Metafore e censure / 7 Gennaio 2012 in Buddha Mountain

Boicottato in patria (come Lost in Beijing, altro titolo della regista), forse perché racconta una Cina diversa dal solito: moderna e con un futuro incerto.
La storia è interessante e godibile e, anche se le metafore utilizzate sono banali e scontate, il film non è male.
Bravissima Sylvia Chang.