Disastro / 29 Gennaio 2020 in Cats

Io amo i musical, amo Andrew Lloyd Webber, ho appena letto in originale le poesie di T.S. Eliot su cui è basato Cats, le trovo geniali, divertenti, cattive e moraliste al tempo stesso, e trovo geniale e coraggioso il musical teatrale che ne trassero quasi quarant’anni fa contro ogni logica.

Io amo Tom Hooper dai tempi della tv (non smetterò mai di consigliare la sua miniserie John Adams) e ho amato tutto quello che ha fatto da allora, fino a punte di venerazione pura per Les Misérables.

Io ho storto il naso al primo trailer di Cats, all’impressione che dava e alla decisione di rendere in performance-capture quello che a teatro è costumi e trucco, ma non ho voluto credere alle stroncature senza scampo di chi ha visto il film al cinema nelle scorse settimane e non ho voluto accetare il flop esagerato che ne è risultato. La gente sa essere cattiva e spara sulla Croce rossa, mi dico. Sono sicuro che ci sia molto da salvare e di cui essere grati in questo film, mi rassicuro.

Poi ieri ho visto il film. Non è bastata tutta la durata del film a abituarmi alla resa repellente dei volti in CGI, allo squilibrio mai deciso fra fattezze umane e feline fra cui oscillano costumi e modelli digitali, su cui la macchina da presa non indugia mai perché sa che prestarci troppa attenzione svela le magagne. Indugia solo su due primi piani: quello della micetta Victoria (la ballerina inglese Francesca Hayward al suo esordio al cinema), che è la meno ritoccata al computer, e della disgraziata Grizabella, il cui modello sfregia le fattezze e l’interpretazione sublimi di Jennifer Hudson, sfortunatissima nelle sue scelte e nella vita dopo l’Oscar per Dreamgirls.

Il film è un concentrato di scelte rovinose che non riesce mai a recuperare, anche se la seconda parte del film si arricchisce di un po’ d’azione e rende quantomeno digeribile lo svolgimento fino al bel finale (ma troppo poco, e troppo tardi).

Spielberg (che qui produce tramite Amblin) anni fa voleva fare un film d’animazione da questo musical. Doveva proprio. Questo è uno spreco di talenti e un disastro vergognoso.

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