I Love Shopping

Il difetto di questo film è quello di essere una produzione americana. Il fascino che ha reso il romanzo un testo di successo è l’ironia, l’humur tipicamente inglese che qui viene perso completamente per creare invece un personaggio frivolo e di poco spessore, che si muove in una narrazione che è l’ombra di quella trovata nel libro. Si poteva reinterpretare, ma non c’è stata effettivamente la forza di farlo fino in fondo creando così un film banale e a tratti anche un po’ noioso.

Per questo film vale lo stesso discorso de Il Diavolo veste Prada: film godibile, leggero, frivolo, ambientato in favolosi negozi, ma che non ha niente a che vedere con la saga letteraria di Becky scritta dalla Kinsella. Hanno cercato di fare un solo film con pezzoni da più libri, col risultato che si è persa la storia per strada, modificandola parecchio e togliendole tutto il lato divertente e spensierato, per fare della protagonista una scema senza speranza.

La critica e la trama avevano abbassato notevolmente le mie aspettative e invece il film mi ha sorpreso x simpatia. Commedia romantica abbastanza divertente con la protagonista Rebecca, maniaca compulsiva dello shopping. Non riesce a trattenersi davanti alle vetrine e accumula debiti a non finire. Paradossalmente si troverà a lavorarare x una rivista finanziaria “Far fortuna risparmiando”. Commedia d’amore che vive i suoi momenti migliori grazie alla protagonista Isla Fisher, ben spalleggiata dal suo capo Hugh Dancy. Scene divertenti con gli impulsi a spendere e spandere da parte di Rebecca.
Un’insolita Kristin Scott Thomas nei panni della direttrice della rivista di moda x cui Rebecca vorrebbe lavorare; invece nei panni dei genitori di Rebecca troviamo Joan Cusack e John Goodman.
Tratto dai romanzi di Sophie Kinsella (che non ho letto)

Non avendo ancora letto il libro, mi sono potuta godere il film tranquillamente. È divertente, a volte imbarazzante (scena del ballo).
I due protagonisti sono molto carini; lei soprattutto è pazza.
Posso capire la sua smania di comprare solo se al posto dei vestiti immagino i libri.
(I vestiti delle damigelle sono davvero orrendi e il suo cappottino sembra uscito dall’armadio di Crudelia Demon)

Secondo me il regista non ha minimamente letto i libri e li ha fatti leggere alla sua assistente chiedendole di farne un riassunto di max 50 righe. Storia TOTALMENTE diversa e personaggi OPPOSTI! Anche i luoghi e gli incontri sono completamente differenti. Cronologia alterata!
Ma si sa che un film tratto da un libro delude (quasi) sempre..se lo si considera singolarmente però, devo ammettere che due risate me le ha fatte fare e quindi gli do un 6 (nonostante la reazione che ho avuto quando ho visto Suze. Quella era la versione hippy, caricaturata e manga della Suze del libro! Un alieno!)