Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino

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Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino

Tratto dall'omonimo libro, il film narra la storia vera di Christiane F., una ragazzina che precipita nell'incubo della droga; all'inizio assume gli acidi, che trova nella nota discoteca di Berlino, il Sound, poi l'eroina, che la trasforma in una vera tossicodipendente. Insieme al fidanzato Detlef, si prostituisce al Bahnhof Zoo, la Stazione di Berlino, per guadagnare i soldi che servono per comprare la roba.
stefania86 ha scritto questa trama

Titolo Originale: Christiane F. - Wir Kinder vom Bahnhof Zoo
Attori principali: Natja Brunckhorst, Thomas Haustein, Jens Kuphal, Rainer Woelk, David Bowie, Uwe Diderich, Jan Georg Effler, Peggy Bussieck, Christiane Lechle, Ellen Esser, Lothar Chamski, Eberhard Auriga, Andreas Fuhrmann, Christiane Reichelt, Kerstin Richter, Cathrine Schabeck, Stanislaus Solotar, Lutz Hemmerling, Daniela Jaeger, Bernhard Janson, Kerstin Malessa, Mostra tutti

Regia: Uli Edel
Colonna sonora: Jürgen Knieper
Fotografia: Jürgen Jürges, Justus Pankau
Costumi: Myrella Bordt
Produttore: Bernd Eichinger, Hans Weth, Bertram Vetter
Produzione: Germania
Genere: Drammatico
Durata: 131 minuti

Dove vedere in streaming Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino

IL TEMPO DELLE PERE / 23 Maggio 2021 in Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino

Bello, robusto e potente. Drammaticamente scuro, sporco e senza luce. Scioccante per gli ingenui e impreparati genitori dell’epoca e rappresentativo di una generazione soffocata e smarrita.
Ottimo film europeo sul dilagare delle droghe tra i giovani e giovanissimi negli anni 70/80. Il racconto è perfetto nel suo scorrimento. La narrazione è semplice e intuitiva e ci permette di seguire senza complicazioni la lenta discesa negli inferi di Christiane F.. Nella seconda parte del film mi è piaciuta tantissimo la scelta di far percepire il passaggio del tempo tramite l’effetto ricrescita dei capelli della ragazza. Davvero una bella trovata funzionale sia al racconto che all’aspetto della giovane.

La regia di Uli Edel è perfetta. Filma tutto con mano sicura e onesta. La città viene rappresentata come fredda, bagnata e sudicia in ogni suo anfratto. Opprimente di giorno quanto di notte. La fotografia svolge un grandissimo lavoro in questo senso.

La quindicenne Natja Brunckhorst è perfetta nei panni di Christiane. Col suo corpo da fenicottero appare fragile e pronta a sfiorire. Ottimo anche Thomas Haustein nel ruolo di Detlef.

La musica oltre alla presenza di David Bowie vanta un paio di brani dalla resa perfetta.

Grandissimo film che salta in testa alla mia classifica di genere “drogatelli” scalzando quel filmone di “panico a needle park”.

Voto: 8,5

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Mezzo punto più del dovuto / 4 Dicembre 2020 in Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Per l’importanza e l’incisività di un’opera che ha un simile potere documentaristico, tuttavia come trama e come interpretazione di molti attori si poteva forse far di meglio, anche se questo aspetto è sicuramente da imputare al fatto che esclusa Natja Brunckhorst (Christiane) gli altri non erano attori professionisti.
La protagonista per contro è stata perfetta, si è calata magnificamente nel ruolo di adolescente un po’ chiusa, annoiata e in cerca di evasione che inizialmente si presenta ingenua e “pulita”, quasi troppo rigida nel suo rifiuto dello “sballo” a tutti i costi, celebrato dai coetanei e da tutti quelli che la circondano, come se fosse più un capriccio da ragazzina ribelle che una scelta ragionata di mantenersi sana.
Ad un certo punto però cede anche lei alle droghe e inizia precipitare, quasi per caso, nel cupo e sordido vortice della dipendenza.
Le sensazioni drammatiche e l’emarginazione dei tossicodipendenti (anche dei più giovani) sono enfatizzate e rese quasi palpabili dagli scenari grigi e sporchi di una Berlino tutta asfalto, ferrovie, cemento e sudiciume, tra palazzi di appartamenti anonimi e periferie degradate.
Ottima da questo punto di vista la fotografia e la scenografia che sposano benissimo la sceneggiatura, ma manca una convincente colonna sonora (non bastano due o tre pezzi di Bowie nella prima parte del film) e una successione un po’ più lineare dei fatti, che a tratti appaiono confusi e quasi scollegati tra loro.
Personalmente ho trovato anche un po’ disturbante l’atteggiamento della madre di Christiane, totalmente presa dal lavoro e dalla sua nuova relazione al punto da non accorgersi che la figlia appena quattordicenne ha seri problemi con la droga e che frequenta pessime compagnie. Inoltre non si è ben capito se ad un certo punto l’aveva abbandonata al gruppo di Detlef per poi recuperarla nel finale e portarla ad Amburgo.
Molto toccante la sorte di Babette o Babsi, e la scelta di Christiane di suicidarsi in seguito a quella scoperta, anche se per afferrare questo particolare ho dovuto consultare dei riassunti della storia.
Toccante, crudo, non ho trovato traccia del moralismo di cui viene tacciato da qualcuno, ma concordo sul fatto che forse è tutto permeato di un distacco a tratti eccessivo.
Comunque mi ha davvero fatto riflettere e rabbrividire, cosa che indubbiamente era lo scopo ultimo della pellicola, sottolineare quanto sia sciocco e pericoloso incamminarsi sulla strada della dipendenza con la convinzione scellerata del “tanto smetto quando voglio”.
Da vedere e far vedere anche nelle scuole, molto attuale.

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Un film sul problema della droga..Sicuro non è un film da popcorn.. / 9 Febbraio 2017 in Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino

Forse un po’ troppo surreale. La vita normale sembra non esistere e i personaggi sani si limitano alla madre e il compagno che sono solo delle comparse; eppure la madre ha svolto un ruolo fondamentale… potrebbe essere lei la causa della caduta della figlia nel giro della droga visto che è separata o divorziata. In ogni caso il film sembra la cronaca degli aspetti squallidi della vita dei drogati, forse volutamente. Quasi assente una trama da seguire e questo appesantisce ulteriormente il film il cui tema è già di per se pesante. A ciò si aggiunge l’assenza o quasi di musica e questo per me è un punto di debolezza visto che la musica (se buona) contribuisce ad esaltare alcune scene. Mi piace però l’idea della musica come elemento interno del film quando si trovano in discoteca o al concerto. Potrebbe essere un film da far vedere ai ragazzi delle scuole medie superiori..se resistono…Christiane Reichelt molto brava.

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23 Maggio 2015 in Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Mi voglio disocciare dai commenti precedenti, non sono affatto qui per dire che l’eroina fa male, bensi voglio recensire questa pellicola. Quando l’ho visto la prima volta, è stato un montante al fegato per me. Sporco, duro, freddo. Sono tutte parole negative, ma che cadono a pennello. Thomas Haustein (Detlef) interpreta la parte in maniera stupenda. Il gesto più romantico di sempre è quando lui, sebbene sia eterosessuale, si vada a prostituire da un omosessuale, per ottenere la dose, purchè non vada Christiane. Classico esempio di film che ogni volta che lo si guarda, a distanza di anni, lo si interpreti sempre in maniera diversa dalla volta precedente. Poi c’è lui, uno dei miei miti, sarà che l’adoro ma Bowie, l’eroina e la mitica capitale tedesca creano un capolavoro.

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“Tanto io posso smettere quando mi pare!” / 8 Novembre 2013 in Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino

Mi era stato consigliato tante volte di guardare questo film ma non avevo mai trovato il coraggio. Adesso, però, mi pento di non averlo visto prima perché ti mostra ciò di cui senti parlare spesso, ma che credi “fantascienza”. E invee no: gli ambienti legati alla droga sono sempre esistiti.
Ogni adolescente dovrebbe guardarlo e dovrebbe mettersi in testa che certe sostanze e, soprattutto, certi ambienti non vanno avvicinati MAI, per nessun motivo.
E’ un film “crudo”, netto, agghiacciante ma sicuramente ISTRUTTIVO.
La frase che più mi ha fatto riflettere, e che ogni tossicodipendente pronuncia è “Tanto io posso smettere quando mi pare!” Ed è esattamente questo il problema: la dipendenza. Non se ne esce così, da un giorno all’altro e non bisogna MAI pensare: “Provo.. solo una volta, giusto per il gusto di provare!”

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