COMIKAZEN / 24 Ottobre 2021 in Comedians

Nel 1987 Salvatores adattava liberamente per il cinema “Commedianti”, opera teatrale degli anni ’70 ad opera di Trevor Griffiths. Il risultato fu un film molto surreale ma decisamente riuscito.
Nel 2021 Salvatores adatta fedelmente per il cinema la medesima opera. Il risultato è un film pretenziosamente realistico (senza esserlo) e troppo didascalico.

A livello di scrittura e di recitazione si percepisce una eccessiva aderenza alla parola scritta. Gli attori non danno mai la sensazione di essere liberi nei loro personaggi, risultando molto teatrali e preconfezionati. Questo è sicuramente un difetto di adattamento. Non è la prima volta che un opera teatrale viene adattata per il cinema, ma se non si cambia il linguaggio si crea una frattura. Laddove “Glengarry Glen Ross”, “Carnage” o “Il Dubbio” riuscivano, “Comedians” fallisce.
Le tematiche affrontate subodorano di anni ’70 e il testo originale non viene aggiornato per attualizzare critiche e frecciate. Una mancanza.
Altra cosa difficile da digerire è il tentativo di rendere italico qualcosa di profondamente anglosassone. Il concetto di comedian è decisamente diverso da quello che intendiamo noi e il risultato è un altra frattura.
Questa rinuncia all’adattamento è ulteriormente comprovata dalla struttura in tre atti palpabile e visibile.

Balasso e De Sica in contrapposizione funzionano bene. Gli altri nella media. Chi proprio non ho sopportato mai è Giulio Pranno. Forse per direzione, forse per eccesso di sicurezza, il suo personaggio l’ho trovato sopra le righe sempre e comunque. Il Paolo Rossi di Kamikazen era ben altra cosa e qui ci sarebbe stato benissimo.

Film stonato che purtroppo non riesce. Con un adattamento più coraggioso e meno ossequioso da parte di Salvatores si poteva riuscire nell’impresa.

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