Recensione su Dead Man Walking - Condannato a morte

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30 Aprile 2012

Decisamente perfetto. Un film forte ma equilibrato, che non si limita a fare propaganda ccontro la pena di morte, ma ne analizza in maniera scientifica e allo stesso tempo empatica la fredda brutalità, e lo fa attraverso il racconto di una suora che assiste un condannato a morte durante le sue ultimo ore.
La suora è Susan Sarandon, moglie del regista Tim Robbins, e il condannato è Sean Penn (che con Robbins dividerà il set di “Mystic River”). Quindi è un cast “di famiglia”, appassionato e in splendida forma (Oscar alla Sarandon, nomination a Penn e Robbins) ed il risultato è un’opera di enorme impatto sociale, uno di quei film che definiremmo perfetti da proiettare nelle scuole (forse adesso nons i fa più..), un film che fa discutere e che propone all’attenzione una tematica delicata esaminandone minuziosamente ogni aspetto, etico e procedurale. La suora si trova divisa tra la logica comprensione del sentimento di vendetta e di odio delle famiglie, così brutalmente private dei loro figli e l’amore che riconosce ad un uomo che cerca il pentimento.
La religione ha il volto di una donna che crede nella redenzione e il peccatore quello di un uomo che deve attraversare il campo dell’arroganza per riconoscersi pentito.
Ogni aspetto del protocollo di morte è preso in considerazione e portato all’attenzione dello spettatore per sottolinearne la gelida e spietata efferatezza.
Un film da non perdere, che ha anche una colonna sonora di prim’ordine con le canzoni di Bruce Springsteen ed Eddie Vedder.

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