Gloriose premesse si inabissano / 12 Dicembre 2017 in Carlos

E’ incredibile come a volte un grandioso inizio possa andare annacquandosi. Il Carlos di Edgar Ramirez è all’inizio gigantesco e spietato, catturato nella sua virile nudità, come un dio della guerra, da Assayas; il clima plumbeo del terrorismo trova il climax nella magnifica sequenza nell’appartamento dove si cantano le canzoni folk venezuelane prima dell’arrivo dei poliziotti. Poi, dopo la lunga sequenza del rapimento dei ministri, il film si inabissa in una sceneggiatura stanca, tirata, si fa noioso e ripetitivo come il macchiettistico capo degli attivisti palestinesi Haddad interpretato da Ahmad Kaabour. Che peccato.

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