Recensione su Il dottor Jeckyll e Mr. Hyde

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5 Luglio 2013

Paradossalmente, si tratta di un film gustoso, benché datatissimo: situazioni improbabili e melodrammatiche fino al parossismo, personaggi delineati con l’accetta, ingenuità estetiche nelle scenografie e nei costumi.
Il fatto che al romanzo di Stevensono venga abbinata una sottotrama riccamente sentimentale svia l’attenzione dal sottofondo filosofico della storia, ma ciò accade, a conti fatti, senza provocare particolari fastidi.

Cast di grandi nomi: Spencer Tracy, ovviamente, è più interessante nei panni di Hyde che di Jekyll, Lana Turner agghindata come una pastorella di ceramica fa bella mostra di sé in maniera abbastanza anonima, il personaggio di Ingrid Bergman è bellissimo, fragile e stupido, ma ella riesce a conferigli credibilità e a coinvolgere il pubblico nonostante evidenti ammanchi nella sceneggiatura. E, poi, che guance, che pelle, che vitino e, soprattutto, che labbra, signora mia: da fare invidia ad una pin up. Gli uomini, sapete, mi trovano anche bella
http://bit.ly/16SQ8KG

5 commenti

  1. leodefrenza / 5 Luglio 2013

    Ingrid ha lottato per avere quella parte. La produzione infatti la voleva ingaggiare per fare la fidanzata del dottore ma lei era stanca di fare al cinema la brava ragazza.

  2. Stefania / 5 Luglio 2013

    Grazie! Non conoscevo questo aneddoto 🙂
    Non che Ivy sia una “cattiva ragazza”, alla fine, eh. Stupidotta, ingenua, una ragazza perduta, forse.
    Comunque, meno male che le hanno dato retta: nel ruolo di Beatrix, effettivamente, sarebbe stata un po’ sprecata.

  3. giovannicazzin / 6 Luglio 2013

    mi pare che sia tutta una questione di imprinting, il lato sentimentale del film dà senso a quello filosofico e psicologico, si innesta su esso rendendolo passibile e possibile di una codificazione, quindi non direi che la sottotrama svii, semmai consolida e problematizza, consolida problematizzando, qualcosa che è metafisico come lo sono le teorie di uno scienziato qual è je-kyll o qual è la sua schizofrenia, tant’è che è enrico che uccide e non il mostro, è enrico ad essere je-kyll e a dover trasmutarsi in mr hyde. per questo je-kyll, l’io uccido, è il nascosto del (mr) hyde e soprattutto è il comunicante di hyde: hyde e je-kyll sono infatti vocaboli che comunicano grazie alla loro superficie, resa scivolosa dall’y che storpia il kill e rende possibile la triangolazione anedipica jekyll-enrico-hyde. altrimenti come si spiega l’agnizione di eva nei confronti di enrico e quel senso di timore che prova non nei confronti di enrico ma dell’agnizione stessa?

    detto questo, c’è una c in più nel titolo.

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