4 Recensioni su

Colossal

/ 20176.156 voti

In bilico / 22 Gennaio 2021 in Colossal

Film eccentrico.
Sempre sulla lama del rasoio tra l’idea sfolgorante e la pagliacciata. Alla fine, prevale la seconda.
Anne Hathaway non l’ho vista sinceramente a suo agio, sarà perchè è uno di quei film dove non riesce a distaccarsi dall’Andy del DVP , che temo la perseguiterà per sempre nella sua carriera

23 Novembre 2018 in Colossal

Film strano, mi è sembrato abbastanza originale, non credo di aver mai visto un film di questo genere con questa tematica (poi sicuramente ce ne sono altri e sono ignorante io in materia), scorre molto bene e non annoia mai. Gli attori mentre da un lato vediamo una superba Anne Hathaway ed un buon Jason Sudeikis che danno molto carattere ai 2 protagonisti, i personaggi secondari sono quasi inesistenti, caratterizzati molto poco

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Un film ambiguo / 6 Maggio 2018 in Colossal

Un film ambiguo, con una spettacolare Anne Hathway. Sarà che l’adoro, sarà che per me riesce a rendere vivo e umano ogni personaggio (anche un lucertolone), ma io questo film l’ho vissuto come fosse una gigantesca allegoria, alla maniera di Darren Aronofsky.
Una donna, sottovalutata da tutti, perché non perfetta, caotica, stravagante, a cui piace bere, che si dimentica le cose e che non riesce a essere apprezzata da nessuno. Una donna mostruosa, vista tale da una società che considera le donne come esseri perfetti, che come tali devono essere per essere considerate donne. Una Anne, donna reale, che fallisce, che riesce a trovare la sua dimensione di successo solo nel suo alter ego. Una donna che subisce violenza, che non riesce a difendersi di fronte agli abusi degli uomini che cerca di dimenticare, che la percuotono da ubriachi e poi gli chiedono scusa da sobri, sommergendola di regali, di uomini che si odiano o che, pieni di sé, non fanno che sminuirla. Il mostro è la sua rivalsa, il modo con cui riesce a sconfiggere le violenze e le percosse subite. Il mostro è la forza, con cui riesce a rendere grazia al suo essere donna, nonostante il suo essere realmente imperfetta, come è giusto che sia. Perché, in fin dei conti, ci dovrebbe essere un mostro in ciascuna donna abusata, per essere in grado di superare allo stesso modo la violenza, quando questa ci fa sentire piccole piccole. Ma questa, è solo la mia percezione di questo film, strano ma interessante.

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Monsters and co. / 24 Agosto 2017 in Colossal

Con Colossal, Vigalondo ha tentato il salto internazionale definitivo, imbastendo un film che ha un piede negli Stati Uniti (in realtà, le riprese sono state fatte in Canada) e un altro in Oriente. Anche se l’ambientazione asiatica scelta non è il Giappone ma la Corea del Sud, la presenza di kaiju e robottone non può non far pensare al Sol Levante, con tutte le implicazioni mediatiche del caso, Godzilla in primis.
Nonostante questo, siamo ben lontani non solo dalla saga del lucertolone della Toho, ma anche da film come Pacific Rim di Del Toro o il ciclo dei Transformers di Bay.

Vigalondo usa un elemento di origine “esotica” del cinema di genere sci-fi e disaster (i “mostri” giganti nati nel Secondo Dopoguerra, frutto della corsa al nucleare) per arricchire in maniera folle una “normale” storia di gelosia e vendetta, coi piedi ben piantati in importanti implicazioni psicologiche.

Il risultato è decisamente curioso. Secondo me, il film non è pienamente riuscito, zoppica un po’, soprattutto nei tempi (ci sono un paio di scene superflue perché inconcluse, come quella del gigantesco fuoco d’artificio), ma dalla sua ha sicuramente una traccia narrativa intrigante e buoni attori, un bravo Jason Sudeikis, molto ambiguo e inquietante, e un’ottima Anne Hathaway, capace di bilanciare con talento i registri grotteschi e drammatici del film.

A dispetto della situazione stramba e delle premesse supereroistiche, Colossal non è un film divertente: a partire dalla dipendenza dall’alcool della protagonista, la storia è molto tragica e, nel suo dipanarsi, mette in luce una discreta quantità di situazioni problematiche non poco angoscianti. Una delle tagline del film, non a caso, è: “C’è un mostro dentro ognuno di noi”.
Perciò, risulta un prodotto davvero difficile da definire e, forse, questo pastiche di contenuti eterogenei, a parer mio influisce anche sulla definitiva riuscita del film.

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