Coco

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Coco

Messico. Il dodicenne Miguel, aspirante musicista a dispetto del divieto impostogli dalla famiglia di praticare canzoni e strumenti, sta per fare luce su un mistero vecchio di decenni. Accidentalmente, entra nella Terra dei Morti e...
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Coco
Attori principali: Anthony Gonzalez, Gael García Bernal, Benjamin Bratt, Alanna Ubach, Renée Victor, Ana Ofelia Murguía, Edward James Olmos, Jaime Camil, Alfonso Arau, Herbert Siguenza, Lombardo Boyar, Sofía Espinosa, Dyana Ortelli, Gabriel Iglesias, Selene Luna, Natalia Cordova-Buckley, Carla Medina, Luis Valdez, Blanca Araceli, Polo Rojas, Montse Hernandez, Octavio Solis, Cheech Marin, Salvador Reyes, John Ratzenberger, Mostra tutti

Regia: Lee Unkrich
Sceneggiatura/Autore: Matthew Aldrich, Adrian Molina
Colonna sonora: Michael Giacchino
Fotografia: Matt Aspbury, Danielle Feinberg
Produttore: John Lasseter, Darla K. Anderson
Produzione: Usa
Genere: Azione, Fantasy, Famiglia, Animazione
Durata: 105 minuti

Dove vedere in streaming Coco

Wooow!!? / 2 Aprile 2018 in Coco

Prima di tutto di nuovo un applauso alla Pixar perché ogni anno ci colpisce sempre più al cuore, costringendoci a fare i conti con noi stessi e le nostre vulnerabilità.
In questo caso affronta un tema molto poco ‘per i piccoli’: la morte.
Per di più, d’accordo nella recensione di Stefania, punta molto sul fatto che tutti in famiglia hanno avuto una perdita di una persona cara, quindi il senso di colpa, rimorsi, parole non dette… ecco che le tiriamo fuori di fronte a Miguel e alla sua, chiamiamola così, lotta.
Credo che per i bambini qiesta pellicola abbia colpito molto più a livello visivo (impeccabile come sempre!) ma noi adulti ci ritroviamo di fronte a una realtà ben diversa, molto più intima!
Ho notato come Miguel abbia un po’ somiglianza con la Gioia di ‘Inside Out’ o l’aspetto di Arlo, o il coraggio di “Ribelle”, o l’innocenza di Wall-e… tutte somiglianze secondo me, non a caso… come un altro aspetto fondamentale oltre l’importanza dei ricordi, è la musica. Come sentimento, come estensione di se stessi, come espressione d’amore! Stupendo!
E nonostante fossi stato in presenza di altre persone, non ho saputo trattenere fremiti e lacrime sul finale, davvero toccante e pieno di significato.
Pixar, i miei complimenti!!! Bravi!
8,5!

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La matematica delle emozioni / 15 Gennaio 2018 in Coco

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Riflessioni sparse)

Avvalendosi di un plot ben sviluppato, di un ottimo character design e di una fantasmagoria di dettagli, pattern e colori, Coco sfrutta due temi carissimi alla Pixar, praticamente il leitmotiv di Lasseter & C., pigiando l’acceleratore sulle emozioni elementari.
Sinceramente, non avevo mai realizzato prima quanto, oltre che sul concetto in chiaroscuro di famiglia (anche estesa, vedi Monsters & C., A Bug’s Life, Cars o Arlo), la Pixar insista da sempre su quello della memoria.
Dal primo Toy Story in poi, infatti, il concetto di ricordo è praticamente imprescinidibile. La memoria dell’infanzia, dei bei tempi andati, della compagnia degli amati giocattoli, dei genitori scomparsi, della moglie defunta… Ciascun film Pixar esalta il potere e il valore della memoria, singola o condivisa. Non a caso, uno dei più grandi drammi pixar-iani è rappresentato dall’incapacità dei suoi personaggi di ricordare eventi o sentimenti (l’esempio più lampante è Dory in Alla ricerca di Nemo e Alla ricerca di Dory, ma c’è anche Riley in Inside Out).

Coco si spinge un po’ più in là, parlando esplicitamente di morte e usando con grande sapienza un preciso registro di toni, fra il drammatico spinto e l’avventuroso tout court.
Attingendo in maniera “commerciale” a un aspetto fondamentale della cultura messicana come El dìa de los muertos (peraltro, già sfruttato da un altro film animato, The Book of Life, 2014, co-prodotto da Guillermo Del Toro), Coco affronta l’argomento con estremo calcolo.

Perché la sequenza (quasi) conclusiva agita così tanto e diffusamente l’emotività del pubblico, inducendo in molti casi al pianto?
Perché, al di là della tenera rappresentazione di una indifesa vecchina, fa leva sui sensi di colpa, sulla consapevolezza (tutta adulta: infatti, non ritengo che-tanto per cambiare- sia davvero un film per bambini, ma che si tratti di un film per famiglie, che è un concetto profondamente diverso, perché presuppone il confronto e la discussione fra grandi e piccini)… Fa leva sulla consapevolezza, dicevo, di non aver dimostrato abbastanza affetto o attenzione a talune persone, in particolare a specifici membri del proprio nucleo famigliare. Insiste sul senso del rimorso, sul desiderio di tornare indietro e di aggiustare le cose o di godersele di più e sicuramente meglio.

L’apice della matematica dei sentimenti della Pixar viene raggiunto quando questi elementi dolorosi si fondono con il piacere dei bei ricordi. La vecchia nonna di Miguel, la Coco del titolo, vera protagonista del racconto, ha un solo ricordo preciso, quello del suo papà (e ditemi voi se non vi si accartoccia il cuore, vedendo/sentendo – a fronte del discutibile doppiaggio italiano affidato a Mara Maionchi- un’incartapecorita donnina che chiama suo padre con l’affetto dimostrato quando aveva solo pochi anni di vita). Pur volendole molto bene e trattandola con estremo rispetto, nessuno dei suoi famigliari aveva mai tenuto in conto la vastità del sentimento di Coco per quell’uomo scomparso improvvisamente e di quanto quel brandello di memoria riempisse la sua mente a dismisura.
Come dicevo, in questo film ogni cosa è calcolata, ma -accidenti- è pianificata benissimo.

Nota dolente (per me): la necessità imprescindibile di trovare un antagonista, un super-cattivo “gratuito”, cattivo per il gusto di essere cattivo, di mettere i bastoni fra le ruote, nero e basta (mica come l’orso Lotso di Toy Story 3, incattivito dagli eventi, un villain maturo e complesso, insomma).
Come già era accaduto con due film quasi perfetti come Wall-E e Up, dove lo scontro fra parti sembra esistere solo per non disattendere la tradizione, qui viene inserito un cattivone da manuale. Provando a immaginare la storia senza di lui, pensando che Héctor possa essere morto per cause naturali o per un accidente, il plot filerebbe comunque. In questo senso, Inside Out, per esempio, ha dimostrato maggior coraggio e più originalità di Coco. Perché, in assenza di un rivale preciso, propone un antagonista più difficile da contenere: sé stessi.

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Colpisce al cuore… / 15 Gennaio 2018 in Coco

Disney torna a colpire i sentimenti.
Un film molto dolce e con un messaggio molto importante riguardo l’Aldilà…
La filosofia messicana sulla morte e il viaggio di Miguel nella terra dei trapassati.
Poetico, divertente e MOLTO commovente.
Un cartone da far assolutamente vedere a tutti, soprattutto ai più piccoli di tutte le età.
DA NON PERDERE!!!
Emozione pura…
Ad maiora!

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Up su BInari / 9 Gennaio 2018 in Coco

Dopo le ultime meravigliose uscite ci si era quasi dimenticati del pubblico con la quale dialoga davvero la Pixar e bisogna far fronte, senza visionarietà o audacia di sorta, a prevedibilità e ovattato sentimentalismo di facile presa, seppur talvolta efficace.

Semplicemente fantastico / 8 Gennaio 2018 in Coco

Semplicemente fantastico, la Disney Pixar, ha creato un film che va bene per tutti, sia per un pubblico più piccolo che un pubblico adulto, anche data la tematica trattata. Riesce a tenere incollati davanti allo schermo per tutta la visione del film senza annoiare. Probabilmente (parere ovviamente personale) uno dei migliori film d’animazione degli ultimi anni.

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