uno dei migliori Van Damme / 19 Ottobre 2017 in Cyborg

Ieri era il compleanno di una delle manifestazioni della divinità, che essa venga chiamata Dio, Yahweh, Allah, Buddha o Herzog poco importa. Ieri era il compleanno dell’uomo e della leggenda e oggi voglio parlarvi di un ragazzino che dal Belgio è andato in America ed è diventato uno degli artisti marziali più cool e pop della storia dell’action muscolare del cinema mondiale.
Signore e Signori, ieri era il compleanno di Jean Claude Van Damme e oggi lo voglio ricordare così, in un film marcio chiamato CYBORG.

Cyborg è un film di fantascienza che deriva dal filone post-olocausto ma è un film che ricorda anche il western o meglio lo spaghi western alla Sergione Leone. Albert Pyun, uno che diresse Capitan America quando i film dei supereroi li masticava gente come Corman, disse che per il ritmo si ispirò proprio a Leone e nel film ci stanno pure un paio di ralenti che all’epoca (l’ho visto quando mi innamorai di Peckinpah) mi fecero veramente impazzire.
Oltretutto Albert ha una cosa che né Sam né Sergio avevano.. un Cyborg. Ok, un cyborg e un Van Damme. Nell’84 uscì un fimettino innocuo dal nome TERMINATOR ma Terminator è un po’ diverso da un cyborg perché se il T800 è una macchina che assomiglia a un uomo, il cyborg è un essere umanoide costituito da organi artificiali e biologici. Prendi un uomo e lo rendi più potente grazie a organi meccanici, che cosa hai? MA JEANCLAUDEVANDAMME SCEMATI.

spoiler
JCVD non è il cyborg
fine spoiler

Poi è venuto Robocop ma lui era più Gesù.
In Cyborg invece cosa abbiamo? Abbiamo un cyborg che è essenziale per la sopravvivenza del genere umano. Perché il mondo è ammalato e solo un cyborg ha la cura. Come Cobretti no? “Voi siete il male, io sono la cura”. Quindi veniamo catapultati in America, nel XXI secolo. Sui set usati da Cimino, per L’anno del Dragone, De Laurentis chiama una ditta specializzata nei rifiuti e fa insozzare tutto proprio perché era necessario. Si doveva rendere il mondo occidentale come caduto in rovina, e in mezzo all’anarchia, il genocidio, la fame, e la peste, con queste bande di predatori che scorrazzano per città divenute villaggi pseudomedievali mentre saccheggiano e uccidendo.
Siete ancora seduti? Bene, perché i pochi scienziati ancora vivi cercano una cura per la peste, mentre l’unica speranza contro i predatori sono gli slingher, ovvero dei combattenti di strada. Quindi entra in gioco Van Damme che difende gli innocenti usando le arti marziali e qui arriva l’altra citazione grossa: i film dei samurai. Una delle sue armi è una katana e questa potrebbe essere una citazione a Shogun Assassin o a I sette Samurai, più quest’ultima perché Pyun era amico di Mifune e collaborò con Kurosawa (mi sembra anche in Dersu Uzala, ma mi pare e non mi pare s’è fatto 20 anni di galera quindi prendete con le pinze quel che dico). Van Damme però non è uno spadaccino, è uno che mena come un fabbro, un kick boxer senza paura con un passato tenebroso.

Cyborg è un film dove i cattivi sono cattivi e i buoni sono buoni, e il side-kick Van Damme deve proteggere la chiave (la cyborg) che porta la cura contro la peste e la distruzione. Questo tema della protezione può essere letto come uno degli elementi della filosofia DonMax: per curare il corpo, la scienza lo fa, si deve curare anche l’anima. E questa cosa qua è supportata dalle arti marziali, dalle botte e dal menare. Un film di sopravvivenza, di fede e di credenza.

Grazie signor Van Damme, tanti auguri e cento di questi giorni.
Baci
DonMax

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