9 Recensioni su

Cloverfield

/ 20085.8374 voti

Vorrei davvero non aver mai visto questo film / 8 Marzo 2018 in Cloverfield

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

La realtà è che mi faccio sempre trascinare dalla curiosità senza ascoltare i pareri che trovo in giro. “Esce Cloverfield 10 quest’anno quindi devo vedere il precedente film!”…non è che devo sempre vedere i precedenti film, qualche volta si può anche vivere nell’ignoranza..ora capisco la frase beata ignoranza! Dunque perché sono così sconvolta? Perché Cloverfield altro non è che la storia di un attacco alieno di formiche/mantidi/aracnidi/octopus giganti. Il tutto attraverso la telecamera di un sfigatoboy che viene obbligato a riprendere una festa in un attico di New York. Mentre siamo li a sorbirci questa parodia di party un terremoto con conseguente scoperta dell’attacco alieno sconvolge e distrugge la città. Scappano tutti verso il ponte di Brooklyn (ed è qui che entra in gioco alienoctopus!). Il protagonista del momento, che non è il tipo della telecamera, deve tornare a Central Park a salvare una ragazza che non è la sua ragazza ma poteva esserlo perché c’è stata una scappatella ma non le ha mai detto che l’amava anche quando ne aveva l’occasione perché lui doveva partire per il Giappone. Prendo fiato. Insomma da Brooklyn a Central Park, una vasca infinita per chi conosce New York. Ma la forza dell’amore li fa arrivare per tempo solo per morire tre secondi dopo. Telecamera abbandonata ultimo video messaggio. Fine del film. Con questa premessa vedrò il sequel? Ahimè si.. ma a casa.

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peccato per il mal di testa / 20 Settembre 2016 in Cloverfield

Storia stramba, effetti speciali degni di nota….
Peccato per la modalità di ripresa in prima persona che ti provoca un mal di testa non indifferente.

Un mostro a New York / 14 Settembre 2016 in Cloverfield

Girato con la prassi del filmino amatoriale, anche se ovviamente si percepiscono con immediatezza le tecniche di ripresa professionale e l’arte fotografica, questo monster movie ha un buon mordente. Il gigantismo della creatura vanifica un autentico effetto horror (essere schiacciati da una zampa o inghiottiti in un boccone non riesce a creare molta tensione dal punto di vista cinematografico); resta il fatto che nella sua nicchia tutta particolare questo prodotto dell’entourage di J.J. Abrams ha il suo discreto fascino, con sequenze memorabili come l’irrompere del disastro durante un tipico festino della bella gioventù newyorkese.

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13 Settembre 2014 in Cloverfield

Ho sentito talmente tante volte nominare questo film che alla fine, incuriosita, ho deciso di vederlo.
Devo ammettere che e’ davvero difficile scrivere qualcosa, i sentimenti e le emozioni provate durante la visione del film sono parecchio contrastanti tra loro.
Dal punto di vista visivo questo film e’ un orrore…ho gia’ scritto in precedenza quanto non sopporti questi film-documentari amatoriali, non riesco proprio a digerirli, mi fanno stare male fisicamente(vedere quella telecamera perennemente traballante e’ una sofferenza immane per me, alla fine il mal di testa e la nausea sono all’ordine del giorno)…per me questo non e’ cinema, lo ribadisco.
Dal punto di vista della sceneggiatura, la storia non e’ un granche’, anzi, e’ di quelle gia’ viste e stra-viste, i cliche’ e gli stereotipi, soprattutto per quanto riguarda i ragazzi protagonisti, sono sempre gli stessi, le situazioni in cui si ritrovano sono state scopiazzate da altre mille pellicole…alla fine piu’ che a un film sembra di assistere a un videogioco pieno di effetti speciali e a me questo da parecchio fastidio, rappresenta tutto cio’ che non sopporto nel cinema moderno, troppo ultratecnologico a scapito della trama, della caratterizzazione dei personaggi e dei sentimenti.
Dal punto di vista emotivo, le cose cambiano parecchio…pur nei suoi innumerevoli difetti, Cloverfield contiene un messaggio fondamentale: la natura umana e’ comune a tutti, lo spirito e l’istinto di sopravvivenza ci accomunano tutti, ricchi e poveri, bianchi e neri, adulti e bambini e soprattutto siamo una nullita’ di fronte alle catastrofi, siamo una nullita’ in confronto all’immensita’ dell’universo e alla forza della natura(cosa di cui molto spesso ci dimentichiamo visto come trattiamo il mondo in cui viviamo)..
I rimandi all’11 Settembre 2001 sono tanti, si respira quell’ansia, quell’angoscia opprimente, distruttiva, sfinente, quella paura lacerante, spaventosa, la si respira tutta, viene trasmessa tutta…
Un film che in fondo non e’ altro che una mezza ciofeca, ma che ha saputo creare una tensione emotiva che ti rimane dentro, che aumenta con il tempo, che ti scava a fondo nell’anima…alla fine tutto viene in fretta, perche’ il tempo per fermarsi non c’e…
E’ brutto, parecchio, ma nonostante la sua bruttezza visiva lascia qualcosa di importante, un messaggio forte al quale e’ quasi impossibile rimanere indifferenti.
Michael Bay e Roland Emmerich dovrebbero prendere esempio per i loro film…

P.s. il voto sei e’ la media tra il due visivo e l’otto emotivo.

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Mah! Utile? / 29 Dicembre 2012 in Cloverfield

Quella che sembrava una tranquilla festa di addio, per la partenza per il Giappone di Rob, viene interrotta da una scossa che fa tremare tutta la città, nella quale riecheggia un suono animalesco e rimane totalmente al buio. Rob e i suoi amici iniziano così una corsa contro il tempo e contro gli esseri che stanno invadendo la città, per portare in salvo Beth, l’amica amata di Rob.

Trama non molto innovativa, solito film apocalittico che J.J.Abrams tenta di rendere meno banale grazie all’uso della telecamera a mano, per l’intera durata della pellicola, lasciando intravedere pochi particolari, scelta azzeccata per stimolare la curiosità e l’attenzione di chi guarda, cercando di far immedesimare lo spettatore con i protagonisti. Il risultato sembra essere una via di mezzo tra La guerra dei mondi di Spielberg e The Blair witch project, una storia banale che provoca un senso di nausea, non solo per il movimento della telecamera a mano. Nulla da dire sulla parte tecnica, effetti speciali ben costruiti (non ci si poteva aspettare altro da Abrams) e molto apprezzata la citazione alla locandina di 1997: fuga da New York di John Carpenter, nella scena della decapitazione della statua della libertà.

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Discretamente bello / 29 Dicembre 2011 in Cloverfield

Niente di nuovo, il solito mostro venuto da chissà dove che distrugge NY. Il bello di questo film che è ripreso tutto in prima persona e rende molto l’idea di quello che hanno passato i protagonisti. Piccola chicca per chi non ci avesse fatto caso alla fine del filmato si vede chiaramente il logo del progetto Dharma nel telefilm Lost…..

pollice su / 14 Novembre 2011 in Cloverfield

film mediamente godibile, azione quanto basta ma c’è una cosa che gli da quel qualcosa in più: il fatto che non si sappiano le fattezze del mostro, non lo conosciamo, non viene ripreso… molto meglio così perché diversamente, qualsiasi concepimento scenografico e fantasioso, qualsiasi effetto specuale, avrebbe lasciato con l’amaro in bocca.

27 Ottobre 2011 in Cloverfield

Film particolare, tutto girato con telecamera a mano (digitale) sullo stile di “The blair witch project”. Qua però la trama è interessante e avvincente, anche se si rimane parecchio nel misterioso. La comparsa della creatura non viene spiegata, però il film è originale proprio per come è girato. Se si superano le possibili crisi di “mal di mare”, l’idea è funzionante perchè lo spettatore è coinvolto maggiormente negli eventi catastrofici che capitano ai protagonisti.
Certo qualche difetto ce l’ha (oltre alla telecamera a mano) ma tutto sommato a me non è dispiaciuto.
Per completezza dico anche che a un mio amico non è piaciuto molto e a un altro non è piaciuto affatto (anzi non è neanche venuto a bere qualcosa dopo forse offeso perchè l’avevo portato a vedere questo film).

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Un film catastrofico che regala una buona dose di spettacolo / 7 Giugno 2011 in Cloverfield

A dire la verità, credevo che “Cloverfield” fosse una cagata pazzesca. E invece mi sbagliavo. Se riuscite a superare indenni i primi quindici minuti (di una bruttezza esemplare, soprattutto per colpa dei dialoghi ridicoli: al confronto quelli scritti da Federico Moccia sembrano concepiti da Ingmar Bergman!), il film nel suo prosieguo riserva non poche sorprese. A parte il terribile incipit (a proposito: fa a gara con quello di “Hostel” di Eli Roth per il titolo di inizio più brutto della storia del cinema!), “Cloverfield”, se preso unicamente per quello che è, ovvero un prodotto di intrattenimento, funziona.
Tutto comincia durante una festa organizzata da alcuni ragazzi per salutare un loro amico in procinto di partire per il Giappone. La suddetta festa si trascina stancamente tra chiacchiere sceme, goliardate varie e menate sentimentali, fino a quando, all’improvviso, esplode un botto tremendo che squarcia il clima di relax. Immediatamente la sala viene invasa dal panico, e mentre tutti si chiedono cosa diavolo possa essere stato a provocare un simile botto, ecco che irrompe subitanea un’altra tremenda esplosione. L’angoscia, a questo punto, comincia a montare inesorabilmente fra gli invitati al party. Mentre questi ultimi vagano attoniti per l’appartamento nel quale fino a un attimo prima stavano festeggiando belli giulivi, fuori sembra che si stia scatenando l’inferno: le strade, infatti, vengono invase all’istante dai soldati dell’esercito armati fino ai denti, con tanto di carri armati che avanzano minacciosi, mentre nel cielo sfrecciano gli aerei militari in assetto da combattimento.
La gente, comprensibilmente spaventata, abbandona le proprie case e si riversa in massa per le vie della città cercando di scappare chissà dove: non sanno, però, che ad attenderli c’è una creatura gigantesca pronta ad uccidere chiunque le si pari davanti. Tutta la vicenda ci viene mostrata attraverso la soggettiva di una videocamera tenuta in mano da uno dei fessacchiotti partecipanti alla festa iniziale.
Sul piano spettacolare, la pellicola garantisce un buon coinvolgimento: tolto il primo – orribile – quarto d’ora, nei rimanenti settantacinque minuti l’azione è talmente frenetica che non lascia quasi mai un attimo di tregua allo spettatore, e anche la suspense non manca di certo. Mettendo in scena la storia di un attacco tanto violento quanto improvviso, “Cloverfield”, inevitabilmente, riflette la paranoia americana post undici settembre (non a caso, la storia è ambientata a New York); ma da un regista tutt’altro che eccelso come Matt Reeves non è che ci si debba attendere chissà quali riflessioni filosofiche. La sceneggiatura, infatti, mette da parte le psicologie dei personaggi per puntare tutto sull’azione pura, e in questo bisogna ammettere che la pellicola riesce a fare bene il suo “sporco lavoro”. Dato che il ritmo e la tensione non mancano, se non si pretende troppo (molte cose, ad esempio, non sono verosimili), il divertimento è assicurato. “Cloverfield”, in sostanza, non è altro che un’onesta pellicola di intrattenimento. Produce J. J. Abrams, creatore di “Lost” (serie geniale che però, dopo un inizio folgorante, diciamo le prime due stagioni, più è andata avanti e più si è ingarbugliata). Alla fine del film, comunque, permane un unico, grande interrogativo: ma era proprio necessario girarlo tutto attraverso la soggettiva di una videocamera?

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