Recensione su Chuen jik sat sau

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O vs Lok / 21 Luglio 2016 in Chuen jik sat sau

Allora, le cose stanno così.
Secondo me Johnnie To è il più grande autore vivente, non il “più più” di tutti anche perché deve condividere il podio assieme a John Woo e a tanti altri, ma quando vedo un film di Gionni io vengo catturato da un vortice di emozioni.
Due anni fa avevo visto Vendicami e non mi era sembrato niente di speciale. Fu un approccio strano e all’epoca mi ricordo di aver detto di non voler vedere più nulla di To. Mi sbagliavo. Quest’anno voglio recuperare tutti i film della Milkyway e rivedere quelli giù visti (credetemi ne ho visti già tanti). Ho riletto la recensione di Vendicami, me la presi con l’attore principale ed effettivamente quel ruolo sarebbe stato a pennello su un Alain Delon. Oggi lo vorrei rivedere, perché ricordo una serie di sequenze fatte bene (in notturna).
Alain Delon, ca**o che attore.
Qualche mese fa facevo le mie ricerchine su To e l’amicone Wai Ka fai e niente mi imbatto in Full Time Killer. Vedo il trailer e dico: Cristiddio che figo.
Lo cerco in lingua originale, lo scarico, due settimane fa lo vedo. Bomba. Passano i giorni, vedo altro ma poco, principalmente due film di GIuseppe De Santis e l’incredibile Breaking News sempre di To.
Oggi decido di scrivere la recensione di FULLTIME KILLER con Andy Lau e Takashi Sorimachi. I personaggi che interpretano sono lo yin e yang.
Chi sono? Killers: da un lato abbiamo O (il miglior sicario sulla piazza), dall’altro Lok Tok-wah (nuovo, nel giro). Succede spesso, nel cinema come nella vita reale, di avere due fazioni contrapposte in lotta fra loro. Come in Assassins di Richard Donner con Sly e Banderas, Lok sfida O pretendendo di diventare il migliore. Ci sono delle grandi differenze fra i due, mentre O è umile e silenzioso, Lok invece è un megalomane figlio di puttana (e risulta pure simpatico). Lok è uno di noi, vede i film e imita i personaggi degli action americani e non. Lok va al cinema e vorrebbe che la vita di ognuno fosse simile a un trailer.. perché, diciamocelo, anche i film più brutti hanno dei bellissimi trailer. Inoltre Lok parla sempre di cinema, anche prima di accoppare qualcuno, citando Point Break (si mette le maschere dei presidenti americani, qui quella di Bill-make me a blow job-Clinton), Le Samourai di Melville (lo nomina durante una delle sequenze iniziali), Leon di Luc Besson e suona uno strumento dicendo di aver visto un film di Rodriguez (El Mariachi) in cui un killer va in giro sparando con una chitarra.
O è totalmente differente. O è elegante, puro, meticoloso in quello che fa. Vive nell’ombra, recluso come un monaco Shaolin, è silenzioso e profondo come un killer di Kitano o di Melville, ma c’è un po’ di Lok in lui e viceversa. Entrambi sono due killer, ognuno è una delle due facce del cinema (asiatico e europeo o più in generale occidentale). Uniti fanno il cinema di J. To e di Wai Ka Fai. Nel mezzo c’è una storia d’amore in cui la donna non ha neanche un ruolo marginale e prende il fucile (una delle rare volte, ma non unica, nel cinema di To).
Fulltime Killer è qualcosa che parla di noi, Lok è un cinefilo con una storia triste alle spalle. Certo è un pezzo di me**a, ma è divertente ed ha stile quando uccide. Il fatto di avere dei killer di correnti diverse lo troviamo già ai tempi de La farfalla sul mirino, altro film mega galattico, di Seijun Suzuki come troviamo già in Sole Rosso questo voler accostare il cinema occidentale a quello orientale (in Sole Rosso abbiamo Mifune nel west assieme a Delon), ma la forza di Fulltime Killer sta nel suo spirito: O e Lok vogliono trovare un posto nel mondo. Lok non era un killer, qualcosa va storto. O diventa una macchina, un terminator (ma terminator 1 eh), uccide un suo compagno di classe che lo ferma per salutarlo perché assiste all’uccisione di un suo contatto. Fulltime killer è un omaggio al cinema tutto, in cui la regia sempre brillante di To e Fai è un continuo di adrenaliniche scene d’azione, sparatorie e piccole grandi gag. Un film da vedere, tante tante tante volte.

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