Recensione su Captain America: Il primo vendicatore

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1 Dicembre 2013

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Conosco poco il personaggio, al di là delle due o tre cose di pubblico dominio e uno striminzito fumetto letto anni orsono. Nutrivo quindi una certa curiosità per questa pellicola, di cui mi avevano parlato sia male che bene. Non mi è dispiaciuto il modo in cui si sono descritte le origini dell’eroe e, sebbene il pischello si faccia pompare di steroidi nel giro di due minuti, la fase successiva di sviluppo della sua personalità è piuttosto ben delineata. In particolare ho apprezzato il tentativo di spiegare perché se ne vada in giro vestito come un buffone e come è stata gestita la sua presenza “al fronte”, in lotta contro un’unità tedesca particolare piuttosto che contro i nazisti in generale, cosa che sarebbe stata storicamente un po’ inspiegabile (va bè che comunque si parla di fumetti). La narrazione più o meno riuscita delle origini doveva necessariamente avere una contropartita, e questa sono i cattivi. Gli sceneggiatori hanno avuto gioco facile. Da sempre i nazisti sono cattivi. Punto. Cattivi e basta. E così pure qui, non c’è bisogno di spiegare alcunché, né di caratterizzarli in qualsivoglia maniera. Oltretutto, sono ridicoli come pochi e non fanno che prendere mazzate dall’inizio alla fine. Nessun colpo di scena, solo un’azione da task-force dopo l’altra. “Capt. ‘Murica, va’ e spacca tutto”. Fine della storia. Oltretutto, quella specie di Haunebu delle ultime scene è davvero inverosimile. Passi un po’ di tecnologia d’avanguardia, ma per me quello è stato troppo. Sbrigativo il finale, dall’ibernamento al risveglio, un peccato, considerando che avrebbero potuto sforbiciare qualcosa prima. Quindi un 6, ma parzialmente regalato.

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