Riuscito a metà / 13 Maggio 2016 in C.R.A.Z.Y.
(Cinque stelline e mezza)
Curiosamente, il film di Vallée sembra essere diviso in due parti distinte: la prima sfrutta sufficientemente bene il contesto famigliare caotico (con diverse punte di simpatia nella caratterizzazione della madre, per esempio) e sessista in cui cresce il protagonista, arricchendolo con sparuti inserti onirici non sempre ficcanti.
Più o meno all’altezza del viaggio in Terrasanta del protagonista, il film subisce una flessione in negativo, diventando pasticciato, perdendo definitivamente tutto il proprio mordente e finendo per rimanere quasi inconcluso, a dispetto (per colpa, oserei dire) di un finale accomodante ed accelerato.
A questo proposito, ho trovato davvero mal rappresentato, make-up compreso, il riavvicinamento tra padre e figlio, con un accenno vago al fatto che il protagonista abbia accettato la sua omosessualità, tanto da avere un compagno ufficiale presentato (pare) anche al genitore: tutto il travaglio interiore del protagonista (a conti fatti, mai apertamente lancinante: non so se si tratti di un limite interpretativo dell’attore, Grondin, o di un difetto di sceneggiatura) ed il percorso personale che l’ha portato ad una definitiva accettazione delle proprie inclinazioni si risolvono in una velocissima battuta e in una visione fugace del padre ormai anziano e del figlio baffuto (non so se ritenere più puerile questa scelta di trucco associandola all’immaginario omosessuale o a quello anagrafico, per cui un uomo adulto “ha i baffi”).
Nel complesso, purtroppo, una mezza delusione.