nel più grande capolavoro della filmografia scorsesiana.
Gosling è perfetto. Il “ragazzo” è completamente distaccato dalla realtà che lo circonda, alienato da una società emarginante e distaccata di cui ne rispecchia ogni singola caratteristica fisica ed emotiva. E’ freddo, gelido, cinico. E’ oppresso dalle aspettative che il suo capo (ottimo Bryan Cranston) risiede in lui, è disgustato dai legami che le persone intrattengono solo per mero opportunismo (il capo con i mafiosi).
Un giorno però qualcosa cambia. Sembra “liberarsi” dal torpore che lo circonda. Si innamora. Si innamora di un amore innocente, puro, privo di formalismi, caratterizzato da innocenza e ingenuità, la più grande mancanza del mondo che viviamo.
La spirale autodistruttiva che però ha innescato lo porterà a liberare “il lupo in gabbia” racchiuso in sé, perdendo quel'”angolo di paradiso” che aveva trovato.

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Rapido e freddo / 14 Febbraio 2017 in Drive

Probabilmente questo più di altri è il film che completa la biforcazione tra due generazioni di spettatori, la generazione “X”, ovvero quella come me dei quarantenni che hanno vissuto il cinema ’80 e ’90, e la generazione “Z” nata a cavallo del millennio. Ho pensato questo perchè Drive è la quintessenza del cinema degli anni duemila, una sorta di flirt tra l’autoriale e il blockbuster ben condita di synth e electro pop, senza eros nè epos, che un po’ tiene lo spettatore inchiodato al sedile passeggero un po’ lo accontenta con eruzioni improvvise di cruda violenza, senza particolare partecipazione emotiva.
Per quanto mi riguarda non posso negare un briciolo della qualità registica, ma questo film mi scivola addosso piuttosto freddo. Gosling troppo impassibile per riuscire a coinvolgermi, le recitazioni di sottrazione sono difficilissime e mi garbano raramente; la Mulligan invece proprio non mi piace come attrice.

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7 Aprile 2015 in Drive

Ryan Gosling interpreta Driver, uno stuntman meccanico che su richiesta fa da accompagnatore per rapine o furti garantendo la fuga senza problemi.
Interessante… WOW… E che voti… Diamine… lo voglio proprio vedere…
WOW? Beh, alla fine forse tutto questo entusiasmo è eccessivo.
Trama originale, all’inizio, che poi scema in un finale scontato.
spesso lento e (per molti) noioso ma è la caratteristica del personaggio, schivo, taciturno, introverso quindi ci sta. Scopre di essersi innamorato e questo lo porterà a scelte determinanti per tutti.
Non posso bocciarlo perché non è di certo brutto… Però considerarlo un film con una media del 7,5 direi che è troppo, per me…
Una sufficienza la strappa ma di certo niente di più…
Ad maiora!

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2 Gennaio 2015 in Drive

A due anni distanza dal profondo “Valhalla rising”, Nicolas winding Refn torna agli ambienti urbani con “Drive”, un’opera che è una via di mezzo tra l’action movie tradizionale e il film indipendente.

Dal primo genere Refn prende le distanze, tant’è che non troviamo quel ritmo veloce ed incalzante o i vari espedienti (esplosioni, sparatorie… ) usati nella maggior parte delle produzioni made in Hollywood. Piuttosto cerca di rielaborare tale genere in modo personale, attraverso un gioco di sguardi e silenzi tra gli attori, che vengono interroti da irruente esplosioni di violenza.

Da apprezzare anche la performance di Ryan Gosling, nuovo attore feticcio di Refn, che ben riesce ad impersonare l’eroe (anzi, antieroe) solitario e di poche parole, all’apparenza freddo ma bisognoso d’affetto. Particolare elogio anche per le musiche, tutte dal retrogusto Techno e in particolare “Nightclall” di Kavinsk.

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1 Gennaio 2015 in Drive

‘Uno scorpione chiede ad una rana di poter salire sul suo dorso ed essere traghettato dall’altra parte del fiume. La rana, preoccupata di una possibile puntura, rifiuta, ma lo stesso scorpione la rassicura facendole notare che un suo eventuale attacco porterebbe alla morte d’entrambi. Rincuorata dall’affermazione dello scorpione, la rana accetta. Dopo pochi minuti però la rana sente pizzicare; lo scorpione l’ha punta con la sua coda. Interdetta, prima di andare entrambi a fondo, chiede: “Perché lo hai fatto?”. Molto semplicemente egli risponde: “È nella mia natura”’.
(Fonte: Wikipedia)
Perché raccontare questa breve storia?
Enuclea perfettamente la natura di ‘Driver’ (Ryan Gosling) l’antieroe di Drive, film del 2011 diretto da Nicolas Winding Refn basato sull’omonimo romanzo di James Sallis.
Come un predatore notturno, egli si aggira per la città al volante di un’auto; qualsiasi criminale di Los Angeles che vuole portare a termine un colpo si rivolge a lui come guidatore.
Un’unica regola:
“Dammi ora e luogo e ti do cinque minuti: qualunque cosa accada in quei cinque minuti sono con te, ma ti avverto, qualunque cosa accada un minuto prima o dopo sei da solo. Io guido e basta!”
Criminale al volante di notte, stuntman cinematografico e meccanico di giorno, il nostro protagonista senza nome e passato, se pur sottopagato dal suo capo, amico e mentore Shannon (Bryan Cranston), ama quello che fa. È il migliore. Un giorno, mentre si trova al supermercato, incontra Irene (Carey Mulligan) e suo figlio Benicio, e tra loro nasce un amore silenzioso, ma mai banale, fatto di sguardi, cenni e sorrisi. Quando Standard, marito di lei, torna dal carcere, le cose tra i due si complicano, senza tuttavia perdere la complicità. La malavita però limita la tranquillità della famiglia di Irene minacciando lei e il bambino. Così Driver decide di mettersi a disposizione del marito per aiutarlo a liberasi dei piantagrane ed estinguere un suo debito: ma niente va per il verso giusto e tutto si complica ulteriormente.
Molti si sono (sof)fermati ai primi sublimi dieci minuti della pellicola dove musiche, regia, fotografia, azione e tensione sono orchestrate abilmente senz’alcuna sbavatura. Tuttavia il film prosegue, e secondo alcuni non ricalca la prima parte perdendosi in una storia d’amore banale e un’interpretazione minima dei suoi attori principali. Se pur racconta qualcosa di già visto è il modo in cui viene espresso a fare la differenza. L’amore costituisce la base, lo sfondo per un’esplosione emotiva del protagonista. I suoi silenzi, gli sguardi, i cenni e gesti non limitano la sceneggiatura o la caratterizzazione del personaggio di Gosling anzi l’arricchiscono evidenziando la sua incapacità di comunicare: la timidezza cela abilmente la violenza insita nella sua personalità. L’introverso e riservato Driver innalza una barriera di silenzi per controllare e limitare la sua vera natura. Quando però vengono minacciati i suo valori affettivi lo scorpione che è in lui entra in collisione con una marea di sentimenti contrastanti e le azioni che ne derivano sono inevitabili: tutto ciò che accade ‘è nella sua natura ’ . Egli è “a real human being and a real hero”. Semmai sono colpito dal paragone con Travis Bickle di Taxi Driver, dove l’unico parallelismo è la sfuriata finale. Inoltre sono molte le scene ad effetto nella pellicola; due parole: maschera e strip club. Per non parlare del finale con innumerevoli interpretazioni. Menzione doverosa alla splendida colonna sonora; due canzoni su tutte: All real hero e Nightcall.
Un film da non perdere che inevitabilmente richiama l’interesse per le altre opere di Refn; a breve Solo Dio perdona.

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Per me è no . / 30 Dicembre 2014 in Drive

Il film pare inizialmente aprire il sipario alla novità , non seguendo le orme dei soliti standard noti a molti . Gli elementi caratterizzanti delle classiche americanate sono presenti , ma tutti sono inseriti nel modo giusto e con un realismo quasi perfetto . Ryan Gosling interpreta più che bene un personaggio che non mi piace affatto . Taciturno , riflessivo ; il suo carattere rende i dialoghi piuttosto lenti e noiosi ed una buona parte del film con essi . Trama poco intrecciata e piuttosto prevedibile .Come si è già detto , un esercizio di stile , un tentativo a mio avviso mal riuscito .

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Gruppo Drive / 10 Aprile 2014 in Drive

Per chiunque fosse interessato ho creato il GRUPPO DI DRIVE:
https://www.nientepopcorn.it/groups/drive/

Refn e il nuovo sodalizio / 10 Aprile 2014 in Drive

Refn confeziona nel 2011 la sua decima pellicola, creando un prodotto appassionante, che miscela sapientemente estetica ed azione.
Dopo la parentesi di Valhilla Rising, Refn abbandona i paesaggi naturali della Scozia per tornare alla sua zona prediletta, ovvero l’ambientazione urbana (per la precisione, la vicenda si svolge interamente a Los Angeles). Il precedente sodalizio con Mads Mikkelsen si chiude per dare inizio ad un nuovo, originale rapporto con l’attore Ryan Gosling. Rispetto al collega che lo ha preceduto, l’attore canadese non fa mancare una caratteristica evidentemente cara a Refn: quella sorta di capacità espressiva limitata ai gesti ed agli sguardi, povera di parole. Il character dell’attore canadese è una personalità taciturna che conduce una complicata doppia vita (stuntman di giorno, autista criminale su commissione di notte), ma anche una doppia personalità. Il ragazzo senza nome è sostanzialmente mite, freddo, indifferente a ciò che gli succede attorno. Ma, col passare del tempo egli si rivelerà molto più emotivo di quello che sembrava. Gli scatti d’ira poderosi sono il pretesto perfetto per Refn inserire svariate esplosioni di violenza, altro marchio di fabbrica del regista.
Menzione doverosa: la colonna sonora.
https://www.youtube.com/watch?v=v2tygV0zDmQ

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Lento, violento. / 25 Agosto 2013 in Drive

Da questo film in poi, (se non anche prima), Ryan Gosling verrà usato dai registi come l’eroe taciturno e silenzioso, cosa che ho poco digerito.
Comunque sia, Drive è uno dei film che mi ha soddisfatta di più degli ultimi anni. Per prima cosa, la sceneggiatura è originale, non solo nella storia in sé, ma anche come viene rappresentata (parlo dell’inizio, in cui si capisce subito che il protagonista è un criminale). Nicholas è stato molto bravo nel calibrare gli opposti durante tutta la pellicola: nonostante il film sia in generale “lento”, la durata complessiva non è esagerata; nelle scene “d’amore” il montaggio risulta più lento e i colori sono più caldi, mentre le scene in cui si vede l’alter ego criminale vengono rappresentate con più freddezza. Così si alterna il film, fino ad arrivare alla scena (a mio parere) culmine dell’ascensore, dove un rallentatore e un colore caldo definiscono i tratti di un gesto di incredibile dolcezza, per poi all’improvviso, crollare nella violenza. Importante anche la colonna sonora, che accompagna questa altalena di atmosfere. L’ho trovato molto simbolico. Guardatelo

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Un eccellente “8” / 13 Giugno 2013 in Drive

Non trovo parole per descrivere questo capolavoro diretto magistralmente e interpretato da Gosling in un modo maniacale, tanto che ricorda vagamente il De Niro/Travis Bickle di “Taxi Driver” (guarda caso, anche il titolo c’entra….): un giustiziere anonimo e freddo, ma non per questo insensibile, che prende a cuore una faccenda che non lo riguarda. Titoli di testa e di coda in uno stile anni ’80, come la azzeccata scelta di brani per la colonna sonora, una storia che su alcuni (ma pochi!) tratti cade nel dejà-vù e nel leggermente patetico, ma accelle l’ottima fotografia, i fermi immagine (la scena del camerino sembra un sogno!) e le tante riprese in steady-cam… Non ve lo perdete! 😉

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Una fiaba violenta / 17 Maggio 2013 in Drive

Che cosa succede quando uno stuntman senza nome, freddo e distaccato si affeziona alle sorti di una famiglia e decide di aiutarla, a costo di affrontare criminali di mezza tacca, ma violenti e spietati?

Ce lo racconta Nicolas Winding Refn in Drive, un neo-noir fiabesco e violento dove da una sceneggiatura semplice scaturiscono immagini, musiche e atmosfere con pochi eguali.

Ryan Gosling è lo stunt dallo sguardo impenetrabile che fa da autista a piccoli criminali durante le loro rapine, vagando per una Los Angeles dalle centomila strade, anonima e infinita, che si tramuta in un girone di morte e violenza da cui è difficile uscire indenni, dove le parole servono a poco e a contare sono solo i fatti.

Refn gira un primo atto pulito, costruisce un amore che sboccia tra sguardi e silenzi, dove Gosling si esprime con mezzi sorrisi e monosillabi, indossando un iconico giubbetto bianco che è già nell’immaginario collettivo e che a ogni minuto che passa sembra sempre più l’armatura di un cavaliere vendicatore.

Ma la tensione è palpabile, e la violenza arriva all’improvviso, esplosiva. Gosling, come uno scorpione, accumula le emozioni, molla d’un colpo il freno a mano e colpisce repentinamente, fino alla fine, pronto al sacrificio per garantire a Irene (Carey Mulligan) e suo figlio una vita tranquilla.

C’è uno spiraglio di luce in tutto questo, un breve idillio che può consumarsi solo sulle rive di un fiume, dove la città con i suoi fari e i suoi neon non può arrivare, sconfitta dalla luce del sole.

Ma in un mondo di delinquenti dove ogni sbaglio è punito e non si ha alcuna remora nel passare sui cadaveri di madri e bambini, la violenza grafica che scaturisce dalle mani di Gosling si carica di un peso etico e catartico. Quasi a ristabilire le immagini nette e pulite che nascono dallo sguardo di Refn e che sono turbate più dall’arroganza e dalla prepotenza che non dalla violenza stessa.

Capolavoro registico, meritatamente premiato a Cannes, questo è Drive. Cinema allo stato puro, fatto di immagini e non di parole, di musiche suggestive, di attese e improvvise accelerazioni, di sentimenti covati nelle viscere, diretto e senza fronzoli, proprio per questo capace di appassionare lo spettatore e di gettarlo in un oscuro suburbio. Uscirne è difficile e le strade da percorrere sono tante.

Da non perdere.

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Buon ritmo buon film / 5 Marzo 2013 in Drive

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il freddo pilota che per amore si fa coinvolgere in una situazione molto più grande di lui … ma il suo carattere ed il suo amore sono tali da uscirne … ma a che prezzo . Il film è girato ad un buon ritmo .. quindi si vede bene amche grazie alla ottima colonna sonora.

1 Marzo 2013 in Drive

leggevo ovunque recensione fantastiche di questo film. chi lo associava all’oscar come miglior interpretazione maschile, ma forse l’accostamento è un po’ esagerato. Bel film ma di certo non da oscar.

18 Febbraio 2013 in Drive

Quando il Cinema è rappresentazione di emozioni, dove trama e tecnica sono solo un mero pretesto. Refn dirige splendidamente ed è ben conscio del potenziale che ha tra le mani, tanto da apparire quasi autocompiaciuto e da potersi permettere l’epilogo meno popolare.

un intorno di 7. / 10 Febbraio 2013 in Drive

Non ho trovato il film brutto, è grandioso il parallelismo con Grand Theft Auto, nei colori, nella velocità del film ma anche nei giochi di sguardi e momenti di lentezza che ti fanno dire: “Ca**o, che scena”, i primi dieci minuti poi sono adrenalina pura.

Il problema è che i restanti 80 minuti non reggono il confronto con i primi dieci. Per carità, non voglio dire che il film manchi di scene d’azione anzi, la violenza regna sovrana ma nella presentazione iniziale abbiamo un calcolatore, l’uomo dai cinque minuti, quello che conosce ogni via e scorciatoia. Con lo scorrere della pellicola si abbandona il lato risoluto del protagonista, prima pecca (grande pecca) del film per dargli un lato più umano. Vorrei cogliere l’occasione per dire come l’attore scelto a mio avviso non sia proprio il “bad ass” numero uno di Hollywood anche se sembra crederci davvero. Il fatto di buttarci la storia d’amore, non lo demonizzo sia ben chiaro, l’ho trovata invece un buon anello di congiunzione per il film che rappresenterò come una catena.
Uhm sto scrivendo da Dio.
Dicevo, diamo un po’ di trama al film. Il protagonista pur non essendo il #1 Bad Ass è uno stunt-man che lavora in un’officina ma che si diletta anche a “guidare” (Drive come il titolo, lo studio dell’inglese non è mai stato così proficuo) per dei loschi individui seduti al bancone del bar, pieni di whisky e blablabla.
Succede che questo duro da strada incontra una bella biondina con un figlio, il marito è al gabbio e badabing badabang si innnamorano.
Il marito esce di galera senza passare dal via e senza cartellino del Monopoli quando ad un certo punto viene picchiato da dei gorilla, non gli animali ma le braccia violente di un boss locale. The Driver allora aiuterà l’ex galeotto a sdebitarsi. In che modo ? Rapinando un negozio di pegni poiché se non si sdebita i bellimbusti se la prenderebbero con la famiglia.
WOOOOOOOW che novità, dai seriamente non ci vuole un genio a capire quello che succede da questo momento. Se entri in un giro, anzi in questo giro non ne esci vivo, ti ammazziamo la famiglia, il cane e il vicino. Ecco che parte il film sulla Mafia con copertura Nino e la sua pizzeria dai prezzi cari.
4, 50 dollari per un pezzo di pizza ? Dai un furto.
Ok che siete mafiosi ma siete dei ca**o di ladri.
La pellicola si riprende con scene d’azione, sparatorie ed inseguimenti vari.
Bella l’apatia dei puttanoni in una scena del film, Il guidatore infatti entra in quello che potrebbe essere uno strip club e mentre colpisce con un martello la mano del tizio che li ha incaricati per la missione sopracitata (intanto nella realizzazione della suddetta, il padre del piccolo Benicio muore e la biondina rimane vedova) le ragazze stanno a guardare con sufficienza la scena.
Tirando le somme, personaggio e colonna sonora a parte, la pellicola non è malaccio.
Ora, per quanto riguarda la colonna sonora vorrei dire, non mi ha fatto impazzire. Come reputate un “non mi ha fatto impazzire” ? Il non mi ha fatto impazzire è una frase che va dal “non mi ha lasciato un ca**o” alla “me la sono ascoltata”. Non è che appena finito il film sono rimasto esterrefatto dalla visione o dall’ascolto. Ok, Kavinsky che fa una sola canzone ma c’è pura “A real hero” che voglio dire.. e Under your spell desire ?
Tra le altre cose, per un periodo ho ascoltato elettronica quindi non è che scrivo alla ca**o… Se mettevano i brani dei Kraftwerk me ce facevo una pippa su Drive porco diaz.
https://www.youtube.com/watch?v=WGkrJ3ywbtg.
Aggiungo, apprezzo pure il pop anni ’80 alla Vice City (non il pop in generale ma alcuni testi del pop anni 80 li apprezzo alla grande).
Per quanto riguarda il personaggio invece, molti me lo hanno presentato come.. lo leggerete fra poche righe xD.
Se quello è un cowboy io ho tre palle e mi chiamo Flipper, è un discreto badass ma da qui a parlare di “samurai silenzioso alla ghost dog”, “cowboy che prende una causa e la porta avanti alla Bronson Charles (l’attore)” troppa acqua deve passare sotto i ponti.
Forse storia da me già vista ma non demonizzo neppure questo. Cosa demonizzo ? Eh, che mi aspettavo di vedere i restanti 80 minuti come i primi 10. Spero che non escano sequel visto il finale.
DonMax

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29 Gennaio 2013 in Drive

Sembrerò ripetitiva, ma una volta presa da Ryan Gosling non riesco a fare meno di tessere infinitamente le sue lodi. E non solo perchè è immensamente affascinante ( e in Drive lo è, dio se lo è. Guanti, giacca, camminata.) ma perchè è un dio della recitazione e non sento di esagerare. Di ghiaccio nella prima parte del film, fa trasparire poi il crollo del personaggio, il precipitare della situazione, la determinazione e l’angoscia; tutto questo con pochissime parole ma con 1000 sguardi sfaccettati e perfetti, e con movimenti impercettibili della bocca. Il film lo regge lui, lo plasma e lo completa.
Non che la pellicola in sè e per sè abbia problemi. E’ stupenda, in toto: la regia è di classe, più che di classe, e con tantissime piccolezze sofisticate.Magistrale il prologo e la scena nell’ascensore, per non parlare del finale. La fotografia è di un nitido, di un azzurro e al tempo stesso di un dorato, di una lucido, dipende dai momenti, che fa venire i brividi.
La colonna sonora è già mia, e scoprire che è curata da Cliff Martinez non fa che elevarla ancora di più. Perfettamente armonizzata col film, così elettronica e retrò anche, così giusta per le ampie riprese delle luci di L.A.
Tutto il cast poi è magnificamente in parte e la storia non può non prenderti. Meraviglia.

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27 Gennaio 2013 in Drive

è un lavoro estetico, per fighetti. va da se che è un cultissimo semi-capolavoro nichilista.
due valori aggiunti.
1)a real hero: quando una canzone si lega indissolubilmente al film ed eleva entrambi.
1)gosling e il suo giubbotto, roba da iconografia pop anni 10.

13 Gennaio 2013 in Drive

Incalzante e coinvolgente thriller urban-noir ambientato nelle strade della Los Angeles più losca, componendo, con stile, un’incredibile storia di cavalleria criminale che degenera in una vera e propria escalation di violenza. Cult movie, subito.

19 Dicembre 2012 in Drive

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Superconsigliato da Amica P., vincitore di qualcosa a Cannes, è innanzitutto un film veramente anni ’80. Lo dimostrano la stupefacentemente bella, crea dipendenza, colonna sonora e la titolazione iniziale e finale, simile a quella dei pornosoft di playboy che davano su telecity. La storia non spicca per originalità, Drive è questo misterioso tipo molto fico e con un giubbotto zarrissimo con tanto di scorpione dorato disegnato dietro che per vivere fa il meccanico ma anche l’autista per rapine. Sta per diventare pilota di auto da corsa ma il destino si mette di mezzo, sotto forma di una puccissima vicina di casa (chissà che faccia fa quando fa un pompino U_U) con tanto di figlioletto, di cui lui, nondettamente (bel neologismo) si innamora ricambiato (di quella che fa il pompino, non del figlioletto). Per farla breve decide di aiutarli e finisce per mettersi contro a quelli semi o del tutto mafiosi che gli davano i soldi per fare il pilota. E dovrà vendicarsi – nella locandina non ha in mano un martello per caso. Storia banale, sì, ma gli attori fanno un figurone, lo sguardo malinconico e silenzioso del protagonista (che mi dicono sia un gran gnocco) serve a rimarcare il netto contrasto con le esplosioni di irrefrenabile violenza di cui è capace quando si arrabbia e i nodi vengono al pettine. Sai quelle robe che pensi “Uaouaouao, adesso si incazza, va lì e spacca il culo a tutti”. Anche qui gli osanna della mia amica erano esagerati (“è il film dell’anno!”) ma resta un bel film. E, soprattutto, ANCHE VOI potete comprare la giacca tamarra con lo scorpione dorato. What are you waiting for?

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Capolavoro / 29 Agosto 2012 in Drive

Film incredibile, perfetto, che ho amato dal primo momento. Non conto più le volte che l’ho visto, e continuo a trovarlo meraviglioso.
La sua lentezza non è un difetto, è un invito a godere di ogni piccolo particolare. I suoi silenzi ci spingono ad osservare i minimi gesti, gli sguardi, contribuiscono a creare un eroe di raro fascino. Ottima la regia, magnifici gli interpreti. Refn è una promessa, non l'”erede” di uno stile o di altri celebri nomi, con i quali pur condivide dei tratti stilistici: diventerà presto un grande. Meravigliosa la colonna sonora, sublime l’atmosfera della notte metropolitana. Un vero capolavoro, purtroppo talvolta incompreso.

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Lode e onori a Winding Refn / 25 Giugno 2012 in Drive

Le regole del noir post Pulp Fiction sono obbligatoriamente accostate a Quentin Tarantino. Ed anche in Drive,noir clandestino e asettico di Nicolas Winding Refn,talentuosissimo danese,all’ennesima trasferta hollywoodiana,l’ombra di Tarantino vigila sicura. Lontano dal poverismo delle recenti tattiche per reiventare il noir di altri tempi,anche in Inghilterra(vedi il fallimentare London Boulevard),Drive non risente di una vera e propria matrice cinematografica,ma grazie ai richiami a precedenti film,specialmente anni 80 e al noir in sè,si trasforma in un’operazione non solo commerciale,ma di instaurazione alla memoria collettiva. Perchè in Drive c’è Friedkin,c’è Hill,c’è perfino un certo Clint Eastwood,lontano dalle origini,ma grazie ad un allontanamento dovuto dai vari Fast and Furious,si scopre come una riuscita scommessa,che finisce con l’accattivare amorevolmente.Uno stuntman(qualcuno potrebbe citare il Kurt Russel di Grindhouse,diretto da,indovinate un po’,Tarantino),senza nome(qualcuno potrebbe citare la Sposa di Kill Bill,diretto da,indovinate un po’,Tarantino),ha una doppia vita:Di mattina fa la controfigura per film di successo,di notte è un autista di rapine.Potrebbe correre per circuiti professionistici,ma l’amore ci si mette di mezzo. Conosce la bella Irene,ragazza madre con il marito in galera. Quando questo esce di galera,si mette nei guai con alcuni criminali senza scrupoli e riesce a combinarla così grossa,che il guidatore senza nome dovrà aiutarlo a mettere a segno un colpo epocale. Peccato che non tutto va come avevano calcolato. Refn,elegante nella messa in scena,tralascia emozioni di ogni tipo dallo schermo e mette a fuoco la sua poetica depressa da poeta metropolitano. Sembra un fiammingo,Refn,nel cinema di oggi,come lui ce ne vorrebbero un bel po’. Stiamo parlando di un quarantenne che riesce a trasformare la storia di un omicida in una delle migliori lezioni di cinema degli ultimi anni(parlo di Bronson of course) e che riesce ad offrire sequenze dinamiche ed adrenaliniche,in un noir che ricorda lontanamente i tempi tanto amati da Tarantino(guarda un po’ chi si rivede),ovvero quelli di Tutto o Niente e Zozza Mary,Pazzo Gary. Non suona però come un omaggio all’exploitation e al cinema di genere,questo splendido Drive,ma bensì riparte da dove i suoi precessori avevano finito,quando non ricomincia addirittura tutto daccapo. Chi scambia Refn per una meteora,davanti a questo interessante film dovrà clamorosamente ricredersi: Refn è un grande cineautore di storie che sembrerebbero fuori dal coro,ma che restano implicate nel reale e non diventano metaforiche. E se Refn viene addirittura chiamato il “Tarantino di Danimarca”,un motivo ci sarà. A Cannes se ne sono accorti,premiando la regia di questo film,uno tra i più amati al Festival. Speriamo che anche gli italiani se ne accorgano,una volta tanto.

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31 Maggio 2012 in Drive

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Mi ha folgorato. Ottimi Gosling e la Mulligan, ottimi fotografia e montaggio. La regia è affascinante, anche se ho trovato qualche virtuosisimo di troppo (i rallenty soprattutto). L’incipit è fenomenale!

Dubbi e lentezza / 22 Aprile 2012 in Drive

Visto una volta.
La prima cosa che mi viene in mente è: lento. A tratti noioso.
Sicuramente dovrò concedermi una seconda visione – e forse il mio voto potrà cambiare, in bene o anche in male!
Indubbiamente è artisticamente valido, non conoscevo il regista e mi sono fidato delle recensioni di molti. Bella fotografia e ottima colonna sonora.
Sono rimasto un po’ deluso, sicuramente: la trama è piuttosto semplice e non presenta colpi di scena o elementi che la rendano veramente interessante. Gosling non mi ha convinto appieno, anzi ha anche una “faccia da schiaffi”.
Non sono un esperto di cinema, quindi la mia recensione è valida fino a domani mattina, ma posso dire che questo film è un mero esercizio di stile, una bella confezione, un bel biglietto da visita… Ma poi?

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…..sssh! / 28 Marzo 2012 in Drive

Devo aver visto una versione beta. Aspetto quella con i dialoghi.

Azione sì, ma di spessore. / 4 Marzo 2012 in Drive

Questo Gosling appassiona sempre di più.
Fondamentale il suo tocco, che arricchisce il realismo di un personaggio tridimensionale come in pochi film d’azione sono riuscita a trovare.

Ottima regia, curata e lenta (lontana dall’americanata), fotografia particolare, e il tutto accompagnato da un’interessante colonna sonora. Insomma buona visione a chi ancora non l’ha visto 🙂

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quelli dello scorpione parlano poco. / 3 Marzo 2012 in Drive

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

un noir interessante,attento agli stati d’animo dei personaggi,vi si trovano rapine fuori campo e improvvise esplosioni di violenza come nei film di Kitano,la colonna sonora è adeguata e usata in modo efficace,senz’altro l’eroe del film ha analogie con alcuni del passato,vien da pensare al western, ma anche al cinema di M. Mann con la stessa cura maniacale dei dettagli,senza tralasciare il polar di Melville e più precisamnete a quel capolavoro di pellicola che è “Le Samourai ” ,stessa glacialità di gesti e il destino ineluttabile che incombe a chiudere la vicenda,non la stessa solitudine però,qui il protagonista (quasi senza volerlo) interagisce con una famiglia composta da: madre carina con bambino e padre delinquente appena uscito di galera, quest’incontro sarà decisivo, infatti dopo molte peripezie il protagonista dovrà vedersela col cattivone di turno in un memorabile duello finale.

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DRIVE di N. W. Refn / 9 Febbraio 2012 in Drive

Pochi dialoghi. Belle riprese. Scene di violenza degne di un Tarantino. Eppure… non mi convince. Avrei preferito che la colonna sonora non fosse così presente in scene già complete come le si vedeva, che non ci fossero “americanate” come il rombo dell’auto che viene usata nell’ultima rapina o la scena finale. Un 7… che sarebbe più un 6 e mezzo.

cowboy metropolitano / 20 Novembre 2011 in Drive

Refn un DJ prestato al cinema / 6 Ottobre 2011 in Drive


1. Night Call – Kavinsky
2. Tick of the Clock – Chromatics
3. Rubber Head – Cliff Martinez
4. I Drive – Cliff Martinez
5. He Had a Good Time – Cliff Martinez
6. They Broke His Pelvis – Cliff Martinez
7. Kick Your Teeth – Cliff Martinez
8. Where’s The Deluxe Version? – Cliff Martinez
9. See You in Four – Cliff Martinez
10. After The Chase – Cliff Martinez
11. Hammer – Cliff Martinez
12. Wrong Floor – Cliff Martinez
13. Skull Crushing – Cliff Martinez
14. My Name on a Car – Cliff Martinez
15. On The Beach – Cliff Martinez
16. Oh My Love – Riziero Ortolani & Rina Ranieri
17. Under Your Spell – Desire
18. A Real Hero – College feat. Electric Youth
19. Bride of Deluxe – Cliff Martinez
Io non ci capisco proprio nulla di musica, è l’arte che mi è più lontana, ma è impossibile non rendere omaggio a tanta meraviglia. Imperiosa la colonna sonora e tutto ciò che è suono o rumore all’interno del film.

Interessante nonostante uno svolgimento molto composto e “normale”, il film è un film sull’identità. Il nostro guidatore non ha nome e i nomi sono molto importanti in questo film (standard già preannuncia la sua morte, nino è il simbolo dell’incapacità del malfattore ebreo di essere integrato nella famiglia e la sua voglia di esserlo), non ha passato e non ha futuro (cosa ne sarà di lui?), non ha neppure un volto o meglio spesso ne indossa altri. In questo caso si accosta al precedente film di Refn, Bronson in cui il protagonista cambiava nome addirittura e, da istrione maiuscolo, recitava più parti in una sorta di metateatro continuo. Qui più sobriamente c’è il cinema, il guidatore è uno stunt, ossia l’ignoto e invisibile che presta il suo corpo, ma anche la sua abilità ad un altro, celandosi speso dietro maschere. Semmai lui è via via quello che gli altri vedono in lui: un criminale, un lavoratore, un campione, un salvatore e probabile compagno, un amico, un padre putativo. Solo una volta lui cerca di essere qualcosa, ma verrà rifiutato a suon di schiaffi. Freddo, impassibile è un angelo della morte impermiabile quasi a tutto in cui convivono la totale indifferente quiete con la violenza più efferata. Il guidatore non è mosso da nessuna emozione, il denaro non lo interessa in nessuna maniera, la gloria possibile neppure, solamente la ragazza e il bambino hanno la capacità ipnotica di attrarlo dentro uno scenario domestico quasi come una isola di tregua da se stesso.

Qui è la musica e il ritmo che dettano la storia del film, che scolpiscono i caratteri dei personaggi e raccontano ciò che avviene in maniera strabordante ed efficiente. Eppure anche le luci che tagliano come lame le strade e le spiagge sono estremamente espressive per raccontare un personaggio praticamente muto. Su tutti: la scena dell’ascensore in cui convivono tutte le molteplici personalità del guidatore e che si dilata nel tempo restituendo il massimo del romanticismo, delicato e irreale, e il massimo della violenza bruta e psicotica; la scena della carneficina nel motel in cui, grondante di sangue, lentamente si occulta alla cineprersa nascondendosi dietro una porta, come un animale che si ritragga dopo l’attacco.

Un film in generale ben fatto con ottimi spunti

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4 Ottobre 2011 in Drive

Un personaggio senza nome, quasi ricalcato sul Clint Eastwood dei western, un tipo laconico che si esprime soprattutto in quello che fa ovvero “Io guido” come risponde alla domanda della vicina.

Ritmo lento, con il Ragazzo come viene chiamato dal suo “mentore” Shannon che si alterna tra stuntman di giorno e autista x rapine di notte. La scena iniziale della rapina introduce il personaggio, dal sangue freddo, quasi un tuttuno con la macchina.

Finchè non incontra una ragazza, la splendida Carey Mulligan,, con un figlio a carico e il marito in prigione; inizia a frequentarla (i dialoghi però non sono la parte migliore del film, molto lenti con Ryan Gosling quasi impacciato) e le cose inizieranno a complicarsi quando il marito esce di prigione.

Una seconda parte in cui esplode la violenza e ci fa capire anche l’altra natura di Driver; emblematica la scena in ascensore. Certe volte esagera un pò con la violenza.

Bravo Ryan Gosling anche se in qualche espressione, specialmente con la ragazza, sembra un pò ebete; bella e brava Carey Mulligan. Da sottolineare la presenza di Christina Hendricks (la serie Mad Men) nei panni della rapinatrice del banco dei pegni, Ron Perlman (Hellboy) Nino e Albert Brooks Bernie.

Film un pò particolare, lento e violento ma interessante.

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Maniera / 1 Ottobre 2011 in Drive

Film perfetto, impeccabile, raffinato, da cinefili. Un occhio attento potrebbe scorgere omaggi, citazioni continue e ripetute da Mann, l’ultimo Cronemberg, Hill, Gaspar Noè (maestro dello splatter “stiloso” a cui ha chiesto aiuto per la scena dell’ascensore) e tanti altri.
La forma, quindi, è ineccepibile, ma la sostanza? La trama è banale, scontata, già vista e rivista. E per di più (cosa per me non trascurabile) senza la minima ironia. Refn deve essere un tipo spocchioso, il classico primo della classe; per intenderci colui al quale riescono facili i compiti, ma che non eccelle in inventiva, originalità, e creatività.

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1 Ottobre 2011 in Drive

Una storia “classica” in una cornice postmoderna, citazionistica ma assolutamente originale per scelte estetiche e narrative.
Bella fotografia e ottima scelta delle location: da quelle urbane, con una Los Angeles notturna e bladerunneriana, punteggiata da led e neon, pressoché irriconoscibile alla luce del sole (ben diversa, per intenderci, da quella di Arma letale, per esempio), agli interni, scabri, squallidi, impersonali.

La colonna sonora è strepitosa: musica e immagini si fondono in maniera impressionante, raccontando l’una ciò che le altre suggeriscono (e viceversa).
Esempi emblematici, a riguardo, il primo brano, l’evocativa Nightcall di Kavinsky, che segna la cifra atmosferica dell’intera tracklist, e sul finale A real hero by College ft. Electric Youth che conferisce un’aura mitologica alla conclusione del racconto.
Voci femminili flautate e quasi acerbe su basi elettroniche: un ambiente sintetico ma caldo, profondo, quasi alla Moroder (non a caso, la sequenza iniziale, in cui viene descritta l’ “attività” del protagonista, mi ha ricordato tantissimo l’analoga introduzione di American Gigolo). La scelta musicale è, così, quasi una metafora dell’animo del protagonista, un Ryan Gosling credibilissimo, intenso, convincente, un vero Cavaliere Solitario.
Laddove Eastwood indossava un poncho e masticava un sigaro, qui Gosling veste una giacca bianca trapuntata e gusta uno stuzzicadenti: ciò che potrebbe suonare kitsch altrove, in questa pellicola diventa epico. Indimenticabile, a riguardo la scena dell’ascensore: vedere per credere.

Quello del “guidatore” è un personaggio archetipico, senza passato e con un presente precario: il samurai senza paura, il lonesome cowboy, l’eroe che raddrizza i torti sono i suoi maestri. Egli non può non risultare estremamente affascinante ed ammirevole, nonostante la violenza che è in grado di generare: è un supereroe pulp profondamente umano.

Ho apprezzato molto la sfacciata riproposizione di un’estetica 80’s in grado di coinvolgere perfino i font dei titoli e voglio credere di aver colto in alcuni passaggi diversi omaggi a bei titoli della decade, Manhunter di Mann su tutti.

Un film da godere con tutti i sensi allertati.

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20 Settembre 2011 in Drive

E’ decisamente Nicolas Winding Refn, con i suoi silenzi, i dialoghi ridotti all’essenziale e la colonna sonora che si sposa perfettamente ad ogni scena.
Secondo me è più simile a “Valhalla Rising” che a “Bronson”, motivo per cui l’ho apprezzato anche di più.
Bravo Ryan Goosling nel ruolo dello stunt e autista silenzioso e metodico, un personaggio intransigente, duro e preciso, ma fondamentalmente buono.
Ottima prima prova americana di un regista che non abbandona il suo personalissimo stile per vendersi ad Hollywood. Maggiormente apprezzabile il fatto che, nel non fare ciò, abbia deciso di cimentarsi con un genere (l’action) che nasce proprio in America.
Ne risulta un film personalissimo, difficilmente inquadrabile in un genere fisso, intenso e coinvolgente anche negli accessi di violenza, che però non è mai splatter, ma sempre funzionale al tema della vendetta di cui è intrisa tutta la seconda parte del film.
Altro che Fast & Furious!

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La ragazza della porta accanto / 16 Giugno 2011 in Drive

Mentre scorrevano le immagini mi sembrava di essere in un film di Friedkin, con il protagonista uscito da un film di Haneke e le immagini di Los Angeles da quelle di Mann…Noir con i controfiocchi (e con tutti i topoi del genere), con una fantastica sequenza d’apertura e una regia accurata e levigata come un cristallo.

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