Recensione su Carnival of Souls

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Capolavoro poco conosciuto / 23 Novembre 2016 in Carnival of Souls

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Carnival of Souls è un curioso e misconosciuto horror psicologico indipendente mai doppiato in italiano. Un piccolo gioiellino nascosto e invisibile dove l’orrore è tutto nell’atmosfera gelida e inquietante. Una di quelle scoperte che mi invogliano a spulciare filmografie sui vari libri e siti di cinema alla ricerca di chicche simili.

Un racconto gotico americano ambientato nel deserto dello Utah e in un sinistro parco divertimenti abbandonato (abbandonato?).

Una ragazza sopravvive non si sa come a un incidente automobilistico. L’auto su cui viaggiava precipita da un ponte e finisce nel fiume sottostante. Il mezzo non viene più ritrovato, così come le altre due passeggere. La protagonista viene invece ritrovata ore dopo immemore di come abbia fatto a salvarsi.

Una settimana dopo si trasferisce a Salt Lake City, assunta per suonare l’organo in una chiesa, ma comincia a essere perseguitata da incubi, visioni di una figura macabra, e manifesta una strana attrazione verso un padiglione abbandonato, un vecchio parco divertimenti in mezzo al deserto…

Il film è pregno di scene sempre più inquietanti e surreali, trasportando lo spettatore in una dimensione aspaziale e atemporale da cui è difficile districarsi, almeno fino alla rivelazione finale, per certi versi abbastanza intuibile.

Straordinaria opera, ancora più incredibile se si pensa che è la prima (e anche unica) del regista, autore di cortometraggi e documentari. Un film passato inosservato e ignorato dal pubblico al momento della sua uscita cinematografica assolutamente da riscoprire.

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