Voglio la testa di Garcia

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Voglio la testa di Garcia

Alfredo Garcia mette incinta la figlia di un ricco possidente messicano, che quando lo scopre offre un milione di dollari a chi gli porterà la sua testa. Comincia la caccia all'uomo e l'americano Benny, pianista di mezza tacca in un bar di Città del Messico, viene a sapere che Alfredo è morto in un incidente. Si dirige quindi al paese dove e sepolto per prenderne la testa, ma qualcuno lo sta seguendo e ben presto Garcia non sarà l'unico morto della vicenda.
Giorgio Nesossi ha scritto questa trama

Titolo Originale: Bring Me the Head of Alfredo Garcia
Attori principali: Warren Oates, Isela Vega, Robert Webber, Gig Young, Helmut Dantine, Emilio Fernández, Kris Kristofferson, Chano Urueta, Donnie Fritts, Jorge Russek, Chalo González, Don Levy, Enrique Lucero, Janine Maldonado, Tamara Garina, Farnesio de Bernal, Ahui Camacho, Mónica Miguel, Paco Pharrez, Juan Manuel Díaz, René Dupeyrón, Yolanda Ponce, Juan Jose Palacios, Manolo, Nery Ruiz, Roberto Dumont, Armando Acosta, Richard Bright, Queta Carrasco, Conrad Hool, Whitey Hughes, Cecilia Leger, Antonio Leo, Velia Lupercio, Rubén Márquez, Sharon Peckinpah, Garner Simmons, Mostra tutti

Regia: Sam Peckinpah
Sceneggiatura/Autore: Sam Peckinpah, Gordon T. Dawson
Colonna sonora: Jerry Fielding
Fotografia: Álex Phillips Jr.
Produttore: Helmut Dantine, Martin Baum
Produzione: Messico, Usa
Genere: Azione, Drammatico, Commedia, Poliziesco
Durata: 113 minuti

Dove vedere in streaming Voglio la testa di Garcia

Voglio la testa di Peckinpah (avrebbe detto Hays) / 24 Marzo 2016 in Voglio la testa di Garcia

Surreale e grottesco, questo cult di Peckinpah è stato rivalutato soltanto dopo qualche decennio, non avendo riscosso grande successo alla sua uscita.
La storia è assolutamente stravagante, così come lo è il suo protagonista, il Bennie di un Warren Oates che finalmente si confronta con un ruolo principale, coronando il percorso da attore feticcio di Peckinpah.
Un film che riserva ampie dosi di humour nero, con alcune trovate che ruotano attorno allo scomodo fagotto che Bennie si porta appresso: le mosche che vi si posano sopra e che l’uomo cerca invano di scacciare, la testa che ruzzola giù dai sedili della macchina.
Per il resto, il solito Peckinpah che non lesina sul piombo e sui ralenti, rendendo epiche le sparatorie, tra cui quella conclusiva, che ricorda il finale di Gangster Story.
Da menzionare la notevole fotografia di Alex Philips jr, in particolar modo quella crepuscolare delle sequenze girate alle prime luci del tramonto.
Un film che anticipa prepotentemente il tarantinismo – più di molti dei tanto decantati b-movies – sia per alcune situazioni surreali, sia per la struttura narrativa con violento showdown finale.

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24 Maggio 2013 in Voglio la testa di Garcia

Voglio la testa di Garcia.

III pellicola che mi sparo del regista (Sam Peckinpah). Siamo di fronte a un film forte, duro, crudele, appassionato e passionale, insomma cazzuto.

Voglio la testa di Garcia ripropone dei temi che ritroviamo in altre sue pellicole. Fra i tanti: il Messico, la violenza, il ralenti formidabile, il ruolo della donna, quello dei bambini (per Sam i bambini sono delle spugne, messi in un ambiente violento prendono tutte i difetti e i vizi di questo) e l’amore. L’amore, tutto parte da qui e tutto finisce a questo. Cosa si è disposti a fare per amore e per una vita migliore, più felice. Al romantico si raggiunge l’estremo, poiché la strada per raggiungere questo fine sarà durissima. Il film si apre con una giovane, figlia di un ricco Messicano, che viene messa incinta. Il tipo non reagisce troppo bene al fatto e chiede la testa dell’amante. Alfredo Garcia ha le ore contate. Per capirci, il ricco Messicano ha messo una bella taglia sulla sua testa, una cifra da capogiro. La ricerca di Garcia avviene in lungo e in largo, niente viene lasciato al caso, tutto viene setacciato, persino le bettole ed è proprio qui che veniamo in contatto con il nostro (anti)eroe.
Bennie (Warren Oates), un signor nessuno, uno che dalla vita ha preso solo grossi calci nelle chiappe, un pianista che vive i suoi giorni in modo tranquillo ma che sogna di cambiare il proprio destino. Coglie al volo l’occasione quando due killer omosessuali interpretati da Gig Young e Robert Webber (siamo negli anni ’70, badate) arrivano nel bar dove suonava per offrirgli un migliaio di dollari, che diventano 10.000, per procurare loro notizie su Alfredo. Lo cercano, vivo o morto non importa anzi lo preferiscono morto in modo da non sporcarsi neppure le mani. Bennie ha una Musa, la prostituta Elita (Isela Vega). I due sono una coppia a dir poco struggente, cercano il loro paradiso in terra, la serenità, la salvezza ma nulla è come sembra.
Peckinpah molto spesso è stato accusato di misoginia, in questa pellicola troviamo invece una donna-madre, una prostituta dolce, con dei sogni, desideri, passioni. Purtroppo però sono entrati in un gioco più grande di loro ed Elita, che a suo tempo era stata con Al Garcia ha ancora un ricordo fresco di lui, è legata in un certo qual modo. In ogni caso, le rivela che Garcia è morto e sepolto.
Da questo momento inizia la parte on the road, per arrivare al luogo della tomba, i problemi non finiranno qui anzi da questo punto si moltiplicheranno fino ad un finale col botto, con un Bennie (si rivela essere un ex soldato) pretendente vendetta per tutto quello che ha perso, per la pace mancata e non solo. Una strage di 104 minuti con una richiesta particolare verso la fine.
Il film si chiude con un fermo immagine, la bocca di un mitra e la scriita:

“Directed by Sam Peckinpah”.

Un tacito e violento grido di rabbia.
Sam Peckinpah Dio, Zio Sam il rivoluzionario, Sam ti dovrebbero mandare più spesso in tv.
Sam ti amo.
Sam altro che Quentin.

DonMax

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