“TO THE SWEET” / 4 Luglio 2022 in Candyman - Terrore dietro lo specchio
Helen conduce una ricerca universitaria sulle leggende metropolitane e scopre la terrificante storia di Candyman: uno spirito che appare ogni volta che si dice il suo nome cinque volte davanti a uno specchio.
“Candyman” è un film sottovalutatissimo. Sarà che è uscito negli anni ’90, periodo di profonda crisi per il genere, ma “Candyman” è con tutta probabilità il miglior film horror di quel decennio. Si, l’ho detto. Un b-movie completo e riuscito sotto ogni punto di vista. Tensione costante con continui stimoli e picchi ogni cinque minuti.
Il regista Bernard Rose compie diverse scelte vincenti, la più azzeccata delle quali è combinare la giusta atmosfera di cupa inquietudine Barkeriana, con immagini dal forte impatto grafico.
Nel film trova spazio anche una certa critica sociale sull’emarginazione tipica dei quartieri ghetto. Mi è piaciuta molto l’inquadratura iniziale a volo d’uccello, che col senno di poi sembra un enorme alveare urbano. Trovate come queste aumentano il peso specifico dell’opera. L’unico difetto che mi sento di trovare è nel finale extra poco necessario giunti a quel punto.
Virginia Madsen ammetto di ricordarla unicamente per il ruolo del tutto marginale che aveva nel “Dune” di Lynch. Qui regge molto bene la parte della “cuginetta” di Dana Scully ed è del tutto convincente. Il suo personaggio è intelligente ma avventata, e questo la pone spesso in pericolo.
Tony Todd interpreta il nostro Candyman con eleganza e presenza scenica. Curioso come questo mostro non sia nell’olimpo dei mostri cinematografici. Forse perché troppo colto?
La colonna sonora di stampo semi-religioso ad opera di Glass arricchisce l’atmosfera generale, sottolineando dove serve quel senso di malsano degrado.
Bello, misterioso, spietato e potente. Questo “Candyman” mi ha fatto suo.
Voto: 7,5