Mimesi e prudérie. / 5 Febbraio 2014 in Truman Capote - A sangue freddo
L’interpretazione mimetica di Hoffman (orrendo il doppiaggio di Chevalier, molto meglio, seppur cacofonico, quello di Claudio Insegno in Infamous) sostiene un film altrimenti asettico: vuoto, frammentario, carico di aspettative ed evocazioni (legate anche al sommesso, ma cupo commento musicale), ma irrisolto.
Di certo, questo Capote, a differenza di quello di Toby Jones, appare più ambiguo e doppiogiochista, innamorato della sensazione più che della realtà (e questo è un merito che riconosco al film, perché leggendo alcune delle sue opere, vedasi per esempio Musica per camaleonti, confesso che il suo gusto per la prudérie non mi ha mai incantata, anzi).
Recensione da Oscar (1)
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