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Harry a pezzi

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24 Ottobre 2013 in Harry a pezzi

Il più freudiano e sboccato dei film di Allen.
C’é un pò di Bergman (nella parodia del “posto delle fragole”) e un pò di Roth (il protagonista sembra un redivivo Portnoy).
La vita di Harry Block, scrittore in analisi, ossessionato dal sesso e dai suoi stessi fallimenti, é un affresco di quotidiana disillusione.
Le solite stilettate all’ebraismo a chiusura di dialoghi religiosi (riecco il Bergman del “posto delle fragole”) in puro stile Allen, forbiti e profondi, mai banali.
Un film che forse non destabilizza, come suggerirebbe il filosofico (e semplicisticamente tradotto) titolo originale, ma che non può non rivelarsi genuinamente sincero.
Qualche battuta gustosissima, che non guasta, e parecchie metafore geniali, come quella dell’uomo costantemente “fuori fuoco”.

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18 Gennaio 2013 in Harry a pezzi

questo è uno di quei film di Woody che mi regala ogni volta che lo guardo sempre nuovi dettagli e particolari. Io lo guardo quando sono nevrotica! stupendo! geniale, ironico e con punte di cinismo d’autore… chi non l’avesse ancora visto..guardatelo assolutamente! più e più volte, non stanca mai!

13 Gennaio 2013 in Harry a pezzi

Una quintessenza delle tematiche alleniane; realtà e racconti del protagonista stesso si mischiano, frammentario nel montaggio, nella storia, nelle immagini, è il miglior Allen dentro il suo periodo più buio.

11 Novembre 2011 in Harry a pezzi

Il miglior Woody Allen che ho visto. Ero convinto che “Match Point” fosse insuperabile e dopo le scarse performance di “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni” e “Vicky Cristina Barcelona” cominciavo a perdere interesse.
Un film rapido, frammentato come la psiche del suo protagonista (questo ruolo è mirabilmente ritagliato da Allen per Allen con Allen, con tutto l’Allen che c’è), fatto di sequenze ripetute, caratterizzato da un montaggio convulso e frenetico con cui le sequenze della realtà descritta si mescolano con le storie raccontate dal protagonista, che a loro volta sono il modo in cui ci parla di sè, del suo passato, delle sue mogli, dei suoi analisti, delle sue ossessioni.
Bello come un racconto breve, vivido e realistico nel presentare uno scrittore in balia delle sue storie, che trova pace solo nelle sue storie, ha nella sceneggiatura il suo maggior punto di forza. Battute indimenticabili, pronunciate in maniera unica. Si ride perchè si apprezza la profondità della sua comicità ma si osserva anche un aspetto ben più drammatico al di sotto, pirandelliano per tanti versi.
Mi ha ricordato uno degli ultimi film “Basta che funzioni”. Ecco, Allen funziona al meglio in questi contesti.

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