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Uomini di Dio

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22 Dicembre 2012 in Uomini di Dio

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Uh, questo era innanzitutto uno di quei film non per chiunque, nel senso che la metà della gente assai probabilmente cade al suolo addormentata più o meno dopo un quarto d’ora.
Non è essere snob tout court, dico solo che ci va un certo allenamento/resistenza, ecco.
Il film racconta la storia vera di sette monaci di un convento benedettino, in Algeria nel 1996, dove intrattengono ottimi rapporti con la popolazione locale. La curano (c’è il monaco doc), aiutano, ne vengono aiutati. Ma si profila la minaccia incombente del terrorismo islamico. Il capo-monaco rifiuta la protezione dell’esercito, i monaci finiranno rapiti dai terroristi. La trama è un cammino di avvicinamento, costellato di scelte, all’epilogo triste e innevato. La comunità di monaci prega e lavora, riflette su se stessa, sia come singoli sia come insieme, e sul da farsi. Cosa sia meglio, se di fronte al pericolo abbia più senso partire o rimanere per aiutare i più deboli. Grandi discussioni interne, ravvedimenti, fedi che vacillano.
La suddetta scena finale, con i monaci che camminano in fila indiana nella neve, sotto i mitra puntati, vale come minimo l’esser rimasti svegli fin lì 😛
Il tutto è costellato di canti e preghiere, che scandiscono le varie fasi, della giornata nel convento come del film.
Nel film l’epilogo non è mostrato. La storia vera finisce così: dei monaci rapiti dai terroristi vennero ritrovate, due mesi dopo, solo le teste.
La religione è un momento di riflessione, sì.

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29 Ottobre 2012 in Uomini di Dio

Un gruppo di monaci francesi ,le giornate dei quali all’interno del loro monastero in uno sperduto paese algerino sono scandite solo dall’alternarsi delle orazioni e dei canti liturgici con i lavori agricoli , che vivono in pace con se stessi e con la popolazione locale sino al giorno in cui vengono prelevati ed uccisi da un gruppo probabilmente appartenente alla Jihad islamica .
C’è voluto del coraggio a mettere in scena la storia di questo massacro avvenuto nel 1996 senza rischiare di cadere nella facile retorica del martirologio , ma questo non è mancato al regista Xavier Beauvois che è riuscito ampiamente nell’impresa realizzando un film dai ritmi volutamente lenti, introspettivi, ma di grande pregio espressivo e stilistico .

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3 Aprile 2012 in Uomini di Dio

non è un film facile ma alla fine si rimane soddisfatti
un gruppo di monaci nonostante il pericolo di attentati decide di continuare la sua opera non tanto per diffondere il cristianesimo quanto per dare un aiuto concreto alla popolazione che altrimenti non avrebbe nessun punto di riferimento.
non si tratta di un atto di eroismo e nemmeno una volontà di sacrificio, è un atto di umanità.

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Un film intenso e fuori dagli schemi / 16 Marzo 2011 in Uomini di Dio

Ecco dei religiosi che non dimenticano dubbi, fragilità ma soprattutto la loro dignità..
bella la scena in cui Christian “tiene testa ” a un guerrigliero con la forza delle sue parole.

Degli uomini e degli dei / 25 Febbraio 2011 in Uomini di Dio

E’ questa la traduzione letterale del titolo e di certo una volta in più la fantasia della Lucky Red non ci ha fatto un favore (e sicuramente non l’ha fatto al film).
Se Xavier Beauvois avesse girato “Uomini di Dio” avrebbe fatto un film di sicuro interesse presso gli ambienti ecclesiastici, ma inviso in quelli laici; avrebbe parlato di monaci-eroi in possesso di una fede tale da poterli spingere fino al martirio e di un terrorismo islamico crudele e spietato. Invece Beauvois è stato in grado di mettere tutti d’accordo (in Francia, in Italia un Giuliano Ferrara lo si trova sempre…) e di descrivere in maniera laica e asciutta fatti che si sarebbero prestati perfettamente ad un’apologia del cristianesimo. Bravo. Non c’è che dire. Mostrare come la fede difficilmente possa rendere meno umano un uomo e giustificare una rinuncia alla vita (un martirio), non è certo cosa di tutti i film.
Insomma, anche se la locandina fuori diceva il contrario, dentro il cinema c’era “Des Hommes et des Dieux” : un film sugli uomini e sul loro personale conflitto tra ciò che sono, ciò che vorrebbero essere e ciò che si sentono di dover essere.
I lunghi silenzi e i tempi lenti ci lasciano durante la visione il tempo per riflettere su ciò che sta accadendo, forse però, a mio parere, lo appesantiscono un po’ troppo. Ma è sicuramente un peccato veniale.

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