daunbailò – down by law / 9 Novembre 2015 in Daunbailò
Un film interessante per stile e contenuti, il terzo della carriera del re dei registi indipendenti Jim Jarmusch.
Dopo un inizio a base di esercizi di stile (le piacevoli carrellate en plein air accompagnate dalla musica di John Lurie), la storia entra finalmente nel vivo, anche se il film decolla soltanto con l’ingresso dietro le sbarre di Benigni (che surclassa per interpretazione i due attori-musicisti).
La pellicola è infatti tenuta in piedi soprattutto dallo slang maccheronico dell’attore toscano, con il suo esilarante inglese pasticcione.
Davvero notevole la fotografia di Robby Müller, un meraviglioso bianco e nero ben contrastato.
Le scene girate in prigione sono forse un po’ troppo spezzettate, una somma di singoli episodi sconnessi.
Meglio la parte successiva, con la fuga in mezzo alle paludi della Louisiana che sa molto di percorso redentivo, fino ad un finale minimalista ma efficace.
Per una volta è ottima la scelta del titolo in italiano, quel Daunbailò che scimmiotta proprio la parlata di Benigni. Così come azzeccata è la decisione di mantenere il film in lingua originale, così da poter apprezzare ancora di più gli innesti in italiano dei monologhi dell’attore toscano.