C.R.A.Z.Y.

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C.R.A.Z.Y.

Nel Quebec degli anni '60/'70, il giovane Zac affronta l'esplorazione della sua sessualità lottando contro i pregiudizi di un'ambiente provinciale e conservatore; a rendere tutto più complicato, il difficile rapporto con il padre e una famiglia piuttosto ingombrante.
laschizzacervelli ha scritto questa trama

Titolo Originale: C.R.A.Z.Y.
Attori principali: Marc-André Grondin, Danielle Proulx, Michel Côté, Pierre-Luc Brillant, Alex Gravel, Maxime Tremblay, Natasha Thompson, Francis Ducharme, Mariloup Wolfe, Johanne Lebrun, Émile Vallée, Hélène Grégoire, Jean-Louis Roux, Joël LeMay, Michel Laperrière, Mohamed Majd, Claude Gagnon, Jean-Alexandre Létourneau, Sébastien Blouin, Félix-Antoine Despatie, Gabriel Lalancette, Denis Trudel, Paule Ducharme, Aline Hooper, Isabelle Pagé, Christian Vézina, Anik Vermette, Marie-Yong Godbout-Turgeon, Aziz Attab, Philippe Muller, Jérôme Aubin, Jean-Marc Vallée, Marie-Michelle Duchesne, Alexandre Ayotte, Élizabeth Adam, Manu Raymond, Mathieu Pelletier, Maxime Le Flaguais, Mostra tutti

Regia: Jean-Marc Vallée
Sceneggiatura/Autore: Jean-Marc Vallée, François Boulay
Fotografia: Pierre Mignot
Costumi: Ginette Magny
Produttore: Jacques Blain, Pierre Even, Richard Speer
Produzione: Canada
Genere: Drammatico
Durata: 126 minuti

Dove vedere in streaming C.R.A.Z.Y.

Riuscito a metà / 13 Maggio 2016 in C.R.A.Z.Y.

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Cinque stelline e mezza)

Curiosamente, il film di Vallée sembra essere diviso in due parti distinte: la prima sfrutta sufficientemente bene il contesto famigliare caotico (con diverse punte di simpatia nella caratterizzazione della madre, per esempio) e sessista in cui cresce il protagonista, arricchendolo con sparuti inserti onirici non sempre ficcanti.
Più o meno all’altezza del viaggio in Terrasanta del protagonista, il film subisce una flessione in negativo, diventando pasticciato, perdendo definitivamente tutto il proprio mordente e finendo per rimanere quasi inconcluso, a dispetto (per colpa, oserei dire) di un finale accomodante ed accelerato.

A questo proposito, ho trovato davvero mal rappresentato, make-up compreso, il riavvicinamento tra padre e figlio, con un accenno vago al fatto che il protagonista abbia accettato la sua omosessualità, tanto da avere un compagno ufficiale presentato (pare) anche al genitore: tutto il travaglio interiore del protagonista (a conti fatti, mai apertamente lancinante: non so se si tratti di un limite interpretativo dell’attore, Grondin, o di un difetto di sceneggiatura) ed il percorso personale che l’ha portato ad una definitiva accettazione delle proprie inclinazioni si risolvono in una velocissima battuta e in una visione fugace del padre ormai anziano e del figlio baffuto (non so se ritenere più puerile questa scelta di trucco associandola all’immaginario omosessuale o a quello anagrafico, per cui un uomo adulto “ha i baffi”).

Nel complesso, purtroppo, una mezza delusione.

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La crescita secondo Jean-Marc Vallée / 1 Giugno 2014 in C.R.A.Z.Y.

Tracciare un giusto e personale percorso di crescita è sempre un lavoro piuttosto arduo per chiunque. E uno dei fattori che influenza spesso questo compito è sicuramente l’ambiente che ci circonda. Partendo da ciò, Jean Marc Vallée mette in scena un dramma sulla famiglia e sul rapporto complesso tra i suoi membri sfruttando anche un certo tono per la commedia. La pellicola si protrae per tutta la sua durata senza stancare, e il regista canadese mostra di essere capace di trattare argomenti di un certo peso senza risultare banale o eccessivamente pretenzioso (una caratteristica riscontrabile anche nel suo recente Dallas Buyers Club). Tutto è affidato a dialoghi semplici, che rendono carichi di umanità i suoi personaggi. Ed anche la musica gioca un ruolo fondamentale, sia per l’effettivo livello della colonna sonora (spiccano i nomi dei Pink Floyd, degli Stones e di Bowie, per citarne qualcuno) sia per il valore che ha la stessa ai fini della narrazione. Come prova lo stesso titolo del film, Crazy. Ovvero, quella canzone di Patsy Cline tanto amata dal padre dei cinque ragazzi, e non a caso esposta come acronimo dei loro nomi.

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15 Giugno 2012 in C.R.A.Z.Y.

Film interessante sul tema scottante dell’omosessualità. Sconsigliato ad Etero omofobi,bigotti, vescovi del vaticano e neofascisti… s’innervosirebbero.

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