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Codice 46

/ 20036.226 voti

25 Maggio 2015 in Codice 46

Il problema, con un’opera di fantasia, e in particolare con un film che può tranquillamente essere definito «di fantascienza», è sempre quello della sospensione dell’incredulità; ed è qui che Winterbottom fallisce rovinosamente. Una società del prossimo futuro in cui il problema principale è l’incesto causato dalla pratica troppo diffusa della clonazione ricorrerebbe davvero a un sistema di punizioni così barocco come quello descritto nel film, con l’esilio in plaghe desolate e la cancellazione della memoria dei rei? Multe e prigioni sarebbero divenute forse troppo banali? La protagonista, in compenso, si rende colpevole di una truffa ai danni della propria azienda, ma dopo averla colta sul fatto il capo si limita a spostarla di reparto (e infatti la ragazza diventa recidiva cinque minuti dopo); per lo stesso reato un suo collega era stato spedito al confino, pur essendo innocente (anche gli avvocati sembrano spariti dal futuro secondo Winterbottom). La svelta criminale rimane incinta come un’adolescente alle prime armi, mentre il suo partner lascia scadere il proprio permesso di soggiorno… e invece di venire imbarcato a forza sul primo aereo è costretto a restare dove si trova. Ogni quattro parole tutti ne intercalano una in francese, in un ritorno di fiamma della grandeur che avrà lasciato scettici persino i Galli più sciovinisti. A questo punto lo spettatore ormai incredulo ha perso ogni simpatia per la sorte dei personaggi; tranne forse per un attimo, quando a Samantha Morton viene cancellata la memoria della sua recente storia d’amore, con una violenza tanto più agghiacciante quanto più presentata come un’ordinaria routine.

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24 Marzo 2013 in Codice 46

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un fantascientifico rimasto nel cilindro, non riuscito, non spiegato, in quasi nulla. Perché? Dove sproloquiano in un esperanto fastidiosissimo, mettendo fintamente a caso qualche parola di angli-franco-spano, per farci sentire tutti poliglotti, mentre sono le solite tre paroline del ca**o che sappiamo tutti e comunque grazie alla pubblicità. E poi in un film di scienza-finzione (SF) fai ancora il caffè con la moka?
E un’altra cosa, si può fare, ma è cinematograficamente scomodo avere lui e lei della coppia protagonista di altezze così diverse. Che lo schermo del cinema orizzontale sta, mica corbezzoli. O li metti sempre a fottersi o bisogna ruotare tutti gli schermi.
Onore per il primo piano di una vagina (salve, sono una giovane vagina, e sono venuta a Hollywood per cercare lavoro nel mondo dello spettacolo), ma si sa che Winterbottom, fin dai tempi di 9 songs, ha una vistosa predilezione per il porno. Il difficile è quando deve andare in giro a spiegare che quella arte è. Mica corbezzoli, come dicevamo.

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L’originalità regna. / 7 Settembre 2011 in Codice 46

Film assurdo, asettico, multiforme, multicolore, arido e vivo ma già morto.
Non si può fare a me di continuare a vederlo, sebbene si scavi continuamente vuoto sul vuoto, vuoto nel vuoto, fino all’abisso di insignificanza finale.
Lei perfetta. Lui da odiare.
Se ne Le Ali della Libertà si ama Tim Robbins, qui lo si trova completamente fuori ruolo, il suo corpo naviga sbagliato in un mondo che non è fatto per la sua fisionomia, i suoi colori, le sue espressioni.
E’ forse l’unica grande pecca del film. L’attore maschile.
Lei… lei è perfetta.
Ma più di tutto è perfetta l’ambientazione, dal tecnologico più fantastico al torrido più vero.
Tutto sommato una scoperta interessantissima, che resta, a suo modo, nello spettatore.

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