Recensione su Ribelle - The Brave

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in mancanza di mezzi punti, 6,5 / 1 Ottobre 2012 in Ribelle - The Brave

Ogni volta che vado a vedere un Pixar cerco anche inconsciamente la magia delle sue prime produzioni, quel misto di stupore e meraviglia che ogni loro invenzione produceva. Questa aspettativa non mi rende capace di essere più oggettiva: the brave è bello? Sì, ma mediamente. Ringraziando comunque Pixar della capacità di autonomizzarsi dalla sindrome di Cenerentola, per cui ogni lieto fine prevede un innamoramento, in fondo il meccanismo narrativo è abbastanza scontato (uno dei due genitori innesca uno scontro, ma l’altro è dolcissimo). Ma devo dire che il primo destinatario di certi prodotti è il bambino e non l’adulto che ne ha visto di cotte e di crude e avendolo visto con un bambino maschio ammetto che funziona: tutte le scene di inseguimento lo hanno eccitato al parossismo (sono fatte davvero bene, ci sono soggettive molto belle), le scene aggressive lo hanno spaventato, le gag lo hanno fatto sbellicare.
Detto questo, l’innovazione tematica centrale antimatrimoniale ha spento un po’ le altre idee che pure ci sono come l’ambientalismo, la sinergia con il magico, il bisogno di rompere con le regole in campo politico, almeno quelle sempre usate e fino ad allora funzionanti. E’ un film non corale, ma tutto centrato sulla ragazza e sul rapporto con la madre, non ho apprezzato molto però la strega copiata paro paro da miyazaki
Impressionante la differenza fra The Brave e Mulan comunque se vogliamo porre paragoni con Disney pura.

Il corto iniziale l’ho trovato invece molto poetico, non comico come spesso accade, ma fulminante lo stesso per la sua scintilla di poesia pura assolutamente fine a se stessa

3 commenti

  1. cara tiresia, di questo film non hai capito un bel niente. le “altre idee” che citi, nel film non sono usate in senso né ambientalista né politico né olistico. questo è il primo film pixar (casa che sancì un vero e proprio taglio dalla crisi disney anni ottanta e novanta) che omaggia la favola, il mito (in senso filosofico e filologico), e il lavoro centrale che la disney fece nell’età del cinema classico. il tema centrale è meta-narrativo e, in particola modo, psicologico. la pixar con questo prodotto decide di omaggiare un certo tipo di narrazione (marchio disney, con tutti i suoi pro e contro) ma di aggiornarli ai prodotti adulti e ai topoi della narrazione fiabesca e mitologica (ovvero, tropi psicologici). il rapporto di odio-amore con i genitori è puro freud , la metamorfosi cita apuleio e miyazaki- per fortuna- non viene mai tirato in ballo, che lassater è troppo intelligente per mischiare il suo razionalismo con un poeta come hayao.

  2. ah, comunque è mio obbligo aggiungere che di tutti i commenti non ce ne sia uno che ne abbia imbroccato il significato. sei in “buona” compagnia, insomma.

  3. tiresia / 21 Novembre 2012

    mi onoro di non capire un bel niente, al momento in cui rivelerai la verità ti leggerò, suppongo in folta compagnia, ossequi

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