Recensione su Diaz - Don't clean up this blood

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24 Ottobre 2012

Mai mi sarei aspettata un film talmente facilone e non obiettivo.
Tutto quello che ho visto è stata una spettacolarizzazione della violenza fine solo ad aumentare l’odio nelle persone che si lasciano convincere da qualche scena piena di sangue e grida.

Mostriamo per bene le umiliazioni a sfondo sessuale che ha subito una ragazza, mostriamo a pieno schermo le manganellate in faccia alle ragazze, mostriamo per più minuti il laghetto di sangue che proviene dal corpo di una ragazza svenuta, mostriamo la cattiveria su un povero anziano, mostriamo tutte le umiliazioni subite dai giovani, mostriamo benissimo e per lungo tempo tutti quanti i feriti doloranti ma non mostriamo minimamente gli atti di vandalismo nella città durante i giorni, non mostriamo minimamente la tensione e la difficoltà, non mostriamo assolutamente i vandali scagliati contro le forze dell’ordine, non mostriamo alcun motivo ed alcun perchè.
Facciamo un film in cui si vedono soltanto: poliziotti-animali fomentati e violenza a non finire soprattutto verso il gentil sesso. Così sì che le persone usciranno dal cinema con le idee chiare.

4 commenti

  1. Stefania / 24 Ottobre 2012

    Beh, il film è incentrato sui fatti della Diaz e il film ha l’obiettivo di raccontare ciò che è accaduto all’interno della scuola (e, parzialmente, nella caserma di Bolzaneto) : l’obiettivo di Vicari è quello di portare l’attenzione comune su un atto disumano, sulla sospensione dei diritti umani in un Paese altamente civilizzato.
    Altri “documentari”, si sono soffermati sugli atti di vandalismo in città.

  2. Caramel / 24 Ottobre 2012

    Ed è proprio per questo che l’ho definito un film “facilone”.
    Creare un film incentrato su un atto di violenza ed abuso di cui tutti sono già a conoscenza e portarlo sullo schermo senza mostrare anche il contorno di tutta la vicenda, secondo il mio punto di vista, è spettacolarizzazione della violenza che porta pubblico facile. Secondo me una visione più ampia porterebbe molti più spunti di riflessione e sarebbe più utile.

    • Stefania / 24 Ottobre 2012

      Scusa se insisto 😉
      Non bisogna dare per scontato che “tutti” siano a conoscenza di una certa cosa. In un caso come questo, poi, è meglio non credere mai che “tutti” sappiano bene cosa è successo quella notte.

      Che, poi, il film pecchi di una sceneggiatura “di contorno” lacunosa, non ci piove. Anch’io, per esempio, non ho apprezzato il fatto che la faccenda sia poco contestualizzata (e che, per esempio, spazio utile alla definizione del contesto sia stato sprecato per la storia d’amore tra il genovese e “una che veniva da fuori”, mah!).

      Però, focalizzare l’attenzione sul singolo fatto della Diaz (ribadisco: con un “intorno” meglio definito il risultato sarebbe stato decisamente migliore), secondo me, è stata cosa bona et iusta.
      Non esistono filmati (o non sono stati mai diffusi, se ve ne sono mai stati di scampati alle devastazioni mirate) di quel che è accaduto là dentro (le immagini “ufficiali” si fermano alle immagini esterne dell’irruzione). Talvolta, la sola parola dei testimoni non supporta la memoria collettiva: attenendosi il più fedelmente possibile ai verbali delle testimonianze, Vicari ha ricostruito scene fino a quel momento solo immaginate dalla collettività, utili a scuotere un po’ di più (se necessario) le coscienze.

      La violenza (perché non raccontarla, se c’è stata?) è una delle molle che, oltre all’indignazione, potrebbe far scattare nello spettatore dotato di adeguato spirito critico, il desiderio di documentarsi meglio a riguardo.

      • Caramel / 24 Ottobre 2012

        Non scusarti assolutamente =)
        Sul mostrare la violenza che c’è stata sono d’accordo con te, forse non mi sono spiegata bene, quello che mi ha fatto storcere la bocca e che non mi fa apprezzare a pieno il lavoro di Vicari è la decontestualizzazione che hai notato anche tu, infatti anche tu scrivi: “con un “intorno” meglio definito il risultato sarebbe stato decisamente migliore” e lo penso assolutamente anche io, perchè concentrare tutto soltanto su ciò che è avvenuto nella scuola e nella caserma è riduttivo, toglie molto spazio a quello che è un grandissimo problema sociale. Per come vedo io le cose, avrei apprezzato molto di più un film più completo che mi fa vedere sì la violenza intollerabile e l’abuso di potere verso le persone che se ne stavano tranquille nella scuola a dormire ma anche la grande violenza all’esterno, una spiegazione dei fatti che sono molto più complessi di quelli che sembrano nel film di Vicari. Non dico che doveva durare 4 ore per far vedere ogni cosa, per carità, ma neanche essere così superficiale riguardo il contorno. Non è il focalizzarsi sulla Diaz che non approvo, ma il tralasciare tutto il resto… Proprio perchè è una faccenda molto delicata sulla quale le persone provano ancora molta rabbia e molto odio.
        Forse sono così poco tollerante perchè non tutti, purtroppo, decidono di documentarsi meglio andando a cercare documentari, filmati veri, testimonianze, articoli ecc… Guardano il film e stanno apposto così. Soprattutto i giovani che nel 2001 erano troppo piccoli per capire cosa succedeva.
        Se fosse uscito nel 2003-2004, ancora poteva starci come dimostrazione di cosa non si poteva vedere per mancanza di filmati amatoriali, ma dopo così tanti anni mi sembra che il solo scopo sia risvegliare l’odio senza dare altri spunti di riflessione a meno che uno non decida di documentarsi da sè.

        Poi oh, se solo io e il mio ragazzo abbiamo avuto quest’impressione durante la visione, saremo strani noi 😛 però ecco, non trovo che sia tanto utile nel 2012 mostrare un film così se non, come scritto prima, portare facilmente il pubblico al cinema che entra in sala già incazzato e ne esce peggio di com’è entrato…

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