6 Recensioni su

Che - L'Argentino

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Ricordare / 1 Agosto 2018 in Che - L'Argentino

avvincente ricostruzione della vita di Ernesto Guevara, eccellente regia di soderbergh e impressionante interpretazione di benicio del toro che si afferma tra i più bravi attori del secolo. scene di guerriglia bellissime e interessanti dialoghi politici. pecca di esaltazione del personaggio centrale, quando la rivoluzione è stata fatta dai ragazzi vogliosi di vittoria e cambiamento e non solo da fidel e dal che. consigliato agli amanti delle pagine storiche.

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Il medico della guerriglia / 17 Maggio 2018 in Che - L'Argentino

Mi è piaciuto particolarmente questo ritratto del Che firmato da Soderbergh, in primis per l’interpretazione maiuscola (e in qualche modo definitiva) di Benicio Del Toro, giustamente premiato a Cannes, ma poi anche per come è stato montato e diretto. C’è l’alternanza cromatica che aveva fatto la fortuna di Traffic, a sottolineare visivamente due differenti piani narrativi: stavolta un bianco e nero molto contrastato per l’epoca più recente (gli anni ’60, discorsi di Guevara alle Nazioni Unite) e i colori per la storia di formazione, gli anni ’50 e la Revolucion cubana. Bellissime le sequenze di battaglia, dove emerge un tratto più umano e meno mitologico del Comandante, con tutte le sue limitazioni fisiche (era asmatico) e la sua formazione più medica che militare. Ottimo anche Demián Bichir nei panni di un giovane e determinato Fidel Castro. Semplice ed efficace la colonna sonora di Alberto Iglesias.

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31 Gennaio 2015 in Che - L'Argentino

Il biopic in due parti su Ernesto Guevara, diretto brillantemente (come al solito) da Steven Soderbergh è un lucido ritratto per flash -pregni di significato- di una personalità e di una storia piuttosto complessi. Alternando passato, presente e futuro caratterizzati da una fotografia differenziata e sempre bella, il film procede a mio avviso abbastanza spedito, avendo cura di non idealizzare eccessivamente una figura simbolo come quella del Che, interpretato da un Benicio Del Toro molto molto bravo. Una scena su tutte mi è rimasta molto impressa, per la bellezza della sua costruzione: Aleida e Ernesto che passeggiano la sera, avvicinandosi sempre più alla camera e incorniciati dalle luci calde delle strade e ai bordi, da due gatti vagabondi. Sono questi ed altri piccoli dettagli che rendono davvero bella la pellicola, che si muove equilibrata tra le grandi imprese e i piccoli gesti caratterizzanti. Sebbene gli eventi possano non risultare subito pienamente comprensibili ad uno spettatore che poco sa della storia originale, ciò secondo me non incide sul coinvolgimento e non inficia la buona fattura del tutto.

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Storia / 11 Luglio 2013 in Che - L'Argentino

Per chi ama la storia e vuole sapere di più questo film (almeno la prima parte) è un buon inizio ma sicuramente molto più effetto li fanno i molti libri sull’argomento.
Comunque è fatto molto bene e in 2 ora si riesce a definire benino cosa sia stata la Rivoluzione che Fidel e Guevara hanno costruito e alla fine realizzato.
Buon film.
“E tu querida presencia,
Comandante Che Guevara…”
Ad maiora!

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2 Febbraio 2013 in Che - L'Argentino

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

C’è Benicio del Toro che diventa uguale al Che, e va a fare la rivoluzione a Cuba. In questa prima parte, della bio che Soderbergh ha dedicato alla ingombrantissima figura di Guevara, c’è la preparazione, la predisposizione dei pezzi, la partenza per Cuba insieme a un mattacchione col sigaro che fa molto Fidel Castro (ah no, è Fidel Castro), e poi la guerriglia nella foresta, con le sue difficoltà, lui che per metà è un figo e per metà tossisc/scputacchia perché è asmatico, e infine la strada, spianata di contadini festanti, verso L’Havana liberata dal capitalismo e da Fulgencio. Ma non c’è solo l’ascesa del Che come guerrigliero, ma anche come personaggio pubblico, che accetta, por la revolucion, di diventare il simbolo mediatico della lotta da offrire a giornali e telecamere e occidente. É dura non emotivamente partecipare alla cavalcata verso la vittoria, anche perché sai benissimo che questa è la parte della bio che finisce bene, e non andrà sempre così. A Soderbergh il merito di non scadere nell’agiografia, nel comporre una ricostruzione passabilmente accurata di vicende storiche che hanno avuto un significato tanto abnorme per quel che è successo dopo, e sono state oggetto di vera e propria mitizzazione/demonizzazione, a seconda dei punti di vista, in seguito.

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17 Febbraio 2011 in Che - L'Argentino

È il 1956 quando Ernesto Guevara, medico argentino, si imbarca alla volta di Cuba con il giovane avvocato Fidel Castro e altri guerriglieri determinati a liberarla con una rivoluzione dalla dittatura di Fulgencio Batista. Sbarcato sull’isola, il Che combatte con la sua colonna nella foresta tropicale della Sierra Maestra fino a raggiungere Santa Clara, conquistata con una coraggiosa battaglia prima di raggiungere L’Avana.

Tre sono i piani temporali che vengono magistralmente alternati: l’incontro con Castro a Città del Messico caratterizzato da una fotografia color seppia; la rivoluzione, filmata con nitidezza per esaltare sia le scene d’azione, sia i magnifici paesaggi; le immagini del 1964 a New York in occasione del suo discorso alle Nazioni Unite, in bianco e nero, quasi si trattasse di un filmato dell’epoca.

Nel primo atto del suo lungo film (la seconda parte non si farà attendere molto, per fortuna), Steven Sodebergh si affida ai diari autobiografici del Che per raccontare con taglio documentaristico le imprese cubane del comandante Guevara – un perfetto Benicio Del Toro, vincitore al Festival di Cannes per questa interpretazione – senza lascarsi tentare dai toni gloriosi che ne hanno fatto un’icona: da un lato è leader carismatico immensamente fedele ai suoi ideali rivoluzionari, dall’altro è umano, tormentato dall’asma; un personaggio influente, pieno di punti oscuri e debolezze. Chi sia stato davvero Guevara è una questione che il cinema sicuramente non risolve; tuttavia, quello del film di Soderbergh è un tentativo, decisamente riuscito, di renderci partecipi della sua avventura personale e storica.

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