Recensione su Drive My Car

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Drive My osCar / 27 Marzo 2022 in Drive My Car

È altamente pregno e stratificato, Drive My Car. Non ho letto il racconto di Murakami da cui è tratto, non so quanto e se Hamaguchi se ne sia distaccato, ma non farei fatica a credere che la pregnanza dei temi sia presente già nel testo originale.

I temi sono quelli del cinema d’autore più estremo. Ci sono tutti, e sicuramente me ne dimentico qualcuno: il teatro – e quindi la recitazione – come metafora delle maschere che indossiamo, gli specchi e quindi il tema del doppio, io che ti guardo e tu che sei guardato sapendo di esserlo, la forza catartica della finzione. Ah, poi, come se non bastasse, ci sono pure i titoli iniziali dopo 40′ di film!
Qualcuno potrebbe sostenere che, più che tutti i temi, ci siano tutti i cliché del cinema d’autore più estremo, che Drive My Car ne sia quasi una parodia, e non nego che quel qualcuno, per lunghi tratti del film, sono stato io.
Poi, anche grazie alla lunga durata, le mie difese si sono abbassate e, a un certo punto, mi sono fatto “comprare” dal film, dal suo andamento lento e tranquillo, simile all’andamento della Saab 900 turbo guidata da Misaki.

Insomma, per sintetizzare, non bisogna aver paura della finzione, perché, anche grazie a essa, si può trovare il cuore delle cose. O, comunque, grazie a essa, si può trovare una catarsi.
In generale, e più precisamente, nonostante la finzione, nonostante le tante maschere che indossiamo, esiste sempre un cuore delle cose puro da ricercare.
Tutto giusto, tutto bello. L’unico mio problema è che il film, però, quando prova a essere sentimentale, dimostra di avere, esso sì, un cuore un po’ posticcio. Eppure ci prova. Non si arrende al suo essere altero e preciso, ma vuole essere un film che cambia delle vite. In questo, secondo me, Hamaguchi fallisce. Laddove, invece, Il Gioco Del Destino e Della Fantasia – con temi simili – riusciva ad avere un cuore grandissimo, e quindi riusciva a rimanerti appiccicato addosso.

A latere, la parte più interessante, per me, è come il pubblico accolga questo film. Mi interessa sempre molto come veniamo influenzati, in positivo o in negativo, nel giudizio di opere che, come Drive My Car, hanno un così ampio consenso critico. Soprattutto, mi interessa la forma di riverenza e timore che si crea negli spettatori.

Infine, abbiate la bontà di perdonarmi il brutto titolo.

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