Recensione su Uomini di Dio

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Degli uomini e degli dei / 25 Febbraio 2011 in Uomini di Dio

E’ questa la traduzione letterale del titolo e di certo una volta in più la fantasia della Lucky Red non ci ha fatto un favore (e sicuramente non l’ha fatto al film).
Se Xavier Beauvois avesse girato “Uomini di Dio” avrebbe fatto un film di sicuro interesse presso gli ambienti ecclesiastici, ma inviso in quelli laici; avrebbe parlato di monaci-eroi in possesso di una fede tale da poterli spingere fino al martirio e di un terrorismo islamico crudele e spietato. Invece Beauvois è stato in grado di mettere tutti d’accordo (in Francia, in Italia un Giuliano Ferrara lo si trova sempre…) e di descrivere in maniera laica e asciutta fatti che si sarebbero prestati perfettamente ad un’apologia del cristianesimo. Bravo. Non c’è che dire. Mostrare come la fede difficilmente possa rendere meno umano un uomo e giustificare una rinuncia alla vita (un martirio), non è certo cosa di tutti i film.
Insomma, anche se la locandina fuori diceva il contrario, dentro il cinema c’era “Des Hommes et des Dieux” : un film sugli uomini e sul loro personale conflitto tra ciò che sono, ciò che vorrebbero essere e ciò che si sentono di dover essere.
I lunghi silenzi e i tempi lenti ci lasciano durante la visione il tempo per riflettere su ciò che sta accadendo, forse però, a mio parere, lo appesantiscono un po’ troppo. Ma è sicuramente un peccato veniale.

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