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Cheung fo

/ 19997.715 voti

Made in China / 9 Maggio 2014 in Cheung fo

Questo film del 1999 di Johnnie To, non è altro che una violenta ed appassionante storia, che si presenta semplice e blandamente articolata, ma comunque interessante e mai stereotipata. Insomma, il caro Johnnie ed il cinema di Hong Kong come al solito non deludono, confezionando un’opera di ottima fattura. Riprendendo proprio il filone gangster, e quindi raccontando una storia il cui sfondo è sempre fatto di pallottole e mafia, To riesce ad ottenere un thriller potente visivamente, grazie alla stupenda fotografia ed alla sua ottima regia che ottiene sempre l’inquadratura adeguata al contesto. Uno dei killer ingaggiati da un boss per proteggersi, finisce per farsi sua moglie. Il boss gli ordina agli altri di ammazzarlo ed è qui che emergono, cioè nel finale, i rapporti umani e d’affetto tra i vari killer protagonisti. Evitare di far fuori il proprio amico o eseguire l’ordine per proseguire la propria carriera ? Un dilemma complicato in un mondo dove non esistono buoni e cattivi, il tutto ripieno di peripezie memorabili che a mio parere lo rendono un must del genere. Indimenticabile la colonna sonora. Consigliato a tutti gli appassionati, perché certamente è venuto meglio di tante altre cagate che invece, talvolta, si vedono a Hollywood.

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23 Gennaio 2013 in Cheung fo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Perché guardi così poco spesso dei film di Johnnie To? Parliamone (a parte che dovrebbe bastare già il cognome)…
Sottotitolato in francese, Hong Kong e pistole. Gangsta-movie, con occhi a mandorla e potere e soldi e pallottole e abiti eleganti, sempre. Solito problema che essendo tutti uguali all’inizio non si capisce quali siano i protagonisti e quali le comparse. Come faccio a farvi sentire il tema della musichetta? Ora lo cerco, ero già convinto dopo 3 minuti di film. Eureka!
Un boss assolda cinque tipi di fiducia per difenderlo da chi lo vuol far fuori. Si tratta di: un ex-sicario che si è messo a fare il parrucchiere, un capetto di quartiere e il suo vice, un magnaccia (onore! ah, no) e un ciccio con la faccia rotonda e che mangia in continuazione arachidi lasciando dietro di sè la scia dei rimasugli. Con questa squadra il boss scampa a molteplici attentati, debellati a suon di sparatorie sulle scale mobili e dovunque un po’, fino a trovare e uccidere chi lo voleva eliminare. Ma non è finita, perché la “missione” ha unito le cinque guardie del corpo, che alla fine dovranno trovare il sistema per uscire da una di quelle situazioni bellissime in cui ognuno punta la pistola sulla faccia di un altro e gli dice “non sparare”. Oh, wow. Ti prego, passamene un’altra dose.

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