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Pallottole su Broadway

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Brioso, scritto in punta di pennino / 6 Novembre 2020 in Pallottole su Broadway

Pallottole su Broadway è finito dritto dritto nella colonna di destra dei (miei) film di Woody Allen, quella dedicata ai film di Woody da pollice in su.
Ho riso un sacco: la sceneggiatura (firmata da Allen e Douglas McGrath e candidata agli Oscar) è una macchina perfetta, le situazioni sono dinamiche, piene di brio, i personaggi sono scritti in punta di pennino e le caratterizzazioni offerte dal cast sono degne di nota (grande Dianne Wiest, interprete -premiata con Oscar e Golden Globe- di una diva di mezza età alcolizzata e aulica, ma Jennifer Tilly è opportunamente scompiscevole nei panni dell’amante del boss con sovrastimate velleità artistiche e gravi carenze lessicali).

Con questo film crossmediale (un’opera cinematografica che parla di teatro, ma anche di scrittura per il medium), Woody Allen omaggia sia la Broadway dei primi del Novecento e il suo rutilante mondo che più generi cinematografici della vecchia Hollywood, come la screwball comedy e i granitici film di gangster degli anni Trenta.
La fotografia di Carlo Di Palma, virata su ineccepibili toni autunnali (verde scuro, marroni, toni del borgogna, giallo ocra), crea un’atmosfera che, allo stesso tempo, è malinconica e (st)ruggente. In generale, comprese le musiche, la ricostruzione d’ambiente è strepitosa: anche i costumi di Jeffrey Kurland e le scenografie di Santo Loquasto hanno ricevuto le rispettive nomination agli Oscar.

Doppiaggio italiano adeguatissimo (anche se, per curiosità, avrei visto volentieri il film in lingua originale, ma Prime Video, la piattaforma dove ho recuperato il lungometraggio, difetta, per quel che riguarda l’argomento), con una schiera di professionisti in gran spolvero: da Tonino Accolla in piena forma per John Cusack (uno dei tanti palesi alter ego cinematografici di Allen), passando per Rita Savagnone (la Wiest), che, a tratti, gioca a fare Tina Lattanzi, la spassosa Roberta Greganti/Tilly, il mitico Sergio Fiorentini per Jack Warden.

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Quando la sceneggiatura è un equilibrio di genio e naturalezza / 19 Marzo 2017 in Pallottole su Broadway

Uno dei pochi classici di Woody Allen che ancora mi mancava di vedere, strepitoso a dir poco. Come li scrive lui i film, nessuno mai; questo è un delizioso racconto meta-cinematografico ambientato negli anni venti, in cui lo svolgersi della trama procede di pari passo con la rielaborazione di un soggetto teatrale. Quando pensi di poter anticipare una scena ma vieni sempre smentito, quando la storia non è mai prevedibile ma è un equilibrio perfetto di invenzioni geniali e risvolti naturali, ecco che siamo di fronte a un capolavoro di sceneggiatura.
Perfino attori mediocri come John Cusack diventano convincenti sotto l’influsso magico di Allen; Rachel Weisz divina (giustamente premiata agli Oscar), bravo Palminteri ma il mio preferito qui è il grande Jim Broadbent nei panni di un attore bulimico.

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