Recensione su Due contro la città

/ 19736.84 voti

Una critica al sistema giudiziario / 12 Febbraio 2019 in Due contro la città

José Giovanni, romanziere, sceneggiatore e regista di polar da manuale, si scaglia contro il sistema correzionale e giudiziario francese con il dramma Due contro la città (in questo senso, il titolo italiano è fuorviante e non coglie lo spirito del film espresso da quello originale, Deux hommes dans la ville: la critica del film è mossa nei confronti di un Paese, non di una città, e la città, qui, è, correttamente, l’arena anonima in cui si dipana un caso universale).

Delon, qui anche co-produttore, è Gino Strabliggi, un ex detenuto che, adeguatamente seguito dal rieducatore Germain Cazeneuve (Jean Gabin), sconta una lunga condanna per rapina, esce per buona condotta e prova a rifarsi un presente con la donna che l’ha atteso per quasi 12 anni. Ma il mondo è contro di lui e gli getta addosso sfortuna, lo marchia con il segno del pregiudizio e gli mette alle costole un poliziotto malfidato e antipatico che è convinto che un galeotto resti tale per tutta la vita e che non esista nessuna redenzione possibile.

Il film di Giovanni è didascalico e asciuttissimo, ma appassiona anche grazie alla sua linearità e all’essenzialità dei suoi personaggi. Inoltre, è un film schietto, dichiaratamente schierato, sincero nelle sue posizioni, anche nei riguardi della pena di morte.
Bravi Delon e Gabin, qui al suo terzultimo film.
In un piccolo ruolo, c’è un giovane Gérard Depardieu.

Lascia un commento