Cosmopolis

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Cosmopolis

Un giovane miliardario di Wall Street compie un viaggio attraverso la città al solo banale scopo di farsi tagliare i capelli. Il suo lento procedere attraverso situazioni contorte e personaggi diversi lo catapulterà in una spirale di autodistruzione.
henricho ha scritto questa trama

Titolo Originale: Cosmopolis
Attori principali: Robert Pattinson, Juliette Binoche, Sarah Gadon, Mathieu Amalric, Jay Baruchel, Kevin Durand, K'Naan, Emily Hampshire, Samantha Morton, Paul Giamatti, Patricia McKenzie, George Touliatos, Abdul Ayoola, Jadyn Wong, David Schaap, Philip Nozuka, Goûchy Boy, Željko Kecojević, Bob Bainborough, Warren Chow, Ryan Kelly, Nadeem Umar-Khitab, John Batkis, Saad Siddiqui, Anna Hardwick, Milton Barnes, Albert Gomez, Jonathan Seinen, Inessa Frantowski, Mostra tutti

Regia: David Cronenberg
Sceneggiatura/Autore: David Cronenberg
Colonna sonora: Howard Shore
Fotografia: Peter Suschitzky
Costumi: Denise Cronenberg, Patricia Boulden
Produttore: David Cronenberg, Paulo Branco, Martin Katz, Edouard Carmignac, Walter Gasparovic, Gregoire Melin, Renee Tab
Produzione: Canada, Francia, Italia, Portogallo
Genere: Drammatico, Thriller, Poliziesco, Fantasy
Durata: 109 minuti

Dove vedere in streaming Cosmopolis

troppo complicato per noi comuni mortali, david! / 27 Giugno 2017 in Cosmopolis

pattinson m’è antipatico a pelle, ma comunque un ruolo così controverso poteva essere interpretato ancora meglio da qualche ragazzo più esperto. Fatto sta che “Cosmopolis” vive e respira grazie alla sceneggiatura scritta dal grande David Cronenberg in soli 6 giorni, tratta dal libro omonimo di Don DeLillo. Cronenberg si dimostra mille passi avanti rispetto a tutti e narra di una società legata indissolubilmente ai soldi.

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Scrivo anche io una recensione ignorante / 5 Gennaio 2015 in Cosmopolis

Film travolgente. C’è bisogno che un film richieda ore extra di studio per essere definito travolgente così come lo intendo io. Perché è travolgente una frase che dice in poche parole ciò che deve essere necessariamente detto con più parole. E’ l’unico modo per non annoiarsi, e una cura contro l’ADHD. E’ una disposizione che sfogo nella lettura del simbolismo e ora nella visione di Cosmopolis. Credo che, quando c’è troppo da dire, il riassunto del riassunto sia l’unico modo per comunicare ciò che si pensa senza diventare la vittima delle proprie digressioni e speculazioni. Alcune cose semplicemente vanno dette in una certa forma e non in un’altra. Personalmente il film mi ha conquistata a partire da: “Dove?” “Ad aggiustare il taglio” “Il presidente è in città” “Non ci riguarda. Voglio aggiustare il taglio; attraversiamo la città”. Non ho nominato a caso il simbolismo “poi spiegai i miei sofismi magici con l’allucinazione delle parole!” e a tutti coloro che fanno arte “le allucinazioni sono innumerevoli. E’ proprio quello che ho sempre avuto: più nessuna fede nella storia, la dimenticanza dei princìpi. Non ne parlerò: poeti e visionari sarebbero gelosi. Sono cento volte il più ricco, siamo dunque avari come il mare.” Rimbaud mai capito io.

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3 Maggio 2014 in Cosmopolis

Pattinson non è nemmeno male, la storia pure…ma il film è lento, lento, lento…da far calare la palpebra più volte.
O probabilmente sono io che non l’ho capito del tutto.
Fatto sta che…no more.

Capolavoro / 21 Aprile 2014 in Cosmopolis

Opera d’arte di Cronenberg; Cosmopolis critica e descrive la società moderna, il capitalismo, le relazioni interpersonali, i soldi…in un modo che pochi registi hanno fatto fin ora.
Cinema vero.

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Il

Pattinson, eterno vampiro / 4 Gennaio 2014 in Cosmopolis

Film d’autore con trama semplice: vuoi vedere che c’è il trucco?
Un giovanissimo miliardario americano, di quelli della peggior specie, decide, nonostante i vani tentativi di dissuasione da parte dei propri agenti di sicurezza che temono per la sua incolumità, di attraversare New York (città quest’ultima, in preda ad un caos che sembra più apocalittico che economico) a bordo della sua super limousine/appartamento/ufficio/centro ospedaliero, per recarsi dal proprio barbiere di fiducia. Durante il viaggio il protagonista incontrerà una serie di personaggi, strettamente legati alla sua posizione, e verrà informato di essere in pericolo di vita.
Il film è senza dubbio lento, lentissimo, quasi fermo (IL TRAFFICO!!!), e l’incedere affannato dell’auto, nella quale si svolge gran parte della trama, non fa altro che accentuare questa immobilità resa comunque di grande effetto dall’esperto regista.
A David Cronenberg, storico e maniacale sezionatore del corpo in tutti gli aspetti, vanno sicuramente riconosciuti almeno due meriti:
Il primo sicuramente è quello di aver centrato in pieno, la scelta dell’attore principale, tanto che, la parte del protagonista è l’aspetto più riuscito del film. Robert Pattinson, dal canto suo, ha già qualche anno di esperienza alle spalle circa il ruolo del vampiro di turno.
L’unica differenza questa volta risiede solamente nel fatto che ad un’ingordigia di sangue, romantica e di stokeriana memoria (mediocremente riuscita con Twilight), si lascia il posto ad una cinica, molto più antica e nello stesso tempo ultra contemporanea, sete atavica di potere, ricchezza e chi più ne ha…
L’altro merito che bisogna rilevare è il coraggio con il quale il regista ha voluto affrontare la vicenda, concentrandosi (non senza esagerare purtroppo) sul “come”, sul “modo” in cui trattarla piuttosto che sul cosa raccontare in sé.
L’errore di valutazione però, è stato proprio quello di ritenere accattivanti per il cinema, in maniera ossessiva, dei dialoghi a dir poco estenuanti (ricopiandoli per intero dal romanzo di De Lillo), col risultato di tediare, quasi inevitabilmente, uno spettatore già poco aiutato da una linearità (leggi monotonia) della trama.
Credo, però, che il più grosso difetto di questo film stia nell’essere fin troppo pieno di morali, che a mio parere risultano soltanto stantie e che lasciano poco o nulla ad uno spettatore che, per l’attenzione dedicata, meriterebbe qualcosa in più.
Bello il concetto che ronza di continuo, attorno alla trama, sull’asimmetria.
Da accentare, infine, la prova magnifica del “solito” grande, Paul Giamatti.

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