Recensione su Chiamami col tuo nome

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Ogni buco è trincea / 29 Marzo 2018 in Chiamami col tuo nome

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ancora l’Italia idilliaca. Ancora l’Italia elegante di Fellini, Visconti e il contemporaneo Sorrentino. Chiamami col tuo nome non è il ritratto critico di un’alta borghesia sempre più degradata nei costumi e nella morale, pur essendo ambientato negli anni corrotti di Craxi. Vicino a Morte a Venezia (1971) nella tematica del desiderio omosessuale tra l’uomo maturo e l’efebo, lontano nella profondità d’analisi. Mentre Visconti associava alla bellezza innocente e proibita una dannata fatalità, Guadagnino accenna ad un presagio di morte ma nei riguardi dell’efebo e senza giustificarlo. Tutto si risolve con estrema facilità, come la statua intera che emerge dal Garda senza la coordinazione di una squadra archeologica o di sommozzatori, rivelandosi in tutta la sua bellezza. Così i nostri protagonisti non fanno i conti con nessuno per soddisfare i propri desideri, la fidanzata chiede a Elio (l’efebo) di non farla soffrire, ma lui poco dopo la tradisce, mentre questa presenza femminile ingombrante viene fatta sparire dalla sceneggiatura. Nemmeno nel confronto con i genitori c’è difficoltà, il figlio adolescente fa sesso con il ben più maturo Oliver, allievo ospitato gentilmente dal padre, nessuna sorpresa. A quanto pare nell’annuncio lavorativo c’era scritto: “offro vitto, figlio e alloggio”. Anche perché quella tra i due protagonisti è solo un’avventura sessuale. Ancora più comico è quando il padre ammette la propria omosessualità repressa e vede nell’avventura del figlio una sorta di rivincita, ma scusate… in tutto questo la moglie-madre dov’è?! la famiglia che ha costruito è un incidente di percorso?! La madre è come sempre a curare il giardino e se prova ad intervenire nelle conversazioni tra uomini, questi cambiano discorso! Sfondo di tutto questo è Crema, paese che conosco bene dato che abito nelle vicinanze. Per questo mi sorgono spontanee altre domande: Dov’è questa natura cosmopolita?! Dov’è questo scambio tra tradizione provinciale e la più alta cultura mondiale?! Dov’è questa vita di corte?! Un archeologo come fa a mantenerla?! Forse dobbiamo sacrificare il realismo a beneficio della poesia. Quale poesia in un bacio romantico subito dopo aver vomitato o nel masturbarsi con una pesca (per la serie, ogni buco è trincea), per poi assaggiarla. La poesia è forse nei vaneggiamenti privi di testa e di coda dei protagonisti, nel citare Bach, Bunuel e Prassitele tra una chiavata e l’altra. Ma sempre con il ritegno di non far mai vedere il sesso, perché quello sì che è vergogna. Un film per niente azzardato ma anzi timoroso del buon senso dell’alta borghesia che qui si celebra da sola in un rapporto autoerotico. Perché la frase dice: “Chiamami col tuo nome che io ti chiamerò col mio”. Ora immaginate una coppia che fa sesso, dove ognuno chiama l’altro con il proprio nome. Tutto questo non vi suona egocentrico, individualista, malsano, deviato?!

4 commenti

  1. Alicia / 19 Aprile 2018

    Scusami tanto @paolor ma credo che la tua recensione tende a minimizzare anche i punti più forti e riusciti del film.
    Ora ti spiego il mio punto di vista: il tema centrale del film è il desiderio, tra i due protagonisti la relazione non è solamente sessuale, anzi. Elio con la coetanea Marzia riesce a vivere solo un rapporto leggero, a differenza di quello che ha con Oliver che è molto più profondo, e se non sono presenti scene di sesso tra i due non è per vergogna, semplicemente non erano necessarie alla poetica del film. La scena della pesca, ha un forte valore simbolico, anche se capisco che possa far storcere il naso. Oltretutto nelle intenzioni del regista, questo doveva essere un feeling good movie, un film che ti fa sentire bene, e la catarsi di questo tipo si ottiene con un profondo sentimento positivo. I genitori di Elio sono un’eccezione, accettano di buon grado la relazione con Oliver, e allora? Magari ce ne fossero di così. I personaggi femminili sono positivi, sono quelli che inquadrano la situazione e la accettano, sia Marzia che la madre di Elio.
    E poi qual’è questo presagio di morte accennato da Guadagnino? Non capisco…
    i riferimenti a Visconti magari erano necessari, da parte di Guadagnino, anche per omaggiare il maestro, ma ciò non toglie che paragonarlo a morte a Venezia non è proprio il massimo, si tratta di tutt’altro tipo di film…

  2. Paolo R. / 19 Aprile 2018

    Ciao Alicia:) Prima di tutto ti ringrazio per non aver perso le staffe e aver sempre mantenuto un tono moderato, specialmente con questa mia riflessione, dove mi son ritrovato da solo in controcorrente e allora sono stato volutamente un po’ provocatorio per farmi sentire tra i tanti commenti positivi qui presenti.
    A differenza tua non ho percepito questa profondità differente nel loro rapporto ma rispetto comunque la tua osservazione, forse sono io che non ho un’esperienza adeguata per comprendere tale diversità. Per quanto riguarda il sesso hai frainteso la frase (non è chiara a quanto pare) trovo che di sesso inteso come rapporto carnale c’è quel che basta. Mentre il sesso inteso come attributo sessuale è sempre lasciato fuori inquadratura o coperto con attenzione, ciò non vuol dire che è necessario mostrare il pene al fine narrativo ovviamente, ciò che critico è l’ambigua scelta di fare un film che vuole fare scandalo attraverso scelte poetiche inusuali (tutti lo ricordano come il film della scena della pesca;D) ma che poi non ha il coraggio di mostrare un pene. Logicamente è una scelta commerciale, per permettere forse anche ai minorenni di vedere il film, ma mi pare comunque che il film in fatto di censura sia stato ugualmente bastonato bene nel mondo. Ci sarebbe da chiedere a Guadagnino stesso il perché? Per me è un cruccio perché dopo Pasolini dovrebbe essere sdoganata questa impudicizia nel cinema d’autore e di poesia. Forse non ho bene compreso la simbologia della scena della pesca e nemmeno altre, infatti mi son sentito un po’ nauseato da alcune scelte e non bene nel finale. Il problema dei genitori non sta nella semplice accettazione della bisessualità del figlio ma delle ulteriori complicazioni che meriterebbero almeno un attimo di riflessione da parte dei genitori. Per esempio che un dottorando ospitato dal padre di Elio pensa più che al suo dovere (mai impegnato ma sempre in vacanza) al figlio del suo professore. Oppure come ha chiuso la relazione (ci sono tante domande a riguardo) dovrebbe preoccupare. Oliver l’ho percepito in modo negativo:/ E le donne le ho trovate un po’ sottotono… Il presagio di morte, o per meglio dire i sintomi di una salute molto fragile di Elio li ho visti nel fatto che più volte gli sanguina il naso, non si sente bene e vomita. In più la scena notturna di chiusura della loro relazione è alterata, nelle inquadrature, nelle angolazioni e nei colori. Quando scrissi azzardai questa mia percezione delle cose ma vedo comunque che altre persone hanno notato la cosa, appartiene pur sempre a una minoranza questo punto di vista. L’accostamento a Morte a Venezia l’ho fatto nei limiti del rapporto tra efebo e l’uomo maturo e nella sua impossibilità, il mio confronto vive e muore lì. Nello scheletro della sceneggiatura, sono d’accordo che i film hanno una realizzazione totalmente differente, a partire dallo sfondo narrativo. Che dirti:) Rispetto il tuo pensiero… ma dovrei fare una visione intensiva per apprezzarloXD qualcuno dovrebbe bacchettarmi ogni volta che non vedo questa evidenza e mi dovrebbe indicare la via, la dove non ci arrivo. Forse così ritratterei, chissà…

  3. Alicia / 19 Aprile 2018

    Figurati, a me piace la semplice discussione, e trovo alcune delle tue argomentazioni valide, e quelle che ritenevo non valide le ho già segnalate. Certamente in ogni opinione non c’è mai nulla di oggettivo, influisce il gusto personale, il tipo di soggetto, e le aspettative che crea. Però fossi in te darei a Call me by your name un’altra chance, perché se la merita. E’ profondo e coraggioso, e poi molti film migliorano alla seconda visione, perché noti tutti quei particolari che ti erano sfuggiti prima, e riesci ad avere una visione d’insieme più completa, senza l’ansia di sapere cosa accadrà e come finirà .

  4. Paolo R. / 20 Aprile 2018

    Certo, credo nella seconda visione;) a suo tempo si farà. Grazie per la tua opinione, è un arricchimento! Ciao:)

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