Recensione su Nella casa

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I versi atomici / 14 Aprile 2016 in Nella casa

Lezioni di sceneggiatura (davvero nel senso didattico del termine, seppure dentro la magia del racconto) attraverso la storia di una ossessione; non quella dell’ambiguo ragazzo interpretato dall’apollineo inquietante Ernst Umhauer, ma quella del suo professore (un grande Luchini, affiancato da una strepitosa Kristin Scott Thomas) che vuole morbosamente vedere “come va a finire”, in altre parole l’ossessione dello spettatore/lettore attraverso l’ ulteriore riproposizione di un tema caro ad Ozon, quello del voyeurismo.
Un film voluttuosamente avvinghiante con palesi richiami al cinema di Woody Allen (con tanto di citazione esplicita nella locandina di Match Point), dalla tessitura psicanalitica dei dialoghi agli innesti di metacinema.
Diversi riferimenti alla demenzialità di certa nuova pedagogia scolastica (il ritorno all’uniforme, la soppressione della penna rossa perchè troppo ansiogena, l’ipocrisia della nuova terminologia che vuole “apprendenti” anzichè allievi…), il solito capriccio ozoniano sulla relazione omoerotica e una visione cinica da letterato sullo squallore della mentalità piccolo borghese: “Non c’è un grammo di poesia in questa casa, tu ti presenti con dei versi, delle metafore… è come se sganciassi una bomba atomica”. Un grande film, disincantato e feroce, sottilmente perverso.

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