Thriller hitchockiano a tutti i costi / 20 Agosto 2021 in Doppio sospetto

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

A partire dall’affettata ricostruzione d’ambiente, il film Il doppio sospetto del regista belga Olivier Masset-Depasse mi è sembrato artificioso e (come dire?) pedante.
Non conosco la matrice letteraria su cui si basa, perciò ignoro quanto la sceneggiatura dello stesso Masset-Depasse abbia tentato “per conto proprio” di essere hitchcockiana a tutti i costi.

Il fatto è che, fin dai primi minuti, non solo è prevedibile, ma è addirittura lampante ciò che accadrà nel corso del film: la situazione idilliaca della premessa si infrangerà, l’eroina inizierà a dubitare di chiunque, ogni vita sarà in potenziale pericolo.

Ho trovato risibile l’affastellamento ravvicinato di cadaveri che, a un certo punto, rischia di scadere nel grottesco involontario, e (anche a fronte dei numerosi premi Magritte vinti, compreso quello per la sceneggiatura) mi sono stupita della mancanza di una definita caratterizzazione del contesto e di tutti i personaggi, poco più che sagome in movimento, forse fatta eccezione per Alice (Veerle Baetens, ancora nel ruolo di una mamma preoccupata, dopo Alabama Monroe), che incarna alcune stimolanti contraddizioni di una casalinga borghese in emancipazione.
Anche il finale, che -solo superficialmente- contiene qualche caustico elemento originale, non mi ha affatto stupita. Vedi, a voler copiare Hitchcock con carta carbone, senza aggiungere niente niente niente?

P.s.: confesso che non ho capito quale sia il “doppio sospetto” del titolo italiano (in originale, è Duelles, “duelli”). Forse che, oltre ad Alice, anche il marito baffuto di Céline sospetta della moglie? Per un attimo, l’ho creduto, ma non saprei.

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