Dohee-ya

Eccellente esempio di cinema coreano: per tutto il film non sai che pensare, chi è nel giusto, chi nel torto, ci si divide continuamente tra un giudizio (o pregiudizio) e l’altro e poi arriva la scena finale che vale tutto il film per la poesia che questa contiene, semplice e splendida.

Storia di violenza in una piccola comunità di pescatori dove a portare scompiglio arriverà il nuovo commissario (donna) della polizia. È un’opera prima molto convincente che mescola il tema delle violenze in famiglia ai pregiudizi verso gli omosessuali con una regia semplice ed efficace.