Recensione su Café Society

/ 20166.3248 voti

Danza di WA / 7 Novembre 2016 in Café Society

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Puntuale come la padrona di casa a ritirar l’affitto, ma non la mia ché son io a doverla inseguire, ecco come anno ogni ritornare WA a rimirarsi allo specchio.
Bobby, che il tizio che fece Zuck, negli anni ‘30 molla NY e va in cerca di fortuna a LA, dove ha uno zio (Steve Carrell) produttore con le mani in pasta. E che pasta! Ehm, lo zio, scocciato, tra ville e champagne e urla WEST COAST!!! e attori bizzosi, lo riceve e gli dice “toh, vai a conoscere la città con questa mia segretaria”. Che è una figa stratosferica vestita con gonnellini anni porno30, ed è Kristen Stewart la quale, a differenza che nella serie Vampiretto (sì sì bla, lo so, Vampiretto era un’altra cosa ed era una figata) dove non gliel’appoggiava mai nessuno, qui si bomba tutto e tutti. Perché è stra… ah no già l’ho detto. As a matter of fact, they fall in love, però insomma lei è anche l’amante dello zio, e tra lo sfigato e il superproduttore va dove deve andare. Bobby piangendo urla EAST COAST!!! e se ne torna a NY, dove coi soldi del fratello gangsterucolo dirige il locale da cui il titolo. Che è so cool, e ci vanno tutti i meglio, i jazzisti, le gnocche, e se ne sposa una. Passano gli anni, e passano anche Vonnie (la tipa di prima) e lo zio a trovarlo nel suo locale. Ovviamente lei e lui finiscono a girare soli, ovviamente si amano, e ricordano di quando quanto si ama(va)no, ma non si può. Perché whatever. Whatever è ormai la conclamata filosofia di WA, basta che funzioni, basta che si scopi, basta che ci amiamo. WA, aggrappato al treno della memoria e dei ricordi tipico dell’over 70, sempre più chiuso nel suo mondo dove c’è il jazz dall’inizio alla fine, le protagoniste son tutte gnocche e le relazioni piuttosto inverosimili ma come al vento fazzoletti. Ed è una danza, e whatever, e le battute sugli ebrei e bom. Nel senso che probabilmente WA da questa spirale non uscirà mai più, e farà ogni anno un film che varrà la pena andare a vedere anche se non del tutto, perché sarà uguale a dopoprima, però whatever, e temo non ne uscirà più; perché tutto è un soffio e vivamus atque amemus.
Il resto, le ambientazioni, il jazz, gli sfavillanti anni dell’oro, delle bretelle e dei calzoni sopra l’ombelico e occhiali spessi, è impeccabile.
NB: WA non è whatsapp.

1 commento

  1. Nadja / 27 Settembre 2018

    concordo su tutto, un’altra sfumatura di midnight in Paris

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