19 Dicembre 2012
Il nuovo film di Polanski, anche Polanski è di quelli che secondo me si possono andare a vedere d’ufficio, al buio. E l’ho pure visto in originale sottotitolato, perché al Centrale di Torino hanno preso questa bella abitudine e onore a loro. La sceneggiatura è tratta da una pièce teatrale, e si vede, dato che l’intero film, tranne le inquadrature iniziale e finale di un parco pubblico ai margini di New York, si svolge all’interno di un appartamento. Qui si trovano due coppie di coniugi, i padroni di casa, il cui figlio è stato picchiato, e altri due che sono i genitori del, ehm, picchiante. Jodie Foster e tipo ciccio di cui non ricordo il nome versus Kate Winslet e, mumble, Christopher Waltz (il cattivissimo nazista di Inglorious Basterds, per intenderci).Che dire, litigi, battibecchi, la macchina da presa segue gli scambi di battute tra i quattro mostruosamente bravi attori, i cui personaggi tireranno fuori via via le proprie debolezze ammettendo anche quello che mai avrebbero creduto di pensare. Visioni della vita contrapposte, si ride, si urla e si vomita a spruzzo nel soggiorni di Jodie che sbarella. Non ci si annoia, anche se il film va detto è corto, e se proprio si vuole trovare un difetto l’accusa sarebbe per Polanski quella di avere costruito una macchina narrativa troppo perfetta, ai limiti dell’esercizio estetizzante di stile, per essere in qualche modo sincera.

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