5 Novembre 2012
Un incontro fortuito tra Ali , padre di un bambino che egli praticamente non conosce , e Stephanie una donna fredda che fa l’addestratrice di orche in un parco acquatico . Due personaggi totalmente diversi che inizieranno a frequentarsi solo dopo che un gravissimo incidente sul lavoro priverà lei della parte inferiore di entrambe le gambe . Un film intenso, duro, che sa evitare abilmente i facili toni pietistici che la menomazione di Stephanie potrebbe alimentare , e che risulta pienamente convincente nello sviluppare una storia di disperazione e di solitudine che si trasforma in voglia di riscatto , d’amore , di forza di ricominciare.
Jacques Audiard , che fa muovere i suoi personaggi negli scenari periferici dei precari, di coloro che sbarcano il lunario ricorrendo ad ogni mezzo , come in questo caso i combattimenti clandestini di boxe o la collocazione di irregolari telecamere nascoste, e del quale avevo già molto apprezzato il ruvidissimo “Il profeta” , dimostra di saper usare la macchina da presa e questo suo nuovo lavoro ne è una riprova .
Alcune sequenze sono straordinariamente belle così come è pregevole l’artificio tecnico per rendere credibilissima la mutilazione della splendida (in ogni senso) Marion Cotillard , ma decisamente bravi anche tutti gli altri .
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