Recensione su Il caso Kerenes

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19 Febbraio 2014

Dopo Quattro mesi, tre settimane e due giorni (e dopo Oltre le colline..ma questa aggiunta è sulla fiducia, per ora) il cinema rumeno si fa sentire con questo film che l’anno scorso ha convinto la giuria del Festival del cinema di Berlino ed ha ottenuto l’orso d’oro.
Il merito, sopra ad ogni altro aspetto, va alla protagonista, una madre ossessiva e incapace di ammettere una qualsivoglia forma di libertà ed indipendenza nella vita del figlio, una donna dal carattere all’apparenza forte e deciso, anche subdola, perchè nasconde questa sua ossessione per il controllo dietro ad una valanga di “consigli” che sciorina al figlio ed alla sua compagna. Non ha paura di addentrarsi nella privacy del figlio, arrivando ad ascoltare particolari intimi in maniera morbosa (in una scena addirittura si insinua il sospetto di un rapporto incestuoso), lo vuole sotto la sua protezione, anche nel momento in cui dovrebbe dargli spazio.
Il suo atteggiamento è sfrontato, sicuro di sè, di fronte al marito, alla cameriera ed anche alla polizia e sembra l’abbia portata a fare terra bruciata intorno a sè. Il marito è lontano e sarcastico, succube per certi versi, disinteressato per altri.
L’inizio richiama alla mente scene viste in Melancholia e Festen, con un’ostentazione fredda del lusso e del benessere che circonda questa donna, che da un momento all’altro viene coinvolta in un evento che rischia di sottrarle il figlio.
Per proteggerlo farà di tutto, limitando anche le possibilità di azione del figlio, che appare un pò come un bambolotto incapace, confuso, un mammone senza speranza e senza spina dorsale almeno fino a quando non trova la forza di affrontare la madre.
Il film alla fine trova schiettezza, non perdona, non si cala nel buonismo ma punta alla trasparenza ed alla sincerità e non si può dire che non sia rappresentativo di una situazione più generalizzata, meno particolare di quella di una famiglia.
La storia è scritta bene, in maniera asciutta e intensa.

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