Non violentate Jennifer

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Non violentate Jennifer

Il film segue Jennifer, una scrittrice che sta lavorando a un nuovo romanzo e ha bisogno di uscire dalla città per finirlo. Noleggia un appartamento lungo il fiume nella parte settentrionale dello stato di New York per finire il suo romanzo, attirando l'attenzione di un numero di turbolenti gente del posto.

Titolo Originale: Day of the Woman
Attori principali: Camille Keaton, Eron Tabor, Richard Pace, Anthony Nichols, Gunter Kleemann, Alexis Magnotti, Tammy Zarchi, Terry Zarchi, Traci Ferrante, William Tasgal, Isaac Agami, Ronit Haviv, Demi Moore, Mostra tutti

Regia: Meir Zarchi
Sceneggiatura/Autore: Meir Zarchi
Fotografia: Nouri Haviv
Produttore: Meir Zarchi, Joseph Zbeda
Produzione: Usa
Genere: Thriller, Horror
Durata: 101 minuti

Dove vedere in streaming Non violentate Jennifer

Non per tutti. / 21 Ottobre 2018 in Non violentate Jennifer

Uno dei più famosi esempi di stupro e vendetta, una pellicola che offre scene disturbanti che l’assenza di una colonna sonora rende ancora più realistiche, quasi una sorta di documentario sulla bestialità dell’essere umano.
Ci sarebbe da fare un confronto sulle nette distinzioni sociali, soprattutto quella tra cittadino e campagnolo(come se la violenza si potesse imputare solo all’ignoranza provinciale) ma il film di Zarchi suscita sensazioni ed emozioni contrastanti, disturbo, angoscia, tormento, rabbia, shock, empatia.
Comprendo perché sia stato un film discusso e lo sia tuttora.

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La vittima diventa carnefice / 30 Novembre 2016 in Non violentate Jennifer

Jennifer è una scrittrice in erba che decide di passare del tempo nella sua tranquilla casa sul lago, nella campagna, per completare il suo romanzo.
La ragazza newyorkese viene però violentata da tre uomini ammaliati dal suo fascino acqua e sapone e disinvolto, risultato sessualmente sbarazzino e stimolante.
Come ne L’ultima casa a sinistra, precursore del genere rape & revenge (per quanto la natalità ufficiosa, forse senza che fosse intenzionale, si attribuisce a Bergman per La fontana della vergine), siamo spettatori di abusi sessuali e percosse, qui mostrate più esplicitamente rispetto alla succitata pellicola di Wes Craven, accentuati dalle nudità integrali di Jennifer e dei suoi stupratori.
Ciò che maggiormente disturba oltre alla mancanza di censura di queste scene sono i dialoghi durante l’atto di violenza che rendono tutto più disturbante e in grado di mettere a disagio lo spettatore.
Jennifer viene dunque violata sia fisicamente che spiritualmente, considerando anche che la bozza del suo romanzo viene letta durante uno degli stupri, come per schernirla, per poi venir tutto stracciato.
Le violenze saranno molteplici e quando sembrava che l’incubo fosse finito (dopo aver visto Jennifer strisciare nuda verso casa, con i segni delle percosse dopo aver avuto forzatamente dei rapporti con gli stupratori) ecco che lo spettatore si ritrova a sussultare vedendo quel calcio al telefono a cui Jennifer si era aggrappata esausta in cerca i soccorso. E ciò che rende davvero asfissiante l’esperienza col film è proprio il susseguirsi delle violenze dove si pensava che l’incubo fosse ormai finito.
Jennifer cercherà la sua vendetta e lo farà godendosela appieno, addescando gli uomini che l’hanno violentata, apparendo a loro come uno spirito recidivo dato che credevano fosse morta.
Li uccide, donandogli, prima della morte, un piacere sessuale (o la parvenza di esso) che li porterà a credere in una seconda concessione, stavolta consensuale, della donna.
Film molto forte dunque, risultando il primo rape & revenge in cui la protagonista si vendicherà direttamente dei suoi stupratori. Non per tutti.

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