Recensione su Assassinio sul Nilo

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18 Febbraio 2022

“Assassinio sul Nilo” è uno dei miei romanzi preferiti di Agatha Christie.

Questo film è una trasposizione che cerca di non replicare semplicemente il romanzo, ma di avere una propria “anima”, una cosa che apprezzo nei film ispirati dai romanzi.
Tuttavia, non credo che sia pienamente riuscito.

Poirot nei romanzi è l’investigatore e basta. Ha le sue particolarità che lo rendono simpatico e caratteristico, ma è l’investigatore: non ha relazioni, rimorsi, o particolari profondità di carattere. Non è sullo stesso piano degli altri personaggi, è l’Investigatore intelligente e saggio che risolve il delitto.
In questo film si è scelto invece di dargli un background drammatico e renderlo “tormentato”, con il cliché del detective freddo che in realtà nasconde dietro a una facciata la sua solitudine e blablabla, non più l’Investigatore che sta su un piano diverso rispetto ai personaggi della vicenda, una specie di elemento esterno che ha il compito di risolvere i misteri.
E’ una scelta che rispetto, e che poteva dare in effetti una nuova linfa al personaggio, ma secondo me è un insuccesso: non rende Poirot più interessante, perché non è una caratterizzazione ben costruita, sembra anzi fin troppo forzata e poco naturale.
Tanto valeva lasciare perdere questo tentativo di caratterizzazione “profonda” e pensare di più agli altri personaggi.

Il film ha un tono decisamente più drammatico e cupo rispetto al libro, ma resta appiattito sui clichè, tipo le frasi banalissime sull’amore, che sono ok in un giallo che ha un tono leggero e non si prende troppo sul serio, sono ridicole invece in un film che punta così tanto sul dramma e addirittura cita più volte Shakespeare.

Anche sotto l’aspetto puramente investigativo, il film mi ha lasciato insoddisfatto, le deduzioni di Poirot sembrano uscire fuori dal nulla.

Detto questo, non è un brutto film, anzi è tutto sommato gradevole: la regia è ottima, ha un ritmo serrato, e visivamente è davvero piacevole da guardare.

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